Aluna: Sentinel of the Shards è il primissimo titolo di Digiart Interactive, che per la creazione di questo gioco si è avvalso della collaborazione di N-Fusion Interactive, sviluppatore famoso soprattutto per Ember, ma che ha dalla sua un buon numero di prodotti indie. Disponibile da oggi su Steam e Nintendo Switch, il gioco arriverà anche per PlayStation 4 e Xbox one in un prossimo futuro.
Si tratta di un classico GDR d’azione vecchio stampo, che si ispira ovviamente ai grandi classici del settore, in primis Diablo, di cui stiamo aspettando con ansia l’ultimo capitolo. La differenza sostanziale è la storia, totalmente diversa da quella a cui siamo oggettivamente abituati, con un focus sulla cultura inca che è difficile trovare in qualsiasi tipo di prodotto di intrattenimento, a dirla tutta.
Aluna: Sentinel of the Shards, una storia antica
Aluna: Sentinel of the Shards prende ispirazione dalla serie a fumetti di Paula Gacers, che dona anche il suo volto alla nostra eroina, Aluna. Figlia della dea della Terra nella mitologia del Sud America, Pachamama, e di un conquistatore spagnolo, la ragazza si ritrova nel Nuovo Mondo con una missione ben precisa.
Al collo Aluna indossa un amuleto, che altro non è che un frammento di qualcosa di più grande. Ed è proprio questo il suo compito: trovare gli altri frammenti, shards, e ricostruire l’amuleto stesso, compiendo al contempo il suo destino.
Durante tutta la storia di Aluna: Sentinel of the Shards si respira un’atmosfera magica, ricca di cultura e citazioni che, probabilmente, sfuggiranno ai più, dato che purtroppo la cultura del centro-sud America è effettivamente nota a pochi. Pur ignorando però chi siano ad esempio Nagaric, il nostro villain, o altri dei nomi menzionati, si riesce bene a seguire la trama e ad immedesimarsi nel ruolo che ci è stato affidato.
Nel nostro viaggio nella Colombia del Sedicesimo secolo ci troviamo ad attraversare tantissime regioni diverse, dalle foreste incontaminate ai resti dei templi antichi, dalle spiagge desolate ai villaggi di montagna che pullulano di lama. Tra nomi di personaggi dal sapore tipicamente sudamericano ad altri che richiamano invece ai conquistadores, piuttosto che a provenienze straniere, in questo gioco nulla è mai lasciato al caso.
Il gameplay classico di Aluna: Sentinel of the Shards
Prendendo ispirazione, come detto, dai classici action RPG, anche questo titolo sfrutta la visuale isometrica dall’alto con telecamera fissa, comandi intuitivi e modalità di gioco in linea con la tipologia di gioco. Una particolarità è la possibilità di spostarsi nella mappa solo cliccando o trascinando il mouse in una data direzione, tanto che con WASD si attiva una schivata in una delle rispettive direzioni.
Grazie al tasto SHIFT è possibile rimanere fermi mentre si spara, attacco base e secondario si attivano con, rispettivamente, tasto sinistro e destro del mouse, mentre con i tasti da 1 a 4 si può lanciare una delle quattro skill attive. Q permette di curarsi e, fondamentalmente, questo è quanto, rendendo Aluna: Sentinel of the Shards un titolo molto facile da imparare e da giocare.
Dal punto di vista della personalizzazione di Aluna, questa c’è ma non troppo… salendo di livello è possibile spendere un punto abilità in uno dei tre alberi presenti, focalizzati su combattimento in mischia, a distanza o con la magia. È possibile ovviamente spendere liberamente i punti in ognuno dei tre alberi, tenendo conto dei requisiti per prendere i tier successivi, creando così combinazioni particolari e uniche tra le abilità.
Parlando di abilità, in Aluna: Sentinel of the Shards ce ne sono di tre tipi, ognuna delle quali serve a specializzare maggiormente la singola build. Ogni albero ne offre infatti più di una per ogni tipologia:
- attive, che possono essere quindi spostate in uno dei quattro tasti rapidi;
- passive, che vanno ad influenzare altre abilità o azioni, come la schivata, ma ne possono essere impiegate solamente due alla volta;
- miglioramenti permanenti, utili a potenziare ad esempio la vita o la rigenerazione dell’energia, cumulabili senza restrizioni.
Ecco quindi che è necessaria un po’ di pianificazione, perché di tutte le abilità disponibili, tra attive e passive, ne saranno utilizzabili solamente sei. È possibile anche creare varie combinazioni tra le abilità stesse, ovviamente, ma anche con gli oggetti: se avveleniamo i nemici e indossiamo qualcosa che rigenera la salute ad ogni colpo, il risultato sarà una rigenerazione quasi costante.
Anche dal punto di vista delle armi e degli oggetti da indossare la scelta è parecchio varia, con slot che vanno dall’armatura agli orecchini, dall’arma secondaria al classico anello. Spaziando da un equipaggiamento che parte dallo stile sudamericano si arriva ben presto a sparare con la pistola dei conquistadores, scorrendo anche nel vestiario quella parte di storia.
Non ci sono altre schermate di personalizzazione del personaggio, ad esempio per la gestione delle caratteristiche, e i requisiti per i tier successivi delle abilità rendono il tutto un po’ legnoso, ma tutto sommato in Aluna: Sentinel of the Shards è possibile creare il personaggio come piace a noi. Basta sapersi accontentare.
Una nota un po’ stonata nell’ambientazione del gioco è, a mio avviso, l’eccessivo quantitativo di tipologie di nemici… Certamente la varietà è di per sé un’ottima cosa, ma ci troviamo davanti ad un vero e proprio minestrone di nemici, con apparenze diverse ma che, tutto sommato, fanno le stesse cose.
La nostra povera Aluna si troverà a combattere dapprima contro piante carnivore e scimmie dispettose, ma basta un attimo per trovarsi di fronte animali di vario tipo, giganti e in versione standard, schiavisti, paesani posseduti, banditi di vario tipo e con sembianze più o meno umane, pirati fantasma, uomini lucertola, conquistadores… e chi più ne ha più ne metta. Un po’ troppo, ecco.
Aluna: Sentinel of the Shards, un fumetto da giocare e ascoltare
Siamo davanti a un gioco che non solo è completamente doppiato, ma si tratta di un lavoro davvero magistrale. Aluna parla spesso da sola, commentando l’ambiente circostante, la temperatura, o semplicemente esternando alcuni pensieri. Tutti i dialoghi sono doppiati e, pur non avendo sottotitoli in italiano, sono semplici da seguire e ben interpretati.
La colonna sonora è un buonissimo accompagnamento, mai fastidiosa, mai esagerata: è lì e ci sta bene, seguendo la nostra eroina nelle fasi di gioco o di scambio con gli altri NPC. Anche gli effetti sonori di per sé sono ben fatti, non diventando mai troppo ripetitivi e, cosa non da poco, ogni skill ha il suo piccolo unico effetto sonoro.
Uguale per le animazioni, molto sciolte e altamente personalizzate in base all’azione o alla skill utilizzata. La schiavata è naturale, la ricarica della pisola anche, tutto in Aluna: Sentinel of the Shards è fatto con il giusto grado di attenzione.
Ovviamente la grafica non è all’altezza di giochi più importanti, ma nella sua semplicità ci porta con grazia tra le varie ambientazioni, siano queste tra le verdeggianti foreste di montagna o le più aride spiagge sabbiose. E poi i lama indossano delle bellissime coperte!
I comandi sono perfettamente responsivi: non serve cliccare in maniera forsennata per riuscire a colpire i nemici, a patto che la pistola sia carica, ovviamente. Anche le schivate sono immediate e tutto il gioco scorre davvero liscio come l’olio.
Ma la chicca di Aluna: Sentinel of the Shards è tutta negli intermezzi tra una sezione e l’altra dell’avventura, con fotogrammi ispirati al fumetto che sono davvero davvero belli. Non solo in termini di disegni, ma anche di come vengono fatte seguire le varie immagini, le voci, i suoni.
Aluna: Sentinel of the Shards, le conclusioni
Non sono qui per dire che sia il gioco dell’anno, né tanto meno del mese, ma Aluna: Sentinel of the Shards è, per chi ama il genere, un gioco davvero da prendere in considerazione. Le meccaniche, ovviamente, sono quelle tipiche, ma ha dalla sua una storia e una profondità della narrazione che è difficile trovare in titoli simili.
Pur peccando magari nella personalizzazione della build o avendo un po’ esagerato con le varie tipologie di nemici, al punto da sembrare un po’ forzato in certi frangenti, è sicuramente un titolo che vale la pena provare. Non è facile trovare action GDR, o giochi in generale, che visitino e rivisitino una cultura come quella centroamericana, quindi è da provare quanto meno per questo motivo.