Sviluppato da Design Factory e Idea Factory e pubblicato da quest’ultimo, Amnesia: Memories è una visual novel da non sottovalutare e che prova a raccontare la sua viaggiando tra “mondi paralleli” e spaziando dal fantasy, a vaghi elementi investigativi e, ovviamente, a elementi da dating simulator. Noi abbiamo vissuto le vicende della protagonista sulla nostra Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Amnesia: Memories tra amori e ricordi perduti
In quanto visual novel, Amnesia: Memories punta tutto sulla trama e sul cast di personaggi (che seppur con qualche cliché tipico del genere, si difende discretamente bene). Non volendo apparire come uno dei tanti dating simulator, il titolo di Idea Factory prova a percorrere la pericolosa strada dei “mondi paralleli” e nel calderone degli eventi prova a metterci un po’ di tutto, compreso un co-protagonista fantastico (sia per la caratterizzazione che per la sua essenza) nonché causa del casino in cui ci troviamo. Ma procediamo con ordine.
La protagonista del gioco che andremo a impersonare non ha nome e, cosa ormai abusatissima, non ha alcun ricordo. Il nome, per fortuna, lo recupererà abbastanza presto e saremo proprio noi a deciderlo mentre, per quanto riguarda le memorie perdute… toccherà vivere (ovviamente) la storia di Amnesia: Memories. La cosa “nuova” che caratterizza questo sciagurato evento è la causa della perdita di memoria della protagonista: trattasi di uno spiritello, il già citato co-protagonista il cui nome è Orion.
Questi è la spalla comica perfetta oltre a ricoprire un ruolo essenziale non solo ai fini del canovaccio narrativo ma anche come strumento narrativo stesso. Come già anticipato, infatti, Orion è la causa della perdita di memoria della protagonista, questo perché si è praticamente infilato nella sua testa. Esatto, la protagonista ha Orion nella testa… e può vederlo e ascoltarlo (solo lei). Questo spirito, dall’aspetto di un giovane umano (se non fosse per le orecchie particolarmente lunghe e bizzarre), è tanto goffo quanto fondamentalmente buono e il suo scopo iniziale sarà, appunto, aiutare la protagonista a riconquistare i propri ricordi. A conti fatti, lo fa per sdebitarsi ma ben presto si creerà un bel legame ed è difficile non affezionarsi a lui.
Per quanto riguarda invece il suo essere un vero e proprio strumento narrativo, c’è da dire che la protagonista non parla, ed è completamente muta. O meglio, parlerà in base alle scelte che noi faremo (che sono comunque un elenco di frasi prestabilite). Non avremo modo di indagare i pensieri della protagonista perché il gioco vuole farci immedesimare in lei. Quindi come fare per creare empatia con lei? Sfruttando Orion che, essendo nella testa della ragazza, vede quello che le succede e letteralmente ci dice come ci sentiamo anche solo sotto forma di ipotesi. Questo escamotage funziona anche se forse alcuni avrebbero preferito ascoltare (o meglio, leggere) direttamente i pensieri, le reazioni e le emozioni della protagonista. Ma c’è anche un altro motivo a cui è legata questa particolare scelta: mettere il giocatore davanti l’ignoto.
Non avendo memoria, non conoscendo il passato della ragazza e ritrovandoci immersi in un contesto già avviato (la protagonista aveva una vita prima dell’incidente causato da Orion) saremo messi dinanzi a domande la cui risposta richiede una nostra personale ipotesi o, in alcuni casi, un’attenta analisi delle parole e delle reazioni di chi ci circonda. Questo capiterà soprattutto in alcuni mondi (elemento che approfondiremo a breve) dove chi ci circonda potrebbe addirittura mentire e metterci alla prova volutamente. Ma prima di approfondire il resto del cast, è bene parlare dei “mondi paralleli”. Ebbene sì, Amnesia: Memories tra le prime scelte ci chiederà di accedere a uno di quattro mondi, identificati unicamente da un simbolo (a ogni simbolo, corrisponde un ragazzo). A seconda del mondo scelto, si attiverà una vita possibile della nostra protagonista e, ovviamente, ogni vita ci vede coinvolti con personaggi, situazioni e relazioni diverse.
La decisione di suddividere la storia in quattro mondi paralleli allunga notevolmente la longevità del titolo grazie anche al fatto che difficilmente ci troveremo a rivivere lunghe porzioni di gioco vissute altrove. Inoltre, i quattro protagonisti maschili si presentano ben caratterizzati e soprattutto diversi (con eccezioni in positivo e negativo).
Il gioco inoltre, lascia piena libertà di decisione. Puoi iniziare un mondo e viverlo fino alla fine, o vivere insieme nei vari mondi confrontando quasi simultaneamente gli eventi nel tentativo di unire eventuali pezzi o mutare alcune ipotesi personali. Per venire incontro a questa eventuale decisione, il gioco offre un pratico menù che include un sistema di salvataggio immediato e vasto.
Tornando alla trama, come avrai intuito, lo scopo della protagonista, così come quello dello spirito nella sua testa, è di recuperare i propri ricordi e, nello stesso tempo, rinsaldare o eventualmente spezzare i propri legami, incluso soprattutto quello affettivo (ricordiamo che il gioco ha comunque un’anima da dating simulator seppur meno invadente di tanti altri titoli del genere). Come farlo? Prevalentemente leggendo ma non solo!
Gameplay
In quanto visual novel, non aspettarti alcun tipo di azione. Non ci sono fasi alla Danganronpa e neanche oggetti da raccogliere o inventari da consultare. Amnesia: Memories è un vero e proprio racconto dal ritmo forse non perfetto ma dalla scrittura ben curata. Purtroppo, come gran parte di questi titoli, non è presente la lingua italiana. I sottotitoli sono in inglese mentre i personaggi sono doppiati in giapponese.
Preparati quindi a leggere gran quantità di testo perché la lettura, o meglio, scorrere tra un baloon e un altro, sarà l’attività principale a cui sarai chiamato. Ovviamente, abbiamo anche modo d’intervenire nella storia e cambiarne il finale grazie alle nostre scelte. Le scelte sono fondamentali e andranno a influenzare tre parametri consultabili comodamente dal menù che sono: affetto, fiducia e sospetto. I primi due sono i sentimenti provati dalla protagonista per l’uomo principale legato al rispettivo mondo mentre “sospetto” serve a indicare quanto il suddetto uomo sospetta della nostra amnesia e quindi quanto riusciamo a tener celato questo nostro disagio.
A rendere più agevole la lettura, il gioco ha un sistema di lettura automatico (che passa quindi da un baloon all’altro senza bisogno di premere alcun tasto) e anche una pratica cronologia con cui rileggere alcuni dialoghi e nel caso ritornare a leggere da quel punto. La trama, o meglio, le trame, si difendono quasi tutte molto bene con alcune che spiccano più di altre ma le situazioni varie e il fatto di variare quasi completamente gli eventi, mostrano l’impegno degli sviluppatori di offrire un prodotto quanto più vario possibile.
Sempre narrativamente parlando. Forse si poteva tentare d’inserire maggiore interazione col gioco che, dati alcuni eventi, si sposava molto bene. Una maggiore libertà all’utente, magari decidere dove spostarsi o l’inserimento di dialoghi secondari, avrebbero reso il gioco ancora più completo e dato al giocatore una parvenza di libertà d’azione.
In ogni caso, gli sviluppatori, consapevoli delle caratteristiche di una visual novel, hanno ben pensato d’inserire una sezione extra nel menu principale dedicata ai minigiochi. Questi sono due ed entrambi abbastanza rapidi e che hanno il ruolo di semplice passatempo per spezzare la lettura. Il primo è “Sasso, Carta o Forbici” con un sistema immediato, rapido e anche divertente. Il gioco lo conosciamo subito ma qui c’è un’aggiunta in più che premia i riflessi: se scegli sasso e l’avversario carta, usciranno ulteriori due simboli (uno indica l’attacco, l’altro la difesa) e dovrei premere quello giusto a seconda se tu stai attaccando o difendendo. Questi “duelli” saranno effettuati contro uno dei quattro ragazzi principali del gioco, a tua scelta, ma possiamo affermare che i duelli sono tutti abbastanza semplici.
L’altro mini gioco è l’Air Hockey con tutte le regole classiche e anche questo risulta immediato e divertente (all’inizio). Come l’altro minigioco, anche qua deciderai tu chi sfidare e no, difficilmente sarai messo in difficoltà reali. Inoltre, l’Air Hockey risulta avere qualche problema soprattutto coi comandi touch, cedendo presto al caos e ritrovandoti a far punti senza neanche sapere come (l’IA avversaria non spicca granché). In ogni caso, come detto, questi sono semplici passatempi che vengono anche facilmente a noia considerando la monotonia. Forse se ne potevano aggiungere ancora qualcun altro.
Abbiamo citato i comandi touch e in effetti, la modalità portatile della Nintendo Switch muta i comandi e richiede al giocatore di selezionare la risposta a un dialogo intervenendo direttamente su schermo. Anche i dialoghi può farli procedere facendo “tap” su schermo, trasformando la Switch in una sorta di eReader. E dobbiamo ammettere che la modalità portatile è semplicemente perfetta per usufruire di quest’avventura.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Amnesia: Memories si difende molto bene. ra tutto spiccano, ovviamente, i personaggi. La cura del dettaglio è notevole come sono notevoli le animazioni che presentano movimento degli occhi, delle labbra e cambi di espressioni su quasi tutti i dialoghi. Il gioco cerca di rendere tutte le fasi “vive” e a conti fatti, ci riesce. Certo, le animazioni sono limitate e cicliche ma comunque sempre abbastanza efficaci.
Non mancheranno artwork statici che vanno a indicare e mostrare determinati eventi importanti (e che andranno poi a sbloccarsi nel menu principale per essere eventualmente riconsultate). Anche questi sono molto curati e rispettano gli standard delle visual novel. Meno d’impatto i fondali (non numerosi), spesso monocromatici o con pochi dettagli a schermo.
Buono anche il sonoro tra cui spicca il doppiaggio in lingua originale giapponese che caratterizza bene i personaggi.