Ancient Frontier: Steel Shadows è un’espansione stand alone dell’omonimo titolo originale, la quale presenta una nuova campagna. Di fatto, il gioco è fruibile in modo totalmente autonomo dal capitolo precedente, dato che possiede un proprio tutorial e missioni separate. Varrà la pena farci un pensiero?
La storia
Il gioco narra le vicende di due pirati spaziali, Rogan e Rickshaw, e della loro flotta. Vediamo quindi le peripezie che riguardano le loro lotte per guadagnarsi da vivere, attaccando le navi della federazione o raccogliendo tutte le risorse che possono. Chiaramente i due protagonisti cercano di evitare ogni scontro non necessario, dato il potenziale pericolo di ogni combattimento; tuttavia si troveranno spesso in situazioni pericolose che vanno ben oltre le lotte per la vita.
Tutto questo cambierà quando viene scoperta una nuova forma di vita aliena senziente. Catturando e riportando un esemplare, i due pirati potrebbero ottenere abbastanza denaro da non aver più bisogno di fare alcuna razzia. Decidono quindi di imbarcarsi in questa missione.
Le premesse della trama sono semplicissime e si pongono anche come pretesto per una serie di situazioni che richiamano i classici Sci-Fi; purtroppo tutte derivative e generalmente “già viste”. Nulla di particolarmente originale o memorabile, quindi; ma certamente apprezzabile dagli appassionati più sfegatati di questo tipo di ambientazioni.
Gestire una flotta
La gestione della nostra flotta è un elemento centrale di Ancient Frontier: Steel Shadow. L’organizzazione delle nostre navi, infatti, precede ogni combattimento e spesso definisce la linea tra la sconfitta e la vittoria. Questo avviene attraverso l’0ttimo menù di gioco. Quest’ultimo comprende tutto ciò che occorre per amministrare le nostre unità e racchiude anche l’unica componente ruolistica del gioco.
Innanzitutto troviamo la gestione delle singole navi, la quale si articola nella scelte degli oggetti e dell’equipaggio. Entrambi servono per ottenere importanti bonus in combattimento o per modificare la singola unità in base alle nostre esigente personali. Gli oggetti, tuttavia, hanno delle limitazioni. Per esempio, uno scudo costruito per dei caccia non può essere montato su una fregata. Il modo di ottenere questi potenziamenti è semplice: possiamo guadagnarli come ricompensa di una missione oppure reperirli nel mercato nero del gioco, a cui si accede tramite il menù principale.
Proprio questo mercato è fondamentale per una buona amministrazione della flotta. Di fatto, nel market possiamo ottenere anche nuove navi da dispiegare durante i combattimenti. Inizialmente abbiamo una scelta piuttosto limitata, ma con il progredire delle missioni sbloccheremo un numero progressivamente maggiore di unità.
Com’è prevedibile, ogni alleato è prezioso e costoso, pertanto occorre scegliere in modo oculato quale nave aggiungere alla flotta. Infatti, ogni unità possiede carattaristiche uniche; potendo vantare punti di forza e di debolezza sempre differenti. Trattandosi di uno strategico, il gioco costringe il giocatore a conoscere queste caratteristiche, in modo da tenerne conto durante il dispiegamento di forze e nel corso delle battaglie stesse.
Di fatto, le navi più costose non sono sempre la scelta migliore, dato che potrebbero essere deboli contro altri tipi di unità. Occorre quindi cercare di avere una flotta equilibrata, capace di fronteggiare la maggior parte delle situazioni.
Restando in tema di unità, possiamo vedere la componente GDR del gioco. Sempre dal solito menù principale (Lo vedrai molto spesso) possiamo effettuare la ricerca di nuove tecnologie. Queste si dividono in due tipi:
Un albero di abilità lineare, che aumenta le statistiche come attacco e scudo.
Ed un altro albero di abilità più classico, che comprende diversi potenziamenti per ogni unità. Quest’ultimo, decisamente più importante, consente una persolizzazione accettabile, la quale racchiude interamente la componente ruolistica del titolo. Proprio per questo motivo potremmo definire la parte RPG povera ed elementare, dato che risulta fin troppo approssimativa; avvicinando maggiormente il gioco ad un vero e proprio strategico a turni.
In ogni caso, sia il potenziamento delle navi, sia gli acquisti nel mercato sono limitati da due tipi di risorse differenti (a cui si aggiunge il carburante necessario per il dispiegamento), visibili in alto a destra nel consueto menù principale. Entrambe le valute sono ottenibili come ricompensa missione oppure reperibili in alcuni esagoni delle mappe di gioco.
Prima di arrivare al combattimento, occorre fare un breve accenno alle “quest”. Queste sono delle sfide che richiedono al giocatore di svolgere particolari compiti, come raccogliere un certo numero di risorse o distruggere determinati nemici. Parliamo, quindi, di un piccolo extra che permette di ricevere qualche ricompensa extra.
Combattimenti tra le stelle
Eccoci arrivati al cuore del gioco: il sistema di combattimento.
Quest’ultimo si articola come uno strategico a turni, in cui occorre muovere le nostre unità su un campo di battaglia diviso ad esagoni. Ogni turno abbiamo un determinato numero di punti movimento e di punti azione da sfruttare. I primi servono a spostare le navi tra le caselle, muovendole nel campo di battaglia; mentre i secondi ad utilizzare abilità attive od attaccare con l’arma principale.
Le mappe di gioco sono di dimensioni ridotte. Questa caratteristica, unita alla grande mobilità delle navi dona al gioco una presenza minore di momenti morti, delineando battaglie più immediate e veloci. Nonostante ciò il posizionamento delle nostre unità è fondamentale. Scegliere dove mandare una certa nave può modificare radicalmente l’esito di un combattimento.
L’IA del titolo, infatti, è davvero ottima e sfrutta ogni nostro errore di posizionamento; per esempio concentrando il fuoco su una singola navicella che abbiamo mandato fin troppo avanti oppure mandando per prime la tipologia di unità avvantaggiate contro il nostro tipo. Per questo motivo, la componente strategica del gioco risulta sempre divertente, chiedendo al giocatore una buona dose di concentrazione, ma senza eccedere nella difficoltà generale degli scontri.
Infatti, ogni combattimento si basa interamente sulle nostre scelte tattiche: le singole unità possiedono armamenti diversi che differenziano il loro ruolo in battaglia. Ogni nave ha un’arma primaria di una certa tipologia (missili, cannoni, ecc), efficace contro determinati nemici. In aggiunta è possibile utilizzare diverse abilità attive, le quali hanno effetti che vanno dal semplice danno, fino all’eliminazione degli scudi nemici, passando per buff vari.
Come si può intuire, considerare tutto questo è fondamentale per la buona riuscita di ogni missione, soprattutto nelle fasi più avanzate della storia. Va detto, però, che le situazioni tendono a ripetersi fin troppo, risultando simili tra loro ed in alcuni casi, persino noiose.
Inoltre, tutta la struttura di gameplay è profondamente derivativa dai classici del genere, non riuscendo a ritagliarsi un’identità propria.
Realizzazione tecnica
La realizzazione tecnica di Ancient Frontier: Steel Shadows è appena accettabile. I modelli delle navi sono poco dettagliati ed i pochi effetti visivi del titolo sono buoni, ma decisamente migliorabili.
Inoltre, l’ottimizzazione generale del gioco lascia molto a desiderare, sforzando il PC molto più del dovuto (soprattuto considerando la bassa mole di poligoni a schermo). Allo stesso modo, sono visibili alcuni cali di frame sporadici, anche in questo caso ingiustificabili, considerando la tipologia di gioco.
Parlando del comparto artistico la situazione non migliora: le navi sono anonime ed i personaggi stereotipati e piatti. Possiamo dire che in generale il titolo non riesce a proporre uno stile tutto suo. Proprio per questo motivo è difficile riuscire ad affezionarsi a qualcuno durante le scorribande o interessarsi vagamente alla vicenda.
Sul comparto sonoro c’è poco da dire, dato che vediamo dei semplici effetti durante i combattimenti, in aggiunta a qualche musica orecchiabile ma non memorabile.
Per concludere
Vale la pena acquistare Ancient Frontier: Steel Shadows? Dipende.
Se sei un giocatore appassionato del genere, allora potresti trovare nel gioco un buon esponente, capace di proporre qualche ora di divertimento e nulla più. Il titolo non eccelle in nulla, ma riesce comunque a fare il suo dovere, ponendosi come un gioco godibile per i fan degli strategici a turni e dello Sci-Fi.
In caso contrario, tuttavia, è molto meglio andare su altri titoli; dato che Ancient Frontier: Steel Shadows si limita a fare i compitini a casa, senza proporre nulla di davvero rilevante al giocatore. In altre parole parliamo di un gioco “senza infamia e senza lode”, che supera abbondantemente la sufficienza, ma senza riuscire ad eccellere in alcun modo.