Per il mercato videoludico il panorama indie è una realtà unica nel suo genere in cui non sembrano esserci mezze misure. Quando si parla di indie infatti è difficile che si trovi una via di mezzo nella valutazione: molto spesso ci troviamo davanti a un prodotto rivoluzionario (opere del calibro di Undertale) capace di cambiare le carte in tavola per l’industria stessa, oppure siamo davanti a pessime idee che possono portare a un flop. Certamente una via di mezzo non è impossibile, ma dobbiamo ammettere che in questi casi si tratti di esperienze mordi e fuggi destinate a finire presto nel dimenticatoio.
Gripper, purtroppo, rientra nella seconda categoria, proponendo un gameplay che, a parer mio, già sulla carta non risulta particolarmente brillante, e anche la messa in atto (almeno in parte) si rivela alquanto discutibile. E sono sincero nel dire che è davvero un peccato: il gioco farà il suo debutto su Steam nel primo quarto del 2023, ma già da questa anteprima risulta alquanto affascinante a livello di lore e world building, ed è un vero peccato che alcune idee affascinanti (per quanto non siano poi il massimo dell’originalità) vengano affossate da un gameplay molto macchinoso. Esploriamo i vari aspetti di Gripper in dettaglio!
Gripper: un dramma familiare distopico
Trattandosi ancora di un’anteprima, gli sviluppatori hanno preferito non sbilanciarsi dal punto di vista narrativo, tenendo ancora celati diversi aspetti della trama, ma anticipando una narrazione che permetterà ai giocatori di scoprire passo dopo passo l’infanzia e l’adolescenza del protagonista None. Il giovane protagonista ci verrà infatti presentato fin da piccolo come un normalissimo ragazzino con un rapporto idilliaco coi propri genitori.
Misteriosamente però, questo rapporto si interrompe e None si allontana di casa, le prime battute della narrazione infatti si svilupperanno tramite delle lettere dei genitori del ragazzo, della mamma in particolare, che lo imploreranno anno dopo anno di tornare a casa, senza però ricevere alcuna risposta. Una di queste lettere però sarà completamente diversa dalle altre e suonerà come un avvertimento: None non deve assolutamente tornare a casa perché un esperimento di suo padre sta causando “problemi”.
Il nostro protagonista, avvertendo il pericolo, si precipiterà a casa e troverà una vera e propria dittatura robotica instaurata proprio da una delle creazioni di nostro padre sfuggita al suo controllo e diventata senziente. Toccherà a noi, in compagnia del nostro robot peluche nonché amico d’infanzia, eliminare l’enorme mente alveare robotica e ristabilire l’ordine. Come anticipato, non si tratta di nulla di rivoluzionario a livello di tematiche, ma è interessante il modo in cui gli eventi vengono narrati e come la storia del protagonista (almeno apparentemente) si svilupperà man mano.
Gameplay (quasi) del tutto da rivedere
Il gameplay si divide in due sezioni molto diverse tra loro tanto a livello concettuale quanto qualitativo: una prima fase sarà infatti una sorta di endless runner anche abbastanza complesso e con un tasso di sfida decisamente elevato in alcune sezioni. Ho molto apprezzato queste sezioni di gameplay, che in certi punti hanno raggiunto dei considerevoli picchi di difficoltà che hanno trasformato la mia run in una sorta di trial and error in cui sono stato costretto a memorizzare l’intero tragitto per uscirne vivo.
A bordo della nostra moto (un chiaro omaggio a opere del calibro di Akira, ma ancor di più alle moto virtuali di Tron) ci lanceremo in un vero e proprio tunnel con ostacoli di ogni genere che ci sbarreranno il cammino: veloce, dinamico, frenetico, ma sempre fluido, se tutto il gioco fosse impostato in questo modo, magari prevedendo anche boss fight nelle quali schivare gli attacchi degli avversari in arrivo, staremmo parlando di un titolo del tutto riuscito, ma a questo tipo di gampelay se ne alterna, come anticipato, uno molto più “sporco”.
Una volta arrivati a destinazione infatti inizieranno le fasi di gameplay più “action”, nonché le meno riuscite e confusionarie. Ci ritroveremo infatti all’interno di arene nel quale dovremo affrontare i boss della zona, per sopravvivere a questi scontri la nostra moto sarà equipaggiata con un gancio retrattile col quale agganciare oggetti da scagliare contro i boss oppure stappare pezzi dagli stessi giganteschi robot per destabilizzarli e rendere gli scontri più accessibili.
Purtroppo, il fatto di essere costantemente su una moto (non particolarmente precisa in termini di controllo e derapata), direzionare i nostri attacchi si rivelerà un’impresa ardua e al limite del frustrante, trasformando le boss fight in una sorta di folle e snervante tiro al bersaglio, il tutto mentre dovremo anche preoccuparci di evitare gli attacchi avversari, un’impresa non da poco dato che i boss chiameranno a raccolta anche altri minion che moltiplicheranno la quantità di attacchi in arrivo.
Sopravvivere agli scontri diventerà quindi parecchio impegnativo a causa di una difficoltà artificiale legata a una gestione approssimativa di questi scontri. A onor del vero, ho avuto la possibilità di provare una sola boss fight in questa anteprima, ma dubito che i problemi fossero legati solo a questa particolare situazione, anzi è palese come questo sia il vero e proprio scheletro di queste sezioni, destinato a rimanere uguali anche negli altri scontri e inficiando così buona parte della godibilità del gioco.
Comparto tecnico: un futuro promettente!
Dal punto di vista del comparto tecnico invece c’è da ammettere che Gripper si difende davvero bene, manca ancora una certa rifinitura in termini di ottimizzazione, il gioco infatti tende, allo stato attuale, a subire dei rallentamenti ed evidenti cali di frame, soprattutto duranti i filmati di transizione tra una sezione e l’altra; tuttavia è palese che si tratti solo della fase finale di polishing.
Graficamente invece ci troviamo davanti a un gran bel vedere, un titolo che presenta una grafica in stile No More Heroes, ma che punta meno sul cel shading e più sugli elementi in 3D che in alcuni momenti sembrano quasi alieni al contesto, ma che proprio per quello funzionano alla perfezione. Anche per quanto riguarda la colonna sonora il gioco propone una buona selezione musicale, molto ritmata e piacevole, che enfatizza alla perfezione l’adrenalina del gameplay.
In definitiva, Gripper non mi sembra un titolo particolarmente degno di nota, almeno al momento; penso che ci sia ancora un bel po’ di lavoro da fare dietro le sezioni di “combattimento”, e spero davvero che vengano rifinite e messe al pari del resto della produzione in quanto sembra un progetto discreto, sicuramente non rivoluzionario, ma comunque piacevole e godibile grazie a una buona narrazione e un buon comparto tecnico.