Massacrato dall’utenza, ritenuto mediocre dalla stampa specializzata, un fallimento annunciato. Davvero Anthem si merita di essere deprezzato a € 5,00 ?
La risposta è ovviamente “No”. Un gioco come Anthem, anche solo per il suo comparto tecnico, non potrebbe mai trovare giustizia in un prezzo di vendita così esiguo.
Tuttavia, il mio scopo non è analizzare il fenomeno economico del deprezzamento, e nemmeno redigere una recensione 2.0.
In questa sede le mie intenzioni sono assai semplici: difendere la qualità di Anthem in rapporto ad un prezzo che ritengo davvero indegno, al di là di qualsiasi sentimento negativo si possa provare.
Anthem non deve essere giudicato severamente solo perché l’utenza mal sopporta Electronic Arts (per usare un eufemismo), e nemmeno perché ritiene i giochi multiplayer (cosa che il titolo di EA è solo in parte) meno ispirati, a priori, di un single player.
Prima di iniziare, ovviamente, urgono delle premesse:
- La mia difesa si baserà sulla versione aggiornata del gioco, quindi con tutte le Patch arrivate nel post-lancio
- Non mi baserò unicamente sulla campagna principale del titolo e, più in generale, non fornirò una panoramica completa di tutto ciò che il titolo stesso potrebbe offrire, dal momento che, per sua stessa natura, Anthem vuole essere un’esperienza prolungata nel tempo, con un corposo Endgame (al pari di giochi come la serie The Division di Ubisoft, Anthem è inteso, di fatto, come un Game as a Service)
- Ci tengo a ribadire che questa non è una recensione del prodotto per come è uscito all’epoca, bensì un’analisi dell’attuale valore di Anthem, per quella che è stata la mia personale esperienza.
Fatte le dovute premesse, possiamo finalmente partire.
Il mondo di Anthem, tutto fumo e niente arrosto ?
Iniziamo questa analisi dall’elemento che, forse più di tutti, è stato giudicato in maniera negativa. Il mondo di gioco e come esso ci viene raccontato.
Tutti quelli che condannano Anthem per una trama poco ispirata, per dei dialoghi poco profondi, ed in generale per una lore troppo spoglia, sbagliano completamente l’approccio al gioco.
Innanzitutto, non ci troviamo di fronte ad un single player dalla forte componente narrativa, dimenticatevi i vari Mass Effect e Dragon Age, stavolta Bioware non ha lavorato in quella direzione, ergo, non si può pretendere la stessa profondità narrativa delle sue opere precedenti.
In secondo luogo, non è assolutamente vera l’affermazione secondo cui la lore di Anthem sia povera e scarna. Indubbiamente, come già detto, non è al top della profondità narrativa, ma tutti gli NPC presenti nel gioco hanno una loro backstory, e starà a noi prenderci il tempo per conoscerle tutte. Questo avverrà tramite una serie di dialoghi, i quali potranno risultare un po banali se paragonati ad altre opere con una maggiore qualità di scrittura (per fare un esempio al di là di Bioware, potrei citare un The Witcher 3), ma che comunque svolgono il loro ruolo fondamentale, ovverosia, raccontarci il mondo di gioco ed i personaggi che lo abitano.
In ultimo, è bene menzionare l’enorme quantità di materiale scritto presente nel gioco. All’interno del cortex (conosciuto come codex negli altri giochi dello sviluppatore), saranno presenti righe e righe di racconti e storie (e qui, la qualità nella scrittura del team canadese si sentirà eccome) le quali riusciranno, integrandosi con i dialoghi poco sopra descritti, a fornirci una panoramica esaustiva del mondo di gioco.
Anthem non è un vero e proprio GDR, anzi, nello specifico la parte ruolistica è ridotta all’osso. Ma questo non significa che sia approssimativa; semplicemente non offre la profondità riscontrabile in altri titoli.
Gunplay e sistema di volo, soddisfacenti o approssimativi?
La critica più aspra che viene mossa nei confronti del gameplay di Anthem, e forse, la più banale, è quella in merito alla ripetitività dei combattimenti.
Partiamo dalle basi: in quanto looter shooter, il gameplay di Anthem si basa sulla costante distruzione di orde di nemici, le quali droppano equipaggiamento oppure oggetti per il crafting di rarità variabile. Iniziamo col dire che, se questa meccanica non va a genio all’utenza, non è certo colpa del gioco.
Al pari di altri videogiochi del genere, Anthem non brilla certo per la personalità dei nemici, anzi, in effetti comprendo chi lo accusa di averli resi delle banali pedine da abbattere; tuttavia, la scelta è abbastanza funzionale al permettere l’esaltazione degli strali (le armature/esoscheletri che andremo a controllare nel gioco). Il giocatore non deve sentirsi in difficoltà mentre elargisce distruzione ai suoi nemici, viceversa, deve sentire nelle sue mani tutta la potenza soverchiante che deriva dall’essere uno specialista, un esperto soldato capace di comandare i suddetti strali.
Lo stesso sistema di volo, che per molti detrattori “viene presto a noia”, è funzionale, innanzitutto, per l’esplorazione del mondo di gioco, che si sviluppa per diverse lunghezze sia in orizzontale che in verticale, ma anche per variare l’approccio al combattimento. Di fatto, è il miglior sistema di volo mai creato fino ad ora (non che ci volesse tanto, dal momento che ben pochi sviluppatori hanno provato a puntare su un gameplay del genere), e definirlo ripetitivo, semplicemente perché dopo averci preso la mano “smette di stupire come all’inizio”, lo trovo abbastanza ridicolo, dal momento che si potrebbe trasformare tale critica negativa in un elogio, definendolo “semplice ed intuitivo” . Ovviamente stiamo parlando di gusti personali, può piacere o meno, ma non si può dire che la libertà di movimento offerta da Anthem sia un punto negativo del gioco.
Qual è il valore di Anthem?
Tirando le somme di quanto detto finora, qual è, dunque, il vero valore di Anthem?
Sia chiaro che non ho intenzione di rispondere con un valore numerico, anzi, non ho intenzione di rispondere con un’affermazione secca.
Come detto all’inizio dell’articolo, il mio scopo era difendere l’attuale valore del gioco, dal momento che ritenevo ingiusto vederlo deprezzato così selvaggiamente.
In sostanza, mi sento di dire che Anthem è, con i suoi pregi e difetti, un looter shooter in buona parte classico, che, tuttavia, merita di essere provato non solo per le innovazioni apportate al genere (che non si limitano al solo sistema di volo), ma anche per la sua componente narrativa, la quale, seppur nettamente inferiore alle altre opere di Bioware, fa bene il suo dovere, raccontandoci un mondo di gioco che è ben lungi dall’essere un semplice pretesto per giustificare la nostra voglia di sparare e volare.