Quando pensiamo ad un eroe, come lo immaginiamo? Beh nella realtà è facile rispondere: medici, poliziotti, vigili del fuoco, volontari, ecc. Ma nel mondo dell’intrattenimento l’eroe è quella figura che dona se stessa per il bene di tutti noi. Sono sempre esistite storie di personaggi dall’animo puro e dal cuore coraggioso, sempre pronti a difendere i deboli e a sconfiggere il male.
Male e bene, buio e luce: una divisione così netta. Quasi nessuno di noi è, però senza macchia, giusto? Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei, questa la storica frase scritta nella Bibbia. Questo sta ad indicare che quasi nessuno di noi è senza peccato, siamo tutti impuri. Nessuno di noi riesce davvero ad immedesimarsi nel buono.
Se nessuno di noi è il buono e puro, allora siamo il cattivo? Ammettendo di essere noi i cattivi, chi sarebbe il buono? Sarebbe così se il mondo fosse solo bene e male.
Noi esseri umani ci poniamo in quella linea di mezzo tra bianco e nero: quella linea grigia in cui possiamo trovare l’antieroe. Ma cos’è un antieroe? L’antieroe è quel personaggio che, non condividendo l’animo puro del buono, ma nemmeno il desiderio di distruzione del cattivo, si trova quindi a fare spesso i conti con il fatto di avere, alla fine dei conti, un animo buono.
Volete un esempio? Shadow the Hedgehog. Uno dei nemici più famosi del porcospino blu, che arriva però a diventare un alleato. Ce ne sono tanti altri come lui: Vegeta, Starkiller, Wario, Deadpool, Constantine e persino lo stesso Batman.
Non cadete però in inganno: un antieroe non è un cattivo che arriva ad essere amato dal pubblico, come potrebbe essere un Jack il Bello o Trevor di GTA V. Quelli non sono personaggi che celano un lato positivo, sono negativi e basta, il fatto che però siano così simpatici ce li fa preferire ad altri cattivi, pur rimanendo degli antagonisti.
Verissimo, io preferisco sempre i “cattivi” nei giochi così come nei film… sono piu caratterizzati! Stesso discorso anche negli anime, i cattivi hanno una marcia in più
È sempre così: il pubblico vuole sempre trovare l’elemento, nell’opera di finzione, in cui si possono riconoscere.
Ci sentiamo “a casa”, se impersoniamo o anche solo vediamo un’antieroe: fa pensare che anche noi, volendo, possiamo essere eroi, dato che si è totalmente rotto l’immaginario comune dell’eroe sempre buono e giusto.
E poi, dal punto di vista più critico (secondo me), se confrontiamo gli eroi dei videogiochi del passato, e quelli più attuali, possiamo avere anche protagonisti più caratterizzati e più, appunto, umani.
Ho fatto tanti giri di parole per dire due concetti, spero di non aver fatto ammosciare nessuno sulla sedia :’D