Anuchard è un action rpg caratterizzato da una coloratissima grafica in pixel art e da un gameplay isometrico molto semplice e dinamico. La sua uscita è attesa per il 21 aprile, data in cui diverrà disponibile su Steam, Epic e Nintendo Switch. Considerando la tipologia di gioco, trovo la scelta delle piattaforme di distribuzione molto ben ponderata.
Fin dalle prime occhiate al trailer è chiaro dove cada il riferimento di Anuchard che si lega a quel filone di action rpg tradizionali che vedono nei primi The Legend of Zelda il loro capostipite e principale fonte di ispirazione. Per sviluppo della storia e del gameplay, però, mi ha ricordato più che altro quella piccola gemma di Alundra, pur non raggiungendo le vette di drammaticità narrativa di quel capolavoro.
Dietro allo sviluppo di Anuchard c’é stellarNull (scritto proprio così), un piccolo studio di sviluppo indipendente che è stato fondato in Indonesia nel 2011 e che ha all’attività diversi giochi in flash. La loro mission è quella di sviluppare giochi “che nessuno vuole sviluppare,” magari perché non sono di moda o potrebbero non avere pubblico. Anuchard è indubbiamente il loro progetto più ambizioso e sarà distribuito da Freedom Games.
Sicuramente Anuchard è un titolo che, al di là dei proclami di stellaNull, mira ad un pubblico preciso e ad uno specifico settore di mercato. La presenza stessa di The Legend of Zelda getta una grande ombra su tutto il sottogenere degli action rpg isometrici, un’ombra da cui non è facile uscire ed in cui sono caduti titoli ben più blasonati. Anuchard ha le carte in regola per brillare di luce propria e valere l’acquisto? Scopriamolo insieme.
Per chi suona la campana?
Anuchard un tempo era un luogo meraviglioso e pacifico protetto da cinque guardiani, una terra di abbondanza sospesa in cielo. Un giorno però i guardiani se ne andarono senza dire nulla e il paradiso anuchardiano precipitò giù dal cielo schiantandosi nel mondo sottostante. Solo una piccola parte dell’isola sopravvisse all’impatto, ma il resto si fuse con il terreno sottostante creando un intrico di gallerie e passaggi denso di magia oscura e abitato da mostri spietati. Quello che oggi è conosciuto come il Dungeon.
I discendenti dei sopravvissuti alla caduta ora vivono su quel frammento di terra che hanno chiamato Orchard, l’unico villaggio rimasto e l’unico luogo che conserva una piccola scintilla di magia, a malapena sufficiente a sopravvivere. Il desiderio però di restaurare l’antico regno non è mai svanito e generazioni di esploratori e coraggiosi si sono avventurati nel Dungeon, solo per scomparire nel nulla. Solo alcuni sono tornati in forma di statue senza vita e anima.
La leggenda narra che un giorno arriverà la Prescelta, la Portacampana, colei che impugnando la sacra reliquia, la Audros Bell, riuscirà a svelare i segreti del Dungeon, risveglierà i guardiani dal loro torpore e ripristinerà il paradiso di Anuchard. Quel giorno è infine arrivato e la Prescelta sei te! Nei panni della Portacampagna, ti rivelerai all’altezza del tuo compito? E quali misteri e segreti sono nascosti nel Dungeon e nel passato di Anuchard?
Per quanto le premesse siano apocalittiche e sconfortanti, preludendo ad un possibile dark fantasy, l’atmosfera di Anuchard è molto leggera e giocosa, puntando più verso una classica storia di crescita e avventura. Questo è sia un pregio che un difetto. Se da una parte la narrazione diventa così più godibile e rilassante per il giocatore che sicuramente viene coinvolto dal mondo di colori del titolo, d’altro canto l’umorismo e i toni sopra le righe sono a volte decisamente di troppo. Avrebbe giovato qualche piccolo tratto di drammaticità qua e là. Il destino del mondo dipende da noi, ma non ne avvertiamo davvero il peso.
Campane Infernali
Come detto in apertura, Anuchard è un action rpg isometrico dai comandi molto semplici ed intuitivi. Con l’analogico sinistro del nostro controller possiamo muoverci liberamente in tutte le direzioni mentre gli altri tasti varieranno la propria funzione a seconda della fase di gioco in cui siamo. Anuchard alterna infatti due fasi ben distinte attraverso una partita, la quale è a sua volta divisa in diari e capitoli.
La prima fase è quella esplorativa dove ci muoveremo per l’HUD del gioco e dove non dovremo combattere. Qui, oltre alle direzioni, abbiamo un solo tasto atto a farci interagire con l’ambiente. Che sia raccogliere un oggetto o parlare con un personaggio, il tasto sarà sempre quello. In questa fase scopriremo e raccoglieremo le missioni principali e secondarie e manderemo avanti la storia. Sarà quella in cui giocheremo indubbiamente di più.
Le missioni principali si risolvono nel dungeon e per iniziare prevedono la scoperta di un oggetto che funge da ricordo per trovare il nostro obiettivo, che questa sia un’anima di un certo personaggio o di un guardiano. Le missioni secondarie invece si raccolgono e risolvono nell’HUD centrale. Possono consistere nel trovare e parlare con determinati personaggi o magari raccogliere e collezionare certi oggetti.
Un’altra tipologia di obiettivi sono “le persone scomparse.” Queste sono anime che si sono perse nel Dungeon, ma che non sono di primaria importanza e sono più nascoste. Liberarle è quindi una specie di missione secondaria del Dungeon e farlo da’ accesso alla possibilità di ottenere bonus aggiuntivi come nuove tecnologie o nuovi cibi. Via via che libererai anime e guardiani, infatti, nuove zone dell’HUD centrale si apriranno e si sbloccheranno nuove attività, tra cui la possibilità di cucinare cibi o di sviluppare tecnologie.
La prima può portarti a pensare ad un qualche minigioco, ma in realtà non è nulla di così elaborato. Semplicemente sceglierai un alimento come base che ti darà un qualche attacco speciale alla fine di una combo ed un secondo alimento come condimento che ti darà dei bonus alle statistiche. Fine, tutto qui. Un’occasione un po’ sprecata. Per le tecnologie, invece, dovrai semplicemente cercare e raccogliere tutti i collezionabili presenti in ogni livello del Dungeon così da poter sbloccare migliorie di ogni tipo, sia estetiche che di gameplay.
Come avrai intuito, l’altra fase di gameplay di Anuchard sono i dungeon. Ogni ricordo raccolto genera un dungeon diverso e di base sbloccherai un solo livello del dungeon per capitolo della storia. I dungeon terminano quando liberi l’anima/guardiano bersaglio e quelli già superati possono essere rigiocati solo dopo che avrai sconfitto il Guardiano Green. Ogni dungeon ha una propria mappa e proprie caratteristiche, ma di base non sarà mai troppo complesso e consisterà sempre in un piccolo labirinto di corridoi, stanze e porte. Per aprire alcune di queste dovrai rompere dei cristalli rossi che fanno da lucchetto. Ci saranno anche dei cristalli blu che contengono i ricordi delle anime che si sono perse nel dungeon.
Quando sei nel dungeon, con un tasto attaccherai usando l’Audros Bell e potrai effettuare una breve combo che terminerà con un attacco speciale che dipende dal cibo consumato in precedenza. Con un altro tasto potrai effettuare un attacco più forte che spinge via il bersaglio. Questo può essere usato sia per spingere i nemici, rompendo la loro armatura, così come per spingere oggetti presenti nel dungeon da usare per risolvere i puzzle presenti. Un terzo tasto permette infine di evocare, a scapito della propria energia magica, un totem guaritore. L’energia magica va però prima caricata raccogliendo i piccoli cristalli verdi che si trovano nell’erba (Link docet) o che vengono lasciati cadere dai mostri.
Di base Anuchard è tutto qui e bisogna essere onesti: per quanto sia divertente, diventa facilmente ripetitivo, obbligando a dividere l’esperienza di gioco in più sessioni diverse per non annoiarsi velocemente. Ogni capitolo è la stessa solfa. Scopri la missione principale, scopri le secondarie e risolvile, scopri le anime extra da salvare, cucina, entra nel dungeon ed esplora tutto al 100%, torna indietro e sviluppa le tecnologie scoperte con i collezionabili raccolti. Non aiuta, inoltre, che Anuchard non abbia un salvataggio automatico e ogni volta dovrai tornare nella capanna del capo per “annotare i tuoi progressi” sul diario. Tanto tradizionale quanto noioso.
Campane e campanellini
Passando al comparto artistico di Anuchard, la prima cosa che sicuramente colpisce è la grafica in pixel art del titolo, davvero molto curata, dettagliata e soprattutto ben animata. Il suo stile strizza chiaramente l’occhio ad una certa tipologia di cartoon, ma riesce sicuramente a farsi notare soprattutto per il sapiente e abbondante uso di colori. Sicuramente Anuchard non sfigura graficamente accanto ad un più blasonato action rpg, grazie all’utilizzo di raffinati disegni 2D.
Certo, alcune cose non sono molto chiare e si perdono un po’ nel paesaggio, ma esiste più di uno sfondo o di un’area capace di lasciare a bocca aperta e ho adorato come, pur non vedendo le espressioni dei personaggi, queste vengano proposte con dei simpatici baloon sopra la testa, anch’essi animati in modo davvero piacevole. Davanti a questa cura, spiace però che ancora una volta i dungeon risultino l’elemento più piatto e ripetitivo del mucchio.
Tutta la magia, il mistero ed il terrore che questi dovrebbero suscitare, si perde in dei labirinti piatti e ripetitivi con ben pochi elementi distintivi. Carina l’idea che ogni dungeon riproponga una caratteristica chiave dell’anima/guardiano che lo ha generato, ma anche questo buono proposito è sfruttato davvero troppo poco. L’ambiente del livello del dungeon varia a seconda del Dungeon da cui partiamo, ma sono modifiche davvero minimali. Anche i nemici normali sono abbastanza monotoni e ripetitivi, decisamente poco ispirati come design.
Per quanto riguarda la soundtrack, questa strizza l’occhio ai giochi del passato con frizzanti sinfonie midi che a volte colgono nel segno mentre altre volte sono decisamente troppo anonime. Diciamo che la maggior parte passa più che inosservata. Molto meglio gli effetti sonori che sono davvero azzeccati e a tratti divertenti, aiutano non poco ad immaginare le reazioni di personaggi che di base non hanno volto.
La campana della “divisione”
Tirando le somme e tornando al dubbio iniziale: Anuchard è un action rpg isometrico che riesce a farsi notare nel lungo filone di titoli simili? Vorrei tanto dire di sì perché ci sono molti spunti pregevoli e tanti punti di forza. In più non posso negare che mi sono divertito non poco a giocarlo e il tutto è durato considerevolmente. In Anuchard ci sono tante cose da fare e scoprire ed il gioco ti spinge bene a farlo, complici dei comandi molto intuitivi ed i toni leggeri, oltre che la realizzazione grafica di pregio.
Il problema è che la maggior parte delle grosse potenzialità che potrebbero permettere a Anuchard di fare un passo verso la perfezione, vengono completamente sprecate o restano inutilizzate. Vedi una struttura di gioco ripetitiva, un tono a volte eccessivamente umoristico, un livello di difficoltà molto basso, un design dei mostri poco ispirato… per non parlare del “minigioco” della cucina, tanto pubblicizzato, ma poi alla fine abbastanza banale. A tutto questo si aggiungono anche alcune scelte “tradizionali” che non comprendo del tutto, come quella scomoda di non dotare i giocatori di un salvataggio automatico.
Insomma, Anuchard attualmente costa 14.99 euro sullo shop Nintendo Switch ed è un prezzo tutto sommato accettabile per un titolo che regala molto divertimento e tante ore di gioco. Il problema semmai è che molto probabilmente passerà completamente inosservato perché non spicca dalla massa di giochi simili e può avere presa solo su chi cerca qualcosa di questo genere e ha finito tutto ciò che è già presente sul mercato (e magari è meglio pubblicizzato).
Concludendo Anuchard non è un brutto gioco, tutt’altro. Tuttavia è un gioco che poteva essere molto meglio, ma fallisce nella maggior parte di quei buoni propositi che lo avrebbero reso diverso. E’ un titolo che comunque mi sento di consigliare, ma che dubito avrà il successo sperato. In ogni caso è un buon passo avanti per stellarNull che spero continui a lavorare in questa direzione, in ottica di creare un futuro titolo ancora migliore e magari più vicino alla perfezione.