È una di quelle storie che fa sempre piacere sentire, perché mostra come il carattere e la resilienza di un uomo possano fare miracoli anche in un ambito tanto “innocuo” come quello dei videogiochi: Apex Legends, il nuovo fps di Respawn Entertainment, è al centro di una vicenda che scalda il cuore e fa spuntare lacrime virili anche negli occhi più insospettabili.
Dopo aver macinato record su record negli accessi, lo sparatutto free-to-play edito da Electronic Arts si tinge anche di umanità, mostrando come un semplice controller possa essere uno strumento atto ad assecondare il desiderio di mettersi in gioco contro la propria disabilità. In modo semplice, senza melodrammi, con la gioia e la soddisfazione intima di un match ben riuscito.
Tony Vaitkevich, in rete noto con lo pseudonimo di “toeyouup” (traducibile con “ti allucio io”), è un ex veterano del Corpo dei Marines. Nato a Dallas, attualmente vive e lavora a Dublino come agente immobiliare. È sposato, ha due figli e un cane bassotto goloso di Nutella.
A 24 anni ha perso il braccio sinistro in un incidente in moto
A questo si deve il suo soprannome.
Mister Vaitkevich, infatti, ha imparato a convivere con la disabilità utilizzando le dita dei piedi per compensare la perdita del braccio, e ne ha fatto uso per assistere altre persone, divenendo specialista certificato presso la Amputee Coalition, un’associazione che si occupa della riabilitazione delle persone sottoposte ad amputazione. Lavora, vive, ama come qualsiasi essere umano.
E, a quanto pare, gioca pure da Dio.
La sua performance in diretta Twitch è di quelle che lasciano basiti: usando la mano destra e il piede sinistro per reggere il controller (la ripresa è specchiata), Tony centra il bersaglio con precisione chirurgica, riuscendo nel contempo a rianimare un compagno di squadra ed essere l’ultimo superstite in gioco. E parliamo di partite che raggiungono tranquillamente i sessanta giocatori per sessione, cosa che rende la prestazione di mister Toeyouup, se possibile, ancora più rilevante.
La redazione di iCrewPlay, nonché il sottoscritto, non possono che sentirsi rincuorati dal fatto che la tecnologia, dopo tanti momenti bui e critiche aspre da parte degli addetti del settore e, più spesso, degli ignoranti in materia, abbia portato a un simile momento di orgoglio da gamer.
E prima ancora, orgoglio da uomo.