Sviluppato da TNgineer e pubblicato da Whitethorn Games, APICO è un rilassante, sorprendentemente accessibile, e intelligente simulatore di apicoltura che prova a trasmettere un messaggio essenziale utilizzando il medium del videogioco: bisogna preservare le api. Ma non le api di APICO, le api reali. Parliamo di un problema concreto e spesso troppo sottovalutato. Dopo aver apprezzato e premiato la versione PC (qui trovi la nostra recensione) abbiamo provato a salvare il mondo anche su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
APICO: l’importanza delle api
APICO non è il primo titolo che prova a evidenziare l’importanza delle api nel mondo reale sfruttando il mondo virtuale. Prima di lui, anche Bee Simulator tentò, attraverso la strada del simulatore di ape (quindi controllando direttamente l’insetto), di tramandare lo stesso messaggio. Bee Simulator lo fece con un linguaggio semplice, quasi da fiaba e in molti hanno visto il titolo come adatto a un target inferiore (cosa che a conti fatti, è). APICO prova ad andare oltre, niente fiabe e niente api da controllare direttamente e in più, espande il suo target tentando un approccio alla Minecraft (da cui, inevitabilmente, si ispira).
Prima di tutto, noi siamo un apicoltore, o meglio, un aspirante apicoltore. La prima cosa che dovremo fare è scegliere un nome, personalizzarlo un pochino (noi abbiamo scelto d’indossare come copricapo un intero alveare) e poi iniziare. La prima cosa su cui poseremo gli occhi sarà la lettera della nonna che ci mostra la sua gioia di ospitarci e accoglierci in un’attività, l’apicoltura (appunto), che viene tramandata da tempo ma che non riesce ad attecchire con tutte le generazioni. Nostro padre, infatti, non sembra esser stato un grande appassionato. Ma neanche noi lo eravamo, non per niente veniamo dalla città.
In ogni caso, torniamo dalla nonna che ci accoglie con grande gioia, lasciandoci subito con uno degli strumenti più importanti del gioco: la guida. Il tutorial di APICO è studiato con intelligenza, mai troppo invasivo eppure essenziale tanto per comprendere il gameplay e le sue regole quanto per procedere nell’avventura. Quasi ogni paragrafo, infatti, oltre a illustrare i comandi, ci chiederà di fornire dei risultati concreti. Fatto ciò, ci premierà e sbloccherà il successivo paragrafo.
Mentre familiarizziamo con il manuale del nonno, scopriremo man mano i dettagli del luogo (in gran parte coperto da una rigogliosa foresta) e avremo modo d’incontrare altri personaggi. Saremo onesti, non tutti spiccano per carisma o originalità e anzi, alcuni sono relegati a mere funzioni pratiche (come dare consigli o venderci roba). La trama stessa del gioco, non è rivoluzionaria e non è certo lei il motore principale che rende APICO un’esperienza unica e a suo modo magica.
Gameplay
Il gameplay ha il merito di rendere APICO un buon gioco con il pregio di essere accessibile a un vasto pubblico e soprattutto senza mai complicare troppo le situazioni, nonostante la sua anima è ben amalgamata col mondo del crafting. Ma procediamo con ordine. Prima di tutto, APICO è un sandbox, quindi mappa aperta e molta libertà d’azione. Lo scopo, come detto, è quello di preservare le api e per farlo dovremo apprendere i segreti del mestiere.
Abbiamo citato i manuali ed è lì che imparerai i segreti del crafting che coinvolge praticamente tutto il mondo di APICO. Dal principio avrai modo di affrontare gli alberi e scoprire quanto possono essere preziosi come risorsa e non solo. Avremo strumenti da padroneggiare, creare e utilizzare. L’ascia, ad esempio, sarà essenziale per abbattere gli alberi da cui potremo recuperare il legno. Il legno, a sua volta, può essere lavorato al corrispettivo tavolo da lavoro per ottenere altre tipologie di materiali a loro volta utilizzabili per creare mobili o nuovi strumenti.
APICO è un mondo in continua evoluzione, le possibilità a nostra disposizione si moltiplicano con l’avanzare dell’avventura (come in Minecraft) e le sfide si manterranno sempre a un livello accettabile e accessibile senza contare che il gioco fa del relax uno dei suoi cavalli di battaglia (ma anche punto debole per chi cerca un’esperienza più d’azione o difficile).
Tra materiali da raccogliere, unire, perfezionare e smontare, ci saranno anche dei minigiochi decisamente veloci e pratici seppur qui si sente una grave mancanza nei comandi della Nintendo Switch. Non è implementato il touch screen e non è presente un cursore a schermo. Questo significa che dovremo spostarci di casella in casella nei vasti inventari a nostra disposizione e, nel caso dell’interazione con casse, armadi, tavoli da lavoro e quant’altro, gli inventari diventano due (più o meno come nei giochi Pokémon quando s’interagisce coi box e col proprio team). Per fortuna, APICO include delle pratiche scorciatoie come spostare velocemente un oggetto premendo un tasto.
Veniamo ora alle protagoniste indiscusse: le api. Il gioco introduce delle tipologie di api inventate, oseremo dire, fantastiche e va bene. Allunga il numero di tipologie d’insetto che dovremo conoscere, scoprire e infine allevare. Prendersi cura delle api, comprendere la loro vita e i loro innumerevoli vantaggi è tanto interessante quanto divertente da giocare. E a tal proposito, non mancheranno battute da parte degli sviluppatori e sì, i sottotitoli e i testi a schermo sono completamente in italiano e, considerando il tipo di gioco e la mole di regole, non può che giovare all’intera esperienza. Da segnalare giusto qualche parola poco ottimizzata nei box, fuoriuscendo da questi ma niente di grave.
Da segnalare invece che, dopo un inizio intrigante, grazie anche al sistema di manuali e alle possibilità ludiche in costante aumento, le novità vanno a scemare mentre la monotonia di fondo (e comune comunque al genere) inizia a emergere. Infine, tra le due modalità dell’ibrida Nintendo, quella portatile risulta perfetta sia per la tipologia di gioco (tranquillo, puoi uscire e salvare manualmente quando desideri) sia per la tipologia di grafica utilizzata.
Grafica e sonoro
Graficamente APICO ha uno stile minimal, dalla palette di colori non molto vasta ma intelligente e a suo modo furbo. Lo stile è adatto a ogni target ed esegue il suo ruolo senza problemi, dimostrandosi fluido ed efficace. Certo, i personaggi a schermo possono risultare un po’ anonimi ma non è il cast a dover spiccare, piuttosto il gameplay e il messaggio. La grafica quindi si sposa alla filosofia dell’accessibilità e dell’immediatezza e vince la sfida.
Il sonoro compie il suo dovere senza dare fastidio e restando ben lontano da eccessive ripetizioni. Si tratta di un accompagnamento musicale gradevole, neanche troppo costante e per questo, non invasivo. Ideale per vivere una o più giornate da apicoltore!