Apotheorasis – Lab of the Blind Gods è un titolo molto particolare, che punta tutto su un gameplay decisamente degno di nota, in grado di offrire un’esperienza unica nel suo genere. Il titolo, infatti si gioca esclusivamente con l’audio e chiudendo gli occhi, senza la componente visiva che normalmente caratterizza i videgiochi.
Siamo quindi davanti a un vero e proprio esperimento, che tenta un campo perlopiù inesplorato e, proprio per questo motivo, interessante. Chiaramente, a questo punto sorge spontaneo chiedersi come diavolo sia possibile creare un videogioco che abbia soltanto un comparto audio. La risposta è ovviamente nella nostra recensione.
Complotti e misteri
La storia Apotheorasis – Lab of the Blind Gods ci mette nei panni di un povero padre di famiglia non vedente che, a seguito di un incidente contro un camion si ritrova da solo: moglie e figli sono infatti morti nell’impatto e il protagonista è l’unico sopravvissuto, nonostante il suo intero corpo sia ora gravemente ferito.
Forse proprio per questo motivo, l’uomo viene rapito da una sorta di eccentrico scienziato pazzo, che “potenzia” il suo corpo con vari innesti tecnologici, dando al protagonista un udito più acuto del normale e dei veri e propri poteri telecinetici. Da queste premesse parte una storia interessante e ricca di mistero che, pur non riuscendo a eccellere, riesce comunque a intrattenere fino alla fine.
Si spara nel vuoto, in Apotheorasis – Lab of the Blind Gods
Come accennato, Apotheorasis – Lab of the Blind Gods è un titolo da giocare totalmente affidandosi al comparto audio. Lo schermo sarà infatti bloccato tutto il tempo in un’immagine statica, mentre i rumori ci daranno indizi chiari sulla posizione dei vari elementi ambientali. Chiaramente, per giocare un titolo simile bisogna assolutamente utilizzare un paio di cuffie stereo. Senza se e senza ma.
Durante le partite abbiamo infatti la sensazione di trovarci in un vero e proprio ambiente tridimensionale, dove vari rumori si alternano. I comandi sono pochi: possiamo muoverci, sparare scariche telecinetiche e creare uno scudo di fronte a noi. Tutto questo viene sfruttato in molti modi possibili, dove l’audio resta il protagonista indiscusso.
Nel tutorial, ad esempio, lo scienziato ci chiede di colpirlo e, basandoci sui rumori dei suoi passi, possiamo capire chiaramente dove si trova. Girando il mouse, infatti, la “visuale” si sposterà come in un normale sparatutto, facendo variare la posizione dei rumori e dandoci quindi un’idea chiara dell’ambiente.
Sentendo i passi a sinistra, per esempio, possiamo girare il mouse in quella direzione, finché il rumore in questione non si trova di fronte a noi e, a quel punto, possiamo sparare. Allo stesso modo, i colpi nemici vengono caricati, emettendo un rumore che ci fa capire quando alzare lo scudo.
Ma Apotheorasis – Lab of the Blind Gods non propone soltanto combattimenti. Anzi. Ci sono molte sezioni di gioco dove ci viene chiesto di avanzare ascoltando ciò che abbiamo intorno, per esempio, muovendoci in un campo minato dove le mine emettono il caratteristico “bip”, facendoci capire dove sono posizionate. Altre volte bisogna invece seguire delle voci o, in generale, ascoltare delle istruzioni che spesso portano a sezioni di gioco uniche.
Apotheorasis – Lab of the Blind Gods, quindi, sarebbe definibile come un adventure game, dove gli ostacoli chiamano in causa non tanto i riflessi, ma l’abilità del giocatore di ascoltare i suoni, immaginare un ambiente intorno e agire di conseguenza. Va fatto un applauso agli sviluppatori per essere riusciti a confezionare un prodotto simile, dove effettivamente i suoni sono percepibili con precisione mentre si ruota la visuale.
Va anche detto, però, che un gameplay totalmente basato su queste meccaniche diventa inevitabilmente limitato e, in generale, non si presta a lunghe sessioni di gioco. Ci sono poi alcuni punti eccessivamente lenti, dove le interazioni sono limitate al minimo o dove superare un ostacolo richiede fin troppo tempo. Sono però piccoli difetti, che in generale non bastano a rovinare l’esperienza di Apotheorasis – Lab of the Blind Gods.
Nessun comparto grafico stavolta!
Il comparto tecnico di Apotheorasis – Lab of the Blind Gods è inevitabilmente particolare da descrivere. Tanto per cominciare non abbiamo una “grafica” che possa dare forma agli ambienti o ai personaggi, visto che non ci sono immagini. Allo stesso modo, il comparto artistico si basa totalmente sulla capacità del giocatore di immaginare tutto ciò che lo circonda.
Per fortuna, in questo aiuta il comparto audio. Le tonalità particolari dei vari personaggi, i lunghi dialoghi e il contesto futuristico contribuiscono a delineare un immaginario solido e coerente, anche senza una parte estetica che possa supportarlo. Gli effetti sonori riescono quindi a sorreggere il peso dell’intera produzione, per via di un audio stereo davvero ben realizzato, unito a un doppiaggio e a degli effetti sempre soddisfacente, tolto qualche piccolo scivolone.