Arise: A Simple Story è un’avventura in terza persona sviluppata dal team spagnolo Piccolo Studio e pubblicata da Untold Tales (What lies in the multiverse). Il titolo è stato rilasciato sulle piattaforme principali e il 28 aprile 2022 è stato pubblicato su Nintendo Switch. In occasione del rilancio del gioco, noi abbiamo provato la versione per Xbox su Series S.
Arise: A Simple Story, un viaggio chiamato vita
Arise: A Simple Story ci catapulta senza preamboli all’inizio della storia che si apre con il funerale di un uomo anziano. Ci risvegliamo nei panni del trapassato che esplora un mondo in cui la neve si sta sciogliendo e la primavera sta iniziando. Ben presto ci rendiamo conto di essere degli osservatori dei nostri stessi ricordi.
In un lungo viaggio attraverso le stagioni della vita, cominceremo il nostro pellegrinaggio lungo verdi prati primaverili fino ad arrivare al freddo inverno. Tutto questo attraversando tutti gli alti e i bassi che caratterizzano il percorso chiamato vita.
Riavvolgi per andare avanti
Arise: A Simple Story è un’avventura in terza persona con elementi di platforming in cui per ripercorrere i ricordi del protagonista avremo bisogno di manipolare il tempo. Infatti, i livelli sono disseminati di ostacoli ambientali che potremo superare solo controllando il tempo in modo da manipolare l’ambiente.
Il tempo in Arise: A Simple Story può essere riavvolto o mandato avanti a piacimento del giocatore ma è compreso in una finestra temporale ben definita. Controllando il tempo possiamo alterare alcuni elementi ambientali come far muovere il sole e di conseguenza i girasoli, far comparire o sciogliere la neve o alterare le maree. Agendo usando il tempo sugli elementi ambientali potremo superare degli ostacoli, attraversare guadi o farci dare un passaggio da un’ape.
Procedendo lungo i livelli, in tutto 10, troveremo delle statue in pietra che rappresentano dei momenti fondamentali della vita del nostro personaggio, inoltre, esplorando a fondo i livelli potremo trovare delle sfere di luce che contengono dei ricordi che arricchiranno lo storytelling con dei disegni. Questi elementi rappresentano l’unico sistema di narrazione di Arise: A Simple Story, infatti l’intera avventura è priva di dialoghi, narratori esterni o testi scritti ad eccezione dei titoli dei capitoli.
La struttura dei livelli è abbastanza lineare, difficilmente ci si può perdere e le uniche deviazioni dipendono dalla ricerca dei ricordi collezionabili per i quali, volendo raccoglierli tutti, può essere necessario anche rigiocare il livello. Una run senza raccogliere tutti i collezionabili ha una durata tra le 4 e le 5 ore.
Arise: A Simple Story può essere giocato sia in giocatore singolo che in modalità cooperativa locale. In due giocatori, uno controllerà i movimenti del personaggio mentre il secondo giocatore avrà il compito di controllare il tempo e la visuale che può essere spostata solo lungo l’asse Y.
E alla fine giunse l’inverno…
Arise: A Simple Story è un titolo sviluppato con Unreal Engine e presenta uno stile grafico low-poly con colori che si adeguano in base al mood del livello. Passeremo da assolati campi di girasoli che ricordano eventi felici e la spensieratezza della gioventù ad inospitali ambienti divorati dalle fiamme e invasi dai rovi simbolo di rabbia e dolore.
Lo stato d’animo del personaggio si riflette non solo negli ambienti ma anche nella colonna sonora strumentale che alterna felici motivetti a struggenti brani al pianoforte. Nei livelli attraverseremo ambientazioni differenti che influiranno sui nostri movimenti, ad esempio alcuni livelli avranno una gravità alterata con salti molto più alti rispetto al normale, altri invece presenteranno superfici scivolose che renderanno molto meno precisi i controlli.
Sebbene questo aspetto sia molto ben curato, abbiamo sofferto un po’ la presenza di input lag soprattutto nei salti. In Arise: A Simple Story la visuale cambia in maniera automatica e può essere controllata solo in minima parte sull’asse delle Y. Questo ha reso alcune sezioni di platforming molto più impegnative del normale poiché le distanze venivano falsate dalla prospettiva.
A dispetto di qualche sbavatura tecnica siamo rimasti molto colpiti dalla trama che nella sua semplicità è in grado di suscitare empatia e toccare le corde del nostro cuore, il tutto senza testi o parole.