Armored Core 6: Fires of Rubicon segna il ritorno di una delle serie più di nicchia nella storia videoludica, anche se appartiene a una delle software house più apprezzate al giorno d’oggi, ovvero FromSoftware. Con il primo capitolo uscito nell’ormai lontano 1997 sulla prima PlayStation, Armored Core proponeva al giocatore tanta azione frenetica e combattimenti spettacolari a bordo di giganti Mecha.
Negli anni i capitoli e gli episodi stand-alone, come Armored Core: Project Phantasma, si sono susseguiti riuscendo sempre a far breccia nel cuori di chi già li conosceva, ma rimanendo sempre un po’ di nicchia. Le cose però sono destinate a cambiare proprio grazie all’arrivo di questo sesto capitolo della serie.
Armored Core 6: una storia a parte
Le vicende narrate in Armored Core 6: Fires of Rubicon si svolgono in un futuro nel quale la razza umana è riuscita a sviluppare una civilizzazione interstellare. Questo è stato possibile grazie alla scoperta del Coral, una sostanza in grado di essere utilizzata sia come conduttrice di dati che come fonte di energia.
Il costante utilizzo di questa nuova sostanza però ha portato a eventi ben diversi di quelli sperati, ovvero un cataclisma che ha avvolto nelle fiamme il pianeta dove era stata scoperta e tutto il sistema solare vicino a esso, lasciando dietro di sé solamente distruzione e contaminazione.
Diversi anni dopo il cataclisma, compaiono nuovamente tracce di Coral sul pianeta, con la conseguente invasione da parte di diverse corporazioni che ambiscono a controllarlo. Noi vestiremo i panni di un umano potenziato alla guida di un Mecha, che lavora come mercenario con la speranza di iniziare una nuova vita, e atterreremo illegalmente su Rubicon 3.
Al contrario dei souls di FromSoftware, la trama non sarà “nascosta”, ma verrà narrata tramite diverse cut scene riuscite anche molto bene, gli immancabili file e i diversi briefing pre missione caratteristici della serie. Inoltre, nel corso della campagna, saremo chiamati a prendere decisioni che ci indirizzeranno verso uno dei finali disponibili in Armored Core 6: Fires of Rubicon. Dopo aver terminato la campagna con la prima run, nella seconda potremo intraprendere le strade precluse dalle nostre scelte precedenti e, completandole, avremo accesso a un terzo scenario.
Le missioni
Chi non conosce la serie potrebbe pensare che Armored Core 6 sia un Elden Ring però coi Mecha, ma non è così. Infatti Il titolo FromSoftware mantiene una struttura a missioni molto simile ai precedenti capitoli, missioni che solitamente non richiedono molto tempo per essere portate a termine. Questo è un fattore positivo perché il dover ripetere diverse parti uguali della campagna per ottenere tutti e tre i finali, poteva risultare frustrante altrimenti.
Oltre ciò, come da consuetudine della serie, completare i livelli ci darà una valutazione, ma non la prima volta che li affronteremo. Per poter essere valutati e conseguentemente ambire al punteggio più alto (qualcuno ha detto completisti), dovremo avviare la missione una seconda volta dal menù apposito che ci permette di affrontare tutte quelle già completate. Anche in base a questo fattore, la scelta di FromSoftware nella struttura dei livelli si è rivelata azzeccata.
Gameplay
Armored Core 6, come il resto della serie, basa tutta la sua riuscita del suo gameplay su un combattimenti frenetici e sulla personalizzazione del proprio Mecha, e mai come in questo capitolo, quest’ultima è essenziale al fine di uscire vincitori dai vari scontri coi boss, infami come piace a mamma FromSoftware.
Il nostro Mecha avrà a sua disposizione una potenza di fuoco assurda, con ben quattro armi equipaggiabili, utilizzabili con i tasti dorsali del pad, e qui entra in gioco la barra della stabilità. Mettendo a segno diversi colpi sui nemici, la loro stabilità verrà sempre meno, e una volta riempita tutta la barra, questi saranno vulnerabili ai nostri attacchi, subendo danni maggiori per un breve periodo di tempo. Ovviamente questo vale anche per noi, rendendo così utili l’utilizzo di vari scudi, magari sacrificando un po’ di potenza di fuoco.
Per i movimenti tridimensionali avremo a disposizione la classica barra dell’energia, ricaricabile semplicemente facendo rimanere il Mecha a terra, mentre un’altra introduzione in questo Armored Core 6 riguarda il sistema di puntamento, il quale risulta essere una specie di mira automatica. Diciamo specie perché non basterà puntare il reticolo di mira contro i nemici e fare fuoco per colpirli, ma servirà la componente manuale nel seguirli per avere una mira più precisa ed evitare di sprecare munizioni.
Un mecha personale
Eccoci al piatto forte di Armored Core 6, ovvero la personalizzazione del nostro fidato robottone. Come da tradizione, anche in questo capitolo le parti che potremo modificare saranno parecchie, potendo così adattare il Mecha al nostro stile di gioco. Ma in Armored Core 6 più che mai, la personalizzazione avrà un ruolo fondamentale nella riuscita delle missioni.
Se superare la maggior parte delle missioni della campagna è fattibile con quasi ogni combinazione per il Mecha, discorso ben diverso lo rappresentano i boss del gioco, i quali costringeranno il giocatore a studiare il miglior assemblaggio possibile, basandosi sulle caratteristiche del nemico. Qui entrano in gioco altri fattori, come la tolleranza più o meno alta alle diverse tipologie di colpi (esplosivi, laser, ecc), ma soprattutto la mobilità dello stesso.
Lavorando sulle gambe del Mecha, avremo accesso a diverse migliorie nel movimento, che si traducono in maggior durata della levitazione, rapidità nei cambi di direzione e così via, adattando il tutto in base a cosa staremo affrontando.
Le tantissime componenti saranno disponibili solo se acquistate, e questo sarà possibile solamente nel nostro garage prima di una missione. L’assetto invece potrà essere modificato anche in alcuni checkpoint strategici, molti dei quali posizionati prima dei famigerati boss.
Alcuni boss rappresenteranno un vero e proprio sbarramento per i giocatori, soprattutto i neofiti del genere, basti pensare che molti di questi ultimi non sono riusciti ad abbattere il nemico di fine tutorial. A dire il vero, alcuni picchi di difficoltà sono risultati inaspettati e alquanto esagerati, niente che FromSoftware non abbia già fatto vedere in passato, ma soprattutto niente che non possa essere abbordato grazie allo studio del setup ideale.
Tecnicamente Armored Core 6: Fires of Rubicon riesce a mantenere delle ottime prestazioni (noi lo abbiamo testato su Xbox Serie X), con un fluidità granitica ed effetti grafici davvero esaltanti. Le mappe non potranno contare su moltissimi elementi ambientali vista la tipologia di gioco, ma a livello di dettaglio, soprattutto in alcune fasi avanzate del gioco, FromSoftware è riuscita a dire la sua.
Discorso a parte per i veri protagonisti del gioco, i Mecha, ricchi di dettagli, esaltanti in movimento e con un livello di personalizzazione estetica davvero notevole, basti pensare che si possono creare le proprie decalcomanie personali. Armored Core 6 contiene anche una modalità PvP che prevede scontri 1 vs 1 o 3 vs 3 per i quali, seppur divertenti, bisognerà aspettare un po’ di tempo per vederne l’effettivo bilanciamento.