As Far As The Eye, nuovo gioco indie che incrocia diversi generi sotto il manto della noia mortale, passa ora sotto la lente di iCrewPlay. Gustatevi quindi questa nuova recensione in cui cercheremo, scherzi a parte, di non andarci troppo pesante con questo nuovo titolo gestionale/procedurale.
Un po’ di contesto
Il contesto in cui andremo a muoverci in questo gioco è il seguente: siamo una sorta di vento senziente, il cui scopo è quello di guidare diverse tribù verso il leggendario “occhio”, una sorta di oasi verso cui i nostri piccoli pupilli dovranno migrare per evitare di restare vittime di una terribile inondazione. Come potete vedere dall’immagine sopra, l’avvicinarsi dell’onda anomala è segnato dalla barra in basso, che si riempirà man mano che avanzeremo di turno. As Far As The Eye è infatti un gioco a turni durante i quali dovremo esplorare i diversi esagoni della mappa, raccogliere risorse, costruire infrastrutture temporanee e cercare di non morire di stenti. Una volta raggiunto un certo obiettivo potremo spostarci al livello successivo.
Tutorial
Il menù principale ci metterà davanti a due scelte: Campagna e Nuova partita. Se sceglieremo Nuova partita verremo avvertiti, a partita iniziata, che avremmo fatto meglio a cominciare con la campagna. Dopo pochi minuti ci accorgiamo che il suggerimento poco tempestivo era comunque sensato e iniziamo la campagna, che funge da tutorial unito ad una piccola storia, espletata perlopiù tramite muri di testo assolutamente skippabili. Per noi la narrativa è fondamentale, ma c’è modo e modo di farla e, di certo, i muri di testo non sono MAI un buon modo. Con la campagna, che si compone di 5 brevi capitoli, impareremo a spostare lungo gli esagoni procedurali i nostri pupilli e, in generale, impareremo a raggiungere i nostri obiettivi.
Modalità
A parte questa piccola modalità storia, avremo a disposizione un new game, ovvero una partita casuale, e poi, elemento che abbiamo apprezzato, la possibilità di creare partite personalizzate, potendo scegliere numero di pupilli, risorse iniziali, distanza ed altri elementi. Avremo inoltre diverse tribù, sbloccabili man mano che si gioca e diversi pupilli, ognuno con proprie abilità, che sbloccheremo con un albero di punti. Anche il caravan può essere personalizzato con varie capacità. Tutto ciò permette un buon grado di scelta di approcci durante i nostri viaggi, che andranno programmati con cura, onde evitare che i nostri pupilli patiscano la fame, considerando anche la possibilità che si verifichino eventi casuali, come, ad esempio, un temporale o una bufera.
Atmosfera
As Far As The Eye garantisce, innanzitutto, un’atmosfera rilassante, con musiche che si sposano perfettamente con la grafica, semplice ma appagante per gli occhi, con buone animazioni, in un gioco sicuramente per nulla frenetico e relativamente facile. Attenzione, questo non significa che la vittoria sia sempre scontata, si dovrà comunque fare attenzione alla gestione delle risorse e, sopratutto, del tempo a nostra disposizione. Detto ciò, in tutta franchezza, As Far As The Eye è un gioco ad alto potenziale di noia. Qualche settimana fa abbiamo parlato di Esports Life Tycoon, un altro gestionale dalle meccaniche molto semplici che, pur nella sua semplicità, trasmette in maniera estremamente efficace il senso di progresso, tenendo quindi il giocatore incollato allo schermo.
Tiriamo le somme
As Far As The Eye resta, per noi, una goccia abbastanza anonima in quell’oceano di giochi indie che puntano tutto su presunte emozioni e sensazioni, magari suggerite da musichette leggere e smielate, un gameplay risicato all’osso e una qualche sorta di messaggio filosofico che la storia dovrebbe restituire al giocatore. Per quanto ci riguarda, As Far As The Eye ci ha restituito solamente tanta noia. Inoltre, per un gioco così scarno, un prezzo di 20,99€ su Steam è a dir poco scandaloso, con addirittura un pacchetto bundle a più di 30€. In altre parole, noi non ci sentiamo per nulla di consigliarlo, perlomeno non ad un prezzo simile. A volte, l’ambizione di certi sviluppatori supera di molto il loro senso del realismo.