Con l’avvento degli streamer e, ancor prima, degli YouTuber, la popolarità dei cosiddetti “rage game” è sempre stata in costante aumento. Se in origine certi titoli si limitavano a essere parodie di giochi cult, come il famoso Cat Mario, caratterizzati da picchi di difficoltà esagerati al solo scopo di far imbestialire i giocatori, oggi la situazione è ben diversa. Ascending Inferno, atipico platformer sviluppato da Oppolyon Studios, rientra proprio in questa categoria di giochi, ma cerca di evolversi dall’essere solo un titolo “frustrante” proponendo qualcosa di originale, a partire dalla storia.
Risalire l’inferno
In Ascending Inferno vivremo la storia di Dani, una giovane ragazza e incarnazione in salsa cyberpunk di chi ha vissuto la propria adolescenza tra una canzone dei My Chemical Romance e trilli di MSN. Dani è anche una calciatrice provetta, o almeno lo era. Ha mollato tutto quando Vincent, il fratello minore, è morto in un tragico incidente. Dani si dà colpa di tutto questo, e per sfogare la propria frustrazione, la notte afferra la sua palla da calcio e gira per la città a suon di giochesse.
![Ascending inferno, recensione (steam) Ascending inferno](https://www.icrewplay.com/wp-content/uploads/2025/02/Ascending-Inferno-2-1024x573.jpg)
Purtroppo per lei, durante una delle sue scorrazzate notturne, un’impalcatura cederà sotto il suo peso e così Dani perderà la vita. Ma il bello di Ascending Inferno inizia qua. La ragazza si risveglierà all’inferno, un luogo privo di fiamme o demoni di sorta, ma che appare come una sorta di ricostruzione della città in cui Dani viveva, fatta di travi in metallo, cemento e palazzi. Ci risveglieremo con accanto una sfera di energia bluastra, che scopriremo essere proprio Vincent, il nostro fratello scomparso.
![Ascending inferno, recensione (steam) Ascending inferno](https://www.icrewplay.com/wp-content/uploads/2025/02/Ascending-Inferno-3-1024x576.jpg)
Inizia così la nostra risalita dell’inferno: una torre sempre più contorta e sempre più difficile da attraversare, così da poter riportare nostro fratello nuovamente in vita. Questa storia non solo viene narrata attraverso le immagini, tutte metafore della vita di Dani, ma anche da i due protagonisti, che parleranno tra di loro costantemente, con battute e riflessioni, rivelando, piano dopo piano, un rapporto sincero tra fratelli, spezzato troppo presto dalla tragedia della morte di Vincet. In questo Ascending Inferno riesce molto bene, come riesce bene e sfruttare l’enorme difficoltà del titolo per rappresentare la fuga dall’inferno, un compito arduo che quasi nessun umano può portare a termine.
Ascending Inferno: tante imprecazioni
Mi tolgo subito il dente: Ascending Inferno mi ha sconfitto. Ho provato, riprovato e riprovato ancora a superare gli ultimi due piani, ma ho fallito miseramente. Mi reputo un giocatore esperto, reduce di tutte le sfide del Pantheon di Hollow Knight, platinatore di souls like, e via dicendo, ma questo gioco è stato troppo anche per me. In poche parole, Ascending Inferno è un platform, ma per riuscire a proseguire dovremo portare con noi Vincent, nostro fratello, che si comporterà come una palla da calcio.
![Ascending inferno, recensione (steam) Ascending inferno](https://www.icrewplay.com/wp-content/uploads/2025/02/Ascending-Inferno-1-1024x576.jpg)
Per portarselo appresso, basterà che Dani ci passi sopra, poi basterà camminare in avanti per far sì che lui ci segua rotolando, proprio come se fosse un pallone. Fino a qua tutto bello. Poi arrivano le prime sezioni platform e con loro le prime imprecazioni. Ogni volta che salteremo, Vincent si staccherà da noi e si attiverà la sua fisica. Perciò, ad esempio, se volessimo fargli raggiungere una superficie che sta sopra di noi , dovremo saltare e colpire di testa la sfera blu con precisione, in modo da mandarla dove vogliamo.
Ma non solo. Oltre a questo avremo la possibilità di calciare la palla, con un tocco leggero o più caricato. Questa meccanica ci servirà per far superare a Vincent gli spazi vuoti che stanno tra una piattaforma e l’altra, ma tutto diventa sempre più difficile ostacolo dopo ostacolo. Capiremo subito in cosa ci siamo cacciati dal primissimo livello di Ascending Inferno: quando colpiremo Vincent e lui rimbalzerà ovunque per poi infilarsi in un buco e tornare da dove siamo partiti, esclameremo un “Ah“.
![Ascending inferno, recensione (steam) Ascending inferno](https://www.icrewplay.com/wp-content/uploads/2025/02/Ascending-Inferno-4-1024x576.jpg)
Il gioco si basa tutto su questa dinamica: semplice da capire, ma incredibilmente difficile da padroneggiare. Per gli appassionati del genere, è una vera chicca. Tuttavia, è quasi un peccato che il titolo sia così estremo nella sua difficoltà, considerando le premesse narrative così interessanti. Ma è anche questo il senso del gioco: la sfida estrema fa parte dell’esperienza. E alla fine, l’unica cosa che possiamo dirci è “git gud“, come dicono alcuni.
Un bel vedere giù all’inferno
Non solo è un peccato non poter godere appieno della storia di Ascending Inferno a causa della sua difficoltà, ma la continua frustrazione non ci farà neanche apprezzare la meravigliosa pixel art che dà vita all’inferno di cemento vissuto da Dani. Il titolo sfrutta una grafica 2.5D, ossia un ibrido tra il 2D e il 3D portato alla ribalta da Octopath Traveler, e direi che ci riesce alla grande.
![Ascending inferno, recensione (steam) Ascending inferno](https://www.icrewplay.com/wp-content/uploads/2025/02/Ascending-Inferno-5-1024x576.jpg)
Ogni livello è ben diversificato, con un’estetica Cyberpunk sempre presente e molto distintiva. La nota dolente si può ritrovare le animazioni di Dani, un po’ “macchinose” e poco fluide, ma il titolo cerca di essere il meno possibile fastidioso dal punto di vista visivo, per far sì che l’attenzione del giocatore sia costantemente sulle azioni da compiere. A differenza delle proprie controparti, come Getting Over It o Chained Togheter, Ascending Inferno ha una propria personalità e anche molto forte, ed è proprio questa peculiarità che mi ha portato a buttarmi a capofitto sul gioco e non perdere – troppo – la testa.