Oggi andremo a parlare di un gioco che è stato notato da moltissimi videogiocatori, grazie alle enormi somiglianze che ha con la Banner Saga. Il titolo in questione è Ash of Gods: Redemption, quello che a tutti gli effetti potrebbe essere definito come il “clone” di Banner Saga. Ma riuscirà a essere all’altezza delle aspettative? Oppure si tratterà dell’ennesima copia senza anima di un gioco ben più famoso? Continua a leggere e lo scoprirai!
Un mondo pieno di alti e bassi
Il mondo di Ash of Gods è davvero crudele e costellato di morte. La particolarità di questo immaginario è senz’altro l’evento della Mietitura, dove degli esseri chiamati Mietitori uccidono la popolazione per poter ottenere sempre più potere. Gli unici che possono competere con queste malvagie entità sono gli Umbra, degli esseri semi-immortali che possono trasmigrare in vari corpi, potendo quindi vivere per diverse centinaia di anni. Anche a livello di trama Ash of Gods non cerca di nascondersi troppo e in alcuni momenti le citazioni a Banner Saga diventano anche fin troppo palesi.
Per fare un esempio veloce, nel gioco c’è un personaggio che ha un rapporto con la figlia molto simile a quello che avevano Rook e Alette in Banner Saga (senza però la stessa profondità emotiva). Il problema della trama di Ash of Gods è da ricercarsi nelle troppe scene di intermezzo, dove avranno luogo moltissimi dialoghi, che il più delle volte andranno fin troppo per le lunghe senza un reale senso logico. Altro difetto è da ricercarsi nella caratterizzazione dei personaggi, che risultano molte volte privi di mordente oltre che fin troppo stereotipati.
D’altro canto la premessa del mondo e delle Mietiture è apparsa abbastanza originale. Peccato davvero quindi che il team non sia riuscito a creare una storia davvero interessante perché, insieme all’atmosfera ben riuscita, ne sarebbe uscito sicuramente un prodotto ben più valido.
Il gameplay
Anche il gameplay di Ash of Gods risulta parecchio simile a quello della Banner Saga, anche se con dei cambiamenti che potrebbero piacere oppure no. Il gameplay del titolo vede sempre l’utilizzo dei personaggi su una sorta di scacchiera, ma ci sono alcuni elementi che lo rendono un po’ più strategico della sua controparte più famosa. La meccanica principale del gioco gira attorno ai punti vitalità e ai punti energia, difatti si potranno utilizzare attacchi che toglieranno più punti a una delle due statistiche, ovviamente si valuterà il tipo di approccio in base al nemico che affronteremo (si possono trovare nemici che hanno poca energia e tanta vitalità o anche viceversa).
Una aggiunta totalmente inedita da parte di Ash of Gods risiede negli incantesimi, che prenderanno la forma di una sorta di mazzo di carte che ci porteremo dietro durante la campagna, e ognuno di essi avrà un effetto che può spaziare dai debuff fino a dei danni a distanza. Purtroppo questa aggiunta perde di valore man mano che proseguiremo l’avventura, arrivando quasi a tralasciarli completamente già dopo qualche ora di gioco.
Altro fattore importantissimo da tenere in considerazione è che durante le battaglie avere meno personaggi non sarà affatto un malus. Se avere molti combattenti significa meno probabilità di morire, averne pochi ma forti permette di far compiere loro più azioni del normale (la tattica dell’usare pochi personaggi è fin troppo potente). Ash of Gods ha quindi un gameplay forse più stratificato di Banner Saga, ma che all’atto pratico risulta semplicemente più fastidioso e macchinoso da padroneggiare.
Però il più grande difetto che attanaglia il gameplay di Ash of Gods risiede nella difficoltà degli scontri, che è sempre alto ma che potrebbe aumentare per colpa di alcune decisioni prese durante la storia, raggiungendo dei picchi alle volte quasi insormontabili. La cosa migliore per il gioco sarebbe stata, quindi, copiare anche il gameplay della Banner Saga, in modo da rendere comunque strategico il titolo, ma allo stesso tempo anche intuitivo. Nel gioco è presente anche una modalità multiplayer che fa affrontare 1vs1 due giocatori, ma risulta davvero buttata a caso e decisamente fuori luogo.
Grafica e conclusioni
Graficamente Ash of Gods si presenta piuttosto bene e indovina un po’ a che titolo assomiglia stilisticamente? Esattamente proprio a Banner Saga (anche se la grafica in Ash of Gods risulta molto meno ispirata). Quindi la grafica del gioco seppur di buon livello, pecca molto sotto il fronte stilistico rimanendo quindi molto anonima. I suoni nel gioco sono rappresentati in maniera piuttosto buona e presenta anche qualche musica ben realizzata.
Purtroppo anche qui si rimane su un livello medio, facendo intuire che se non fosse per il copia incolla di molti aspetti della Banner Saga, Ash of Gods sarebbe probabilmente stato un flop totale. I comandi con mouse e tastiera nel titolo sono abbastanza facili da padroneggiare, dopotutto il PC è sicuramente la piattaforma ideale dove potersi gustare il titolo.
Concludendo Ash of Gods Redemption non riesce a distinguersi davvero dal titolo da cui ha preso “ispirazione”, anzi va a creare delle meccaniche che magari teoricamente sembrano interessanti, ma che all’atto pratico son solo macchinose e superficiali. Ma quindi il gioco è totalmente un flop? No, anzi ha diverse qualità come un’atmosfera ben riuscita, delle musiche davvero belle e un gameplay che se non paragonato a quello della Banner Saga potrebbe risultare piacevole.
Rimane comunque una delusione vedere un progetto che poteva dire la sua, essere a conti fatti solo una scopiazzatura che non migliora nulla, ma anzi peggiora in diversi campi. Ash of Gods quindi è sicuramente consigliato agli appassionati della Banner Saga, che ritroveranno un gioco molto simile e che riesce a intrattenere il giusto. Per chi invece vuole provare un tipo di gioco simile suggerirei semplicemente di gettarsi sulla Banner Saga, perché riuscirà a farvi emozionare e divertire sicuramente di più.