Sviluppato da AurumDust e pubblicato in sinergia con Game Seer, Ash of Gods: The Way è un deck building con combattimenti a turni tattici e momenti simil visual novel. Noi abbiamo indossato i panni di Finn e abbiamo affrontato innumerevoli sfide con le carte utilizzando Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Ash of Gods: The Way – Un deck di carte per evitare una guerra
Ash of Gods: The Way è un gioco che richiede del tempo per essere apprezzato pienamente e questo vale sia per il suo aspetto ludico quanto, soprattutto, per quello narrativo. D’altronde, il titolo di AurumDust non perde molto tempo, gettandoci senza troppe premesse nella nostra prima “battaglia”, in un tutorial non molto esaustivo ma che presenta bene l’ossatura del titolo e il fulcro intorno a cui ruoterà praticamente tutto: le sfide di carte.
Ma procediamo con ordine. In Ash of Gods: The Way indossiamo i panni di Finn, un giovane che ha deciso d’impegnare tutto se stesso per evitare che il proprio paese vada in guerra (uno scontro che si prevede essere fatale e distruttivo). Per cercare di avere una speranza, deve padroneggiare un particolare gioco di carte denominato “The Way”. Si tratta di uno strumento utilizzato dall’aristocrazia con cui gestiscono e prevedono le strategie di guerra ma non solo (scoprirai presto dettagli decisamente più cupi riguardo a questo “gioco”).
Padroneggiare “The Way” non è cosa facile ma è ancora più difficile attirare l’attenzione di chi è al vertice del comando e che quindi ha le redini dell’intero paese. Consapevole di ciò, Finn, oltre ad allenarsi duramente – forte anche del suo ingegno – riuscirà a infiltrarsi in una serie di tornei in un viaggio in terre avverse che lo porterà a scoprire dettagli decisamente intriganti tanto sui propri nemici quanto sul proprio mondo (con una lore decisamente interessante da svelare e approfondire). Tutto questo, si traduce in termini ludici nella possibilità di avere finali differenti a loro volta influenzati da tutta una serie di decisioni che saremo chiamati a effettuare sia sul campo di gioco sia nelle innumerevoli decisioni testuali (come una visual novel) che ci ritroveremo ad affrontare di capitolo in capitolo.
Il risultato finale è una storia abbastanza complessa, matura (nei toni e nella messa in scena) e con decisioni non semplici da effettuare. La trama vanta diversi colpi di scena con alcuni decisamente più prevedibili di altri ma si difende egregiamente e riesce a trainare l’attenzione del giocatore fino ai titoli di coda e all’inevitabile resa dei conti con la propria “coscienza”. Il cast, invece, non brilla molto per caratterizzazione, con diversi cliché e alcuni personaggi che, inevitabilmente, hanno meno spazio e tempo su schermo rispetto ad altri. Ma bando alle ciance, è tempo di mettere mano alle carte!
Gioca la tua carta!
Come detto, Ash of Gods: The Way è un deck building con combattimenti strategici a turni. Un mix che si rivela intrigante, sorprendentemente solido e appagante, nonostante una complessità crescente. Il tutorial, infatti, fa sembrare l’esperienza ludica quasi banale ma col passare delle ore e il mutarsi dei campi di battaglia, nonché delle situazioni ludiche da affrontare, il gioco si complica e il livello di sfida si alza.
Lo scopo del gioco è soddisfare determinati obiettivi (che possono cambiare nel corso del gioco) evitando di farsi sopraffare dal nemico. Banalmente: uccidere il capitano nemico senza far morire il proprio. L’azione si svolge su un “tavolo” che funge da mappa in cui poter posizionare, di turno in turno, i propri “guerrieri”. E qui entra subito in gioco l’anima da deck building di Ash of Gods: The Way. Il titolo ci permette di avere e utilizzare ben due deck differenti: il primo è quello dei “personaggi” mentre il secondo è quello di “armi e incantesimi”.
Ogni turno potremo utilizzare una carta di ciascun mazzo. Nel dettaglio, quella dei personaggi ci permette di posizionare ed evocare un personaggio che agirà (nel relativo turno) in modo automatico. Ogni personaggio dispone di bonus, malus, caratteristiche e abilità potenziabili. E sì, sono abbastanza differenti tra loro seppur niente di mai realmente innovativo. Un esempio: il ranger è specializzato in attacchi a distanza mentre il guerriero dovrà avvicinarsi al nemico per causare ingenti danni. Sui personaggi, bisognerà vegliare sui loro punti vita e sui valori d’attacco, entrambi fondamentali sulla scacchiera di gioco.
L’altro mazzo, quello con armi e magie, ci permette di utilizzare una sola carta per turno unendola con una delle carte personaggio evocate o scagliando potenti incantesimi sui nemici o sulla nostra squadra. Questo può comportare diversi vantaggi come l’aumento temporaneo del valore di attacco o della stessa energia vitale. Creare buone combo tra personaggi ed equipaggiamento – sempre dettato dall’imprevedibilità del caso – è essenziale per trionfare nelle innumerevoli battaglie che arricchiscono l’esperienza di Ash of Gods: The Way.
Da segnalare che, oltre l’avventura principale, Ash of Gods: The Way dispone di missioni secondarie, totalmente opzionabili e che garantiscono sia di approfondire personaggi e/o luoghi, nonché sottotrame ma anche di ottenere diverse tipologie di ricompense come nuove carte da poter poi inserire nel proprio deck. E a tal proposito, le carte sono a loro volta suddivise in determinate “fazioni” e sta a te decidere se creare un deck unicamente incentrato su determinate tipologie o provare a creare ibridi di vario genere. Tale libertà di scelta è appagante e consente di ideare diverse strategie – cosa comunque richiesta considerando che ti troverai ad affrontare una buona varietà di combattimenti.
E parliamo di una varietà non solo legata al nemico e alle sue carte ma anche e soprattutto alla “mappa di gioco”, che dovrai imparare a conoscere, cercando di sfruttarne la forma e gli elementi a tuo vantaggio. Inoltre, non dare mai per scontato gli scontri che, senza innovare nulla nel genere, possono comunque evolversi in modi imprevedibili e decisamente appaganti, abbattendo così una ripetitività di fondo (comunque presente) ma meno assillante di quanto previsto.
Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Ash of Gods: The Way recupera quanto di buono realizzato in Ash of Gods: Redemption (qui la nostra recensione) potenziandone i dettagli e migliorandone le animazioni. I personaggi nelle fasi da visual novel sono ben dettagliati e abbastanza diversificati, offrendo una buona identità al titolo. Discorso diverso per le unità da evocare sul campo che risultano più semplificati (data anche la loro dimensione ridotta). Senza contare, che i personaggi evocati tendono a ripetersi spesso tra loro con tanto di “cloni” (comunque giustificati data la natura di “gioco” che è “The Way”).
Il risultato finale è comunque visivamente appagante e si difende discretamente in entrambe le modalità dell’ibrida Nintendo anche se quella portatile non risulta perfetta. Ci riferiamo alla dimensione dei sottotitoli e a qualche caricamento di troppo ma nulla di proibitivo. Quello che potrebbe invece risultare un ostacolo per più di un giocatore, è l’assenza dei sottotitoli in lingua italiana. Parliamo di un titolo non semplicissimo e decisamente verboso, dove le scelte possono avere conseguenze decisamente drastiche (è quindi essenziale capire bene cosa fare/dire).
Infine il sonoro: se le tracce musicali sono abbastanza varie ma poco memorabili, la presenza di un doppiaggio in inglese completo, potenzia di gran lunga l’intera esperienza, migliorandone il coinvolgimento. Merito anche dei doppiatori che sono stati in grado di diversificare bene i diversi personaggi (con rare eccezioni).