Ashina: The Red Witch è un titolo che fa della narrazione il suo punto di forza, anzi possiamo tranquillamente dire che è un titolo quasi totalmente story driven. Prodotto dagli sforzi di una sola persona, il gioco ci narra le avventure di Ashina, una giovane ragazza alle prese con una triste routine quotidiana.
Essendo Ashina: The Red Witch un titolo basato sulla trama, eviteremo di dilungarci su vari dettagli, in quanto meritano di essere scoperti dal giocatore, quindi continua pure la lettura totalmente spoiler free.
Ashina è una ragazza intrappolata in una routine di vita infelice. Costretta a fare un lavoro che non le piace, nel quale ha a che fare con clienti maleducati e superiori meschini, la ragazza continua a lavorare per prendersi cura anche della sorella minore, l’unica famiglia che le è rimasta dopo la prematura scomparsa della madre quando erano ancora piccole.
Tutto nella vita della giovane sembra andare nel verso sbagliato, dai ritardi dei mezzi di trasporto alle occasioni mancate, il tutto in una routine che la soffoca giorno dopo giorno. Una sera dopo aver cenato con la sorella e ricordato i tempi passati con la madre e vari aneddoti, dalle due viene tirato in ballo un medaglione, un lascito della propria madre.
Finita la serata Ash (il gioco la chiama spesso così) si addormenta, per essere bruscamente svegliata nel cuore della notte dal suono del suo televisore. Andando a controllare, la giovane si ritrova di fronte uno spiritello che ha indosso il medaglione della madre.
Dopo lo spavento e l’incredulità iniziale, Ash chiede indietro il medaglione della madre, ma lo spiritello per tutta risposta fugge portandoselo via. La giovane lo insegue, intenzionata a riprendersi il ricordo della madre, ma qualcosa di inaspettato la porterà in quello che sarà l’inizio della sua avventura.
Ashina: The Red Witch, una storia da vivere
Il mondo che ospita la storia del gioco è davvero ben caratterizzato, così come lo sono i diversi personaggi con i quali la ragazza dovrà interagire nel corso della sua avventura. Ognuno dei protagonisti avrà la sua personalità unica, le proprie richieste che potranno dare il via a missioni secondarie, e informazioni non reperibili da nessun’altra parte.
Tante di queste linee di dialogo ovviamente servono per portare avanti la trama principale di Ashina: The Red Witch, mentre molte altre andranno a informare il giocatore sulla lore delle vicende che stanno prendendo piede di fronte all’incredula ragazza. Un mondo magico, costellato da spiriti, spiritelli e fantasmi (cit.) e tante altre creature particolari, ma che non avrà per nulla un tono sempre allegro.
La narrazione del gioco è coinvolgente per la maggior parte del tempo, mentre in alcuni frangenti sembra procrastinare un po’, dilungandosi in espedienti e riempitivi che, visto il piattume del gameplay, potevano davvero essere evitati, poiché rischiano di stancare il giocatore.
Nonostante tutto, il gioco riesce a trasmettere un qualcosa al giocatore, un senso di empatia, di curiosità, di speranza che Ashina possa cambiare la sua vita. Insomma non ci sarà molto da fare, ma siamo sicuri che questa storia rimarrà nei pensieri di chi lo gioca, per molto tempo.
Il gameplay appunto è la nota dolente di Ashina: The Red Witch. Oltre che muoverci e anche in modo lento per esplorare le varie aree, potremo solamente interagire con personaggi e oggetti, in modo da risolvere qualche indovinello o enigma ambientale, e il tutto richiederà la semplice pressione di due tasti.
Un peccato perché il gioco ha tanta atmosfera che si sposa benissimo con lo stile grafico retrò, e una comparto sonoro buono, anche se in diversi momenti (credo sia voluto) si verifica una totale assenza di suoni ambientali. Comunque in definitiva è un titolo da premiare perché pur sempre derivante dal lavoro di una sola persona, e anche perché a livello di storia accontenterà parecchi giocatori amanti dei titoli story driven.