Nonostante la location del più interessante franchising nel mondo dei videogiochi sia stata annunciata qualche mese fa, milioni di giocatori non vedono l’ora di mettere le mani su Assassin’s Creed Odyssey per iniziare i loro assassinii nell’antica Grecia.
Per ora, lo studio dei miti e della cultura ellenica era riservato ai giocatori di God of War, e dal titolo ne hanno ottenuto una versione hollywoodiana e violenta che probabilmente non li aiuterà nelle interrogazioni di storia.
Assassin’s Creed Odyssey, come ormai sappiamo, è ambientato nell’antica Grecia e ricalca le meccaniche di gioco dei precedenti Assassin Creed.
La scelta, per una serie che ha insistito sul periodo tra il 1200 ed il 1700, è impopolare e coraggiosa, e per questo motivo ha spinto gli sviluppatori a dare il massimo in termini di longevità e vastità del gioco, a partire proprio dall’ambientazione.
Nei panni di Alexios e Kassandra, incontreremo quindi numerosi personaggi storici realmente esistiti (trademark della casa di produzione, che tiene molto ai fatti storici e all’ambientazione) come Leonida, Barnaba, Socrate.
Non mancheranno però le commistioni con mitologia e cultura antica: Icaro, nostro “amico” e protettore, uscirà dall’aura del racconto per darci una mano in molte situazioni.
Assassin’s Creed Odyssey, non solo open world
La vastità del gioco è insostenibile. Nei titoli precedenti, nonostante un complesso e vivo ecosistema, AC ha sempre stupito per coerenza e fluidità all’interno di un plot portato avanti senza fretta, con una linea narrativa chiara e profonda.
E attenzione, stiamo vedendo un mutamento nel paradigma del gioco tale da renderlo sempre meno un “open world” fine a se stesso, dove solo “le dimensioni contano”, in un action-rpg con conseguenze dirette delle nostre azioni sulle side quest e sulle skill che andiamo a costruire nel tempo.
Un passaggio obbligato, a mio avviso, per un titolo che rischia, nonostante gli imponenti asset artistici, di ricalcarsi ad ogni nuova release, di rimasticare un gameplay che, alla lunga, annoia (alzi la mano chi ha davvero trovato tutte le piume d’aquila in Assassin’s Creed Revelation) e colpisce nella ripetitività.
Invece, le promesse di ACO sono di investire ancora di più sulla narrazione e la trama, tra uno sgozzamento ed un level up, un crawl di nascosto e un volo d’angelo: la killer move che ha ispirato perfino atleti di parkour.
Le cutscene sono curate in qualità quasi cinematografica, e la bellezza del paesaggio e del lavoro dei creativi è suggerita dagli obiettivi “secondari”, dove andremo a volare con il nostro alter ego animale in lungo ed in largo per la mappa.
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Insomma, ripescando quello che il titolo recita, la vastità della Grecia che ce ne frega non è solo un’area geograficamente imponente, ricreata in modo maniacale, affascinante ed esplorabile in tutte e tre le dimensioni, specie quella verticale, non così scontata nei videogiochi e prerogativa di titoli free roamnig come Grand Theft Auto.
Per cominciare il nostro viaggio, mancano davvero pochi giorni. Lascia la tua ragazza, isola il tuo ragazzo, fingiti malato, prendi una settimana di ferie: Assassin’s Creed Odyssey uscirà il 5 ottobre. Non attendiamo altro.
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