In economia, si sa, parlano i numeri, pertanto, definire Assassin’s Creed Valhalla un successo commerciale, risulta un’affermazione più che obbiettiva.
Certo, stiamo parlando di sole 48 ore di permanenza sul mercato, ma in questo breve lasso di tempo, il titolo Ubisoft ha già fatto registrare il doppio delle vendite rispetto al capitolo precedente, Assassin’s Creed Odyssey.
Ovviamente bisognerà vedere sul lungo periodo se la curva di interesse per Assassin’s Creed Valhalla continuerà a crescere o si interromperà prima di superare il suo predecessore nelle vendite totali, ma se il buongiorno si vede dal mattino, questa è davvero una partenza coi controfiocchi.
Certo è che in casa Ubisoft se ne sono accorti, ed anzi, non hanno perso tempo nel farcelo sapere. Il CEO della compagnia, Yes Guillemot, ha infatti dichiarato:
“Siamo fieri del successo raccolto dai nostri sviluppatori con Assassin’s Creed Valhalla, costruito sul successo dei suoi predecessori. Nella situazione dovuta al covid-19, lanciare un titolo come Assassin’s Creed Valhalla, su non meno di 7 piattaforme è un traguardo incredibile per tutti i team coinvolti nel progetto. Siamo eccitati all’idea di arrivare anche su Xbox Series X, Xbox Series S e PlayStation 5 con un gioco che sfrutti appieno la potenza delle nuove console“.
Ricordiamoci che Assassin’s Creed Valhalla è il dodicesimo capitolo di una delle saghe più amate (ed al contempo odiate) di sempre, e stiamo parlando solo dei capitoli principali escludendo ben 6 spin-off.
Anche stavolta la pausa tra due capitoli sembra aver aiutato
Da notare come, similmente al lancio di Assassin’s Creed Origins, anche il capitolo dedicato ai guerrieri vichinghi sembra aver beneficiato dell’anno di pausa presosi dalla Ubisoft.
Che la software house francese abbia finalmente imparato a gestire il suo brand più redditizio ?
Se Ubisoft decidesse di supportare Assassin’s Creed Valhalla per un paio d’anni prima di rilasciare il capitolo successivo, si ritroverebbe con una base d’utenza indubbiamente molto più invogliata ad acquistare e giocare un nuovo episodio della saga; e questa non è un’opinione soggettiva, ma un “dato di mercato”.
Certo, un’azienda di tali dimensioni molto probabilmente è ormai incastrata da tempo nel “meccanismo del consumo perpetuo”, il quale non ti permette di avere lunghe pause dal solite iter lavorativo: Investi, produci, vendi, ripeti.
Tuttavia, alla luce dei risultati ottenuti da Assassin’s Creed Valhalla, la domanda sorge spontanea: “Per quanto tempo ancora Ubisoft potrà praticare uno sviluppo dei software così aggressivo?”.