L’uscita del art book ufficiale di Ubisoft su Assassin’s Creed Valhalla si fa sempre più vicina, per questo non c’è momento migliore di questo per immergersi a capofitto nel meraviglioso mondo dell’arte dietro ai videogiochi.
Ma, prima di cominciare, ti ricordo che The Art of Assassin’s Creed Valhalla è già disponibile per il pre-order da alcuni mesi, ma la sua data di uscita è fissata al 17 novembre 2020. Tieniti forte, perché, se ancora non lo sai, l’art book sarà disponibile anche in italiano.
Videogiochi e arte: un confine sottile
Spesso tendiamo a sottovalutare che la capacità di un titolo di coinvolgerci completamente e farci immedesimare non è data solo dalla sua storia. Certo, si sa che anche l’occhio vuole la sua parte, ma quante volte ci soffermiamo a pensare a cosa c’è dietro allo sviluppo artistico di un videogioco?
La mia risposta è: mai abbastanza.
Con ciò non voglio certo lasciar intendere che gli altri aspetti dello sviluppo siano da meno. La trama, le meccaniche di gioco, la colonna sonora, la grafica e via dicendo non sono che i singoli pezzi di un puzzle. È solo mettendoli insieme che il si può apprezzare completamente un’opera. E questo vale anche, e forse soprattutto, per i videogiochi.
Perché nel pensiero comune è radicata l’associazione del concetto di arte ad un romanzo, ad una pellicola cinematografica, ma non ai videogiochi?
Le illustrazioni dei paesaggi, i dettagli con cui vengono curati non solo i personaggi, ma anche altre componenti come accessori, armi e qualsivoglia elemento, dovrebbero essere considerate al pari delle altre forme d’arte.
Non ne sei convinto? Allora lasciamo che siano le immagini a parlare al posto mio.
Prendiamo ad esempio proprio Assassin’s Creed Valhalla. Quale genere meglio di un open world potrebbe darci soddisfazioni parlando, in particolare, di ambientazioni? Ecco, una piccola galleria, ma se vuoi guardare tutte le concept art dietro al gioco, puoi trovarle raccolte su ArtStation Magazine.
Viaggiare…dal proprio divano
Restando sempre in tema, se almeno una volta hai giocato a un titolo della saga, non solo ad Assassin’s creed Valhalla in particolare, allora saprai sicuramente di cosa sto parlando. Arrampicarsi sulla Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze o visitare le catacombe a Roma, ma anche spostarsi ancora più lontano. Come quando apriamo un libro e viaggiamo con la mente, anche giocando possiamo viaggiare pur non spostandoci da casa nostra.
E a rendere possibile questo viaggio, se ci pensi, non è che l’arte. La riproduzione dettagliata di un luogo, reale o immaginario, che sia, è in grado di farti immedesimare al punto da pensare di essere stato davvero lì. Di aver realmente visitato quei luoghi.
Ad aumentare la magia di questo evento si aggiunge anche il fatto che oltre a viaggiare nello spazio, i videogiochi ci permettono di spostarci anche nel tempo. Nel futuro o nel passato, anni o anche secoli lontano dal presente, dove la storia si fonde con la leggenda, o con il mito. E torniamo ancora una volta a Valhalla, il capitolo che ci catapulta in un’altra era, a combattere fianco a fianco al nostro clan di vichinghi, a conquistare, razziare. Ma anche, e soprattutto: esplorare.
Si perché ciò che ha sempre accumunato i capitoli della saga, è proprio la capacità di lasciarci stupiti ed estasiati, anche solo esplorando. E perché no, anche fermandosi “solo” ad ammirare i paesaggi.
Sarò forse io ad essere sentimentale, ma non credo che ci sia qualcuno che non sia in grado di emozionarsi di fronte a uno spettacolo come quello offerto dall’aurora boreale o dai fiordi norvegesi. Tu non trovi?