Sviluppato e pubblicato da CITY CONNECTION in sinergia con Clear River Games, Assault Suit Leynos 2 – Saturn Tribute (da ora Assault Suit Leynos 2) è la trasposizione fedele del titolo del 1997 uscito per Sega Saturn. Si tratta di un action platform sparatutto in 2D a scorrimento orizzontale collocabile nella categoria dei run and gun. Noi ci siamo messi alla guida del mecha su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!
Assault Suit Leynos 2 – Saturn Tribute e una storia tecno-spaziale
Prima di affrontare la narrazione di Assault Suit Leynos 2, bisogna prima raccontare che tipologia di prodotto era e in che vesti è tornato sul mercato. Come anticipato, si tratta di un’opera nata nel 1997 per Sega Saturn e si tratta di un prodotto che è rimasto confinato sul suolo Giapponese. Questa edizione, quindi, è come se fosse un titolo completamente inedito per noi. Inoltre, come è facilmente intuibile dal numero due del titolo, si tratta del sequel di Assault Suit Leynos (originariamente pubblicato per Mega Drive nel 1990) e di Assault Suits Valken (pubblicato per Super NES nel 1993).
Questa edizione di Assault Suit Leynos 2 è una trasposizione fedele del prodotto originale con un lavoro di riproposizione che segue quanto proposto già da opere del calibro di Tomba! Special Edition (qui la nostra recensione) o Ninja Five-O (qui la nostra recensione). Questo significa che graficamente non troverai grandi differenze in quanto i maggiori interventi sono prettamente legati a opzioni aggiuntive di vario genere come il “rewind”, ossia la possibilità di “tornare indietro nel tempo” nel bel mezzo della partita.

Prima però di scandagliare nel dettaglio le varie aggiunte ludiche, è bene dare un setting storico alle vicende che andremo a vivere in Assault Suit Leynos 2. C’è da dire però, che la trama non occupa un posto principale all’interno del gioco. Un gioco che punta molto sull’azione ludica offrendo un livello di sfida tendente all’alto e che sarà la gioia prevalentemente dei cultori del genere, oltre che dei nostalgici del Sega Saturn.
Siamo nel 2123 d.C. e ci ritroviamo ad affrontare un conflitto “politico” (con tanto di assassinio) e ultra tecnologico tra navicelle spaziali e mecha di vario genere. E, neanche a dirlo, siamo in prima linea alla guida di un mecha dotato di diverse abilità, essendo letteralmente il fulcro portante di tutta l’esperienza. Per l’esattezza, facciamo parte del 12° SAS (che sarebbe: Special Assault Suits Squad) conosciuta per essere composta da delinquenti, criminali di vario genere e gente disperata e quindi, proprio in quanto tale, pronta a tutto.
La narrazione di Assault Suit Leynos 2 è fortemente lineare e composta da dialoghi a finestra che vede i membri del team scambiarsi frasi e battute di vario genere. tutto molto in linea col genere di riferimento senza grandi stravolgimenti di sorta. La storia stessa non è memorabile e segue un andamento abbastanza prevedibile e poco coinvolgente. Ma, come detto, non è la storia il punto principale del titolo anche se, la sua presenza, contribuisce comunque a dare un senso a ciò che andremo a fare su schermo

Un classico che non perdona
Assault Suit Leynos 2 è uno sparatutto a scorrimento orizzontale in 2D sintetizzabile come run and gun dove la parte platform è appena accennata e visibile giusto in qualche livello. Parliamo di un’avventura lineare suddivisa in sette livelli e dalla durata che sfiora appena un paio di ore (anche meno se si è abili col genere). In compenso, le situazioni che saremo chiamati ad affrontare sono discretamente varie anche se oggi non spiccano per originalità.
Si va da missioni a terra a quelle in aria (letteralmente sospesi nello spazio), passando per arene in cui sfidarsi con contendenti con timer invisibile a schermo (e quindi cercando di resistere e trionfare il più possibile) alla terribile missione di scortare un mezzo… Quest’ultima rientra tra i due picchi di difficoltà assoluta del gioco insieme al boss finale. Picchi legati essenzialmente a strategie ludiche non propriamente intuitive e che possono portare facilmente al game over non per l’azzeramento della propria energia.

A tal proposito, prima di scendere in campo, potremo selezionare il tipo di robot da utilizzare. Oltre ciò, potremo equipaggiare diverse armi (da sbloccare ulteriormente nel corso dell’avventura), potenziare le nostre statistiche, equipaggiare determinate parti meccaniche e selezionare anche la tipologia di mira (automatica o meno). Il tutto per una personalizzazione interessante e che può mutare letteralmente l’esperienza sul campo e che si somma alle abilità basi del mecha come lo scudo, lo scatto e la possibilità di librarsi in aria per poi planare.
Assault Suit Leynos 2, infatti, non è un titolo facile. Non perdona. Basta poco per soccombere e dover rigiocare intere sezioni, sempre se non si fa l’utilizzo del “rewind” che, unito ad altre aggiunte, prova a limare la difficoltà del titolo che rimane comunque abbastanza elevata soprattutto nei punti già citati in precedenza. Le altre aggiunte riguardano un boost della resistenza, un aumento della velocità di fuoco, una modalità “slow” e anche la possibilità di salvare e caricare quando vogliamo (aggiunta non da poco).
Inoltre, mettendo in pausa il gioco, ci saranno anche dei consigli sul come affrontare la missione in corso. Il tutto pensato per rendere l’esperienza più fruibile e moderna. Peccato che, tecnicamente parlando, il titolo mostra tutti i suoi anni come la difficoltà di mirare (anche in auto). Il tutto aggravato da un prezzo di vendita di 24,99 euro che, per un titolo di nicchia, seppur inedito per noi, data anche la durata molto bassa, riteniamo un po’ troppo alto (soprattutto se messo a confronto ad altri titoli pubblicati con la medesima iniziativa).

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, Assault Suit Leynos 2 presta il fianco al peso degli anni e quindi, se da un lato irrompe con tutta la sua coerente nostalgia, dall’altro abbiamo pochi elementi a schermi, in gran parte grezzi e salvati da un’animazione abbastanza accattivante ma indietro di anni e anni. Discorso analogo anche per gli scenari, discretamente anonimi e spogli.
Il sonoro, invece, funziona alla grande, con tracce audio coerenti, forti e coinvolgenti. Buoni anche gli effetti sonori. Da segnalare, invece, la totale assenza della lingua italiana (neanche i sottotitoli). Non è una mancanza grave visto che i testi presenti non sono poi molto ma dispiace vedere la localizzazione in altre lingue ad esclusione della nostra.