Per i nostri Galli preferiti, l’ultimo anno è stato molto movimentato. A novembre 2018 abbiamo giocato con la versione rimasterizzata di Asterix e Obelix XXL 2: Missione Las Vegum, a marzo del 2019 è uscito al cinema il dodicesimo lungometraggio animato dal titolo Asterix – Il Segreto della pozione Magica e infine lo scorso mese di ottobre è stato pubblicato in Italia l’ultimo albo della lunga serie creata dal duo Goscinny – Uderzo (che, anche se molti lo ignorano, è di origini italiane).
Ed eccoci arrivati all’elemento più importante, visto che parliamo di una recensione: ovvero Asterix e Obelix XXL 3: Il Menhir di Cristallo, uscito per le console current gen.
Per molti giocatori questa serie evoca buoni ricordi, specie per quanto riguarda il capitolo precedente, originariamente uscito nel 2005; successivamente abbiamo avuto altri titoli dedicati ad Asterix e Obelix, principalmente su piattaforme mobili e smartphone, ma mancava un vero e proprio titolo dedicato ai Galli più irriducibili della storia. A questa esigenza ha risposto Microids, rispolverando la serie XXL e proponendoci il titolo oggi in recensione.
Gallia, 50 A.C.
Asterix e Obelix XXL 3 ci propone una storia del tutto inedita, quella del Menhir di Cristallo. L’avventura comincia, come spesso accade, nel bosco in cui troviamo i nostri eroi di ritorno al villaggio. Dopo l’immancabile scaramuccia con un gruppo di malcapitati legionari, i due arrivano presso la capanna del druido Panoramix dove verranno raggiunti da Pneumatix, postino del villaggio, che li informa di avere subito il furto di tutta la corrispondenza ad opera dei romani.
Incuriositi dalle motivazioni del gesto Asterix e Obelix decidono di andarle a recuperare all’accampamento di Petibonum; scoprono così che il misfatto è stato compiuto al solo scopo di rubare una lettera indirizzata al druido. Si trattava di una missiva inviata dalla sua amica Hella Finidrir, gran sacerdotessa di Thule, che dice di essere minacciata da Cesare e chiede al druido di portare in salvo il Menhir di Cristallo che dà il titolo al gioco. Il menhir da solo non ha alcun potere; per liberarlo occorrono tre pietre: la pietra del ghiaccio, quella del fuoco e la pietra magnetica.
Armati solo del loro coraggio, e probabilmente in mancanza di altro da fare, Asterix, Obelix e Idefix partono per recuperare le pietre e aiutare Hella, in un’avventura che li porterà ad affrontare legioni romani in giro per il mondo, passando dalla gelida Thule all’infuocata Fenicia.
Questa lunga fase introduttiva consente ai giocatori di familiarizzare con i due tipi di gameplay presenti nel gioco, che alterna fasi esplorative a fasi in cui dobbiamo procedere come dentro un dungeon.
La prima tipologia, simile ai vecchi beat’em up, vede i due personaggi affrontare i vari nemici che gli si parano innanzi; contrariamente a quanto potrebbe sembrare, questi nemici non sono i classici scagnozzi passivi e manifestano tutti una discreta aggressività.
Purtroppo il percorso è reso complicato dalla presenza di una telecamera fissa che non riesce ad inquadrare bene il cammino. Talvolta Asterix e Obelix cadono in un’imboscata, dovendosi sbarazzare dei soldati di prima linea ed evitando i giavellotti lanciati dai soldati, senza vedere bene dove sono posizionati. Gettarsi a capofitto nella mischia non sempre premia; analizzare la situazione è spesso una scelta che premia.
Purtroppo, di tanto in tanto capita che il secondo personaggio (quello che non stiamo controllando direttamente), si blocchi per un sasso o un altro banale ostacolo.
In Asterix e Obelix XXL 3G, Obelix può essere fermato da una pietra; inoltre, nei panni di Asterix dovremo andare spesso a salvarlo prima che venga sopraffatto. Questo secondo caso è più accettabile, dato che se Obelix fosse stato forte come negli albi a fumetti non ci sarebbe stata partita.
Terminata la fase esplorativa, ci ritroveremo a fare visita agli accampamenti romani. Come accennato, sono costruiti come se fossero dei dungeon: divisi in varie zone, il numero dei nemici, e con essi la difficoltà, aumenta man mano che avanziamo. Ogni zona va ripulita, prima di potere continuare. Avremo a che fare con vari tipi di soldati, i più pericolosi dei quali sono quelli che attaccano dalla distanza. La strategia da adottare può essere duplice: attaccare a testa bassa, oppure eliminare prima i romani più fastidiosi che sono gli arcieri e i trombettieri, che useranno la loro tromba per chiamare i rinforzi che sembrano quasi infiniti.
E’ durante questi combattimenti frenetici che Asterix e Obelix possono ricorrere ai loro colpi speciali. Si tratta dell’uppercut che fa volare i romani, lasciandone solo i sandali per terra, l’attacco roteante e il lancio del romano tanto amato da Obelix. In più Asterix può bere la pozione magica per guadagnare forza e rapidità temporanee, mentre Obelix può spedire il buon Idefix a mordere qualche sedere.
Naturalmente, queste abilità speciali consumano una particolare barra che si ricarica a suon di sganassoni.
Al termine del campo riceveremo una ricompensa, in funzione del nostro punteggio, e potremo decidere se iniziare da capo il dungeon per migliorare le nostre performance.
Questo è più o meno quello che faremo lungo tutte le 6 parti che costituiscono il gioco. Le fasi di esplorazione potranno mantenere vivo l’interesse del giocatore aumentando di dimensioni o diventando più labirintiche, ma il gioco rimane sostanzialmente sempre lo stesso. Ci troveremmo così ad evitare i combattimenti per procedere più velocemente.
Per prolungare la longevità del gioco, in Microids hanno pensato di inserire delle missioni secondarie: assegnateci da PNG facilmente riconoscibili per un punto esclamativo blu, non hanno niente a che vedere con la storia principale e sono nel complesso poco interessanti.
Ci sono anche svariati oggetti da raccogliere in giro, per i completisti, tra cui gli elmi dei legionari tanto cari a Obelix, dadi da gioco o fulmini con cui aumentare la barra dei colpi speciali.
Asterix e Obelix XXL 3 offre la possibilità di giocare in due in multiplayer locale: sicuramente giocare con un amico aumenta il divertimento e, comandando entrambi i Galli, il gioco scorre più velocemente con piccole variazioni nel gameplay.
Sparisce ovviamente il bug che blocca i personaggi, anche se bisogna camminare all’unisono dal momento che la partita non avviene su split screen. In definitiva, il gioco in modalità cooperativa ne guadagna e nemmeno poco.
Segnali di Stile
Il gioco si presenta con una veste grafica molto pulita, piacevole e colorata. Gli sviluppatori hanno deciso di scegliere uno stile molto simile a quello dei fumetti, con scenari più essenziali e meno dettagliati rispetto al capitolo precedente.
I detrattori potrebbero obiettare che così la grafica manca di volume e rimanga appiattita, personalmente ritengo che invece guadagni in nitidezza e dinamismo.
A livello di animazioni, siamo invece lontani dagli standard della generazione attuale, specialmente per quanto riguarda i “filmati”. Tra virgolette perché, pur essendo quei segmenti attraverso cui la trama va avanti, si tratta di semplici piani fissi che riprendono i personaggi dall’alto, mentre parlano e si muovo a malapena.
Scelta stilistica? Può darsi, ma l’effetto è molto povero.
Molto buono il sonoro, con musiche ed effetti sonori adatti al contesto e con un doppiaggio discreto.