Sviluppato da Wirion e pubblicato da Valkyrie Initiative in sinergia con 7DOTS e Phoenix_co, Athanasy è una visual novel (qui puoi leggere un nostro approfondimento sul genere), nonché vero e proprio romanzo a bivi (o libro game che dir si voglia). Noi abbiamo vissuto e rivissuto gli orrori di questo racconto distopico su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione.
Athanasy – un futuro orrendo e spietato
Athanasy è tutto, completamente e quasi esclusivamente narrazione. Ed è una narrazione che colpisce duro, senza fare sconto alcuno. Parliamo di un vero e proprio racconto fantascientifico distopico (meglio ancora, è un biopunk) da toni fortemente crudi, cupi e drammatici. Chi cerca un lieto fine o una storia leggera, si allontani subito, Athanasy non lascia spiraglio ad alcuna nota leggera, focalizzando tutto se stesso in un mondo sporco, cupo e dannato.
Ma procediamo con ordine. Athanasy è ambientato in un futuro non precisato dove l’umanità, o quel che ne resta, sopravvive a fatica al di sotto di una stravagante cupola dai riflessi verdognoli. La vita è scandita da regole ferree, meccaniche, non per niente a capo di tutto ci sono delle Macchine. Da alcuni venerate, da altri rispettate e temute… fino a essere pericolosamente odiate. Tutto è sotto controllo, tutto è sotto stretta vigilanza, ogni persona ha dei parametri da rispettare, che sia il cibo o la possibilità o meno di procreare.
E nel mezzo di un dedalo di cemento quasi prevalentemente monocromatici, si aggira lui: Josiah Kaviani, un giovane matematico e statistico, un uomo intelligente ma estremamente solo. è lui il nostro alter ego nonché protagonista delle intere vicende. è la sua vita quella in cui andremo a “intrometterci”, sperimentando o meglio, leggendo, gli orrori che sarà chiamato ad affrontare di run in run, di scelta in scelta, affondando in una storia volutamente confusa e frammentaria, dispersiva, incompleta, piena di non detti e modi di dire che non potremo quasi mai comprendere pienamente.
Ma questa è una confusione la cui paura fa parte dello stesso gioco. Devi avere paura mentre leggi, mentre azzardi scelte senza sapere dove diavolo ti porteranno. Devi osare, fidandoti o meno di determinati personaggi e affrontando o meno determinate paure. Perché Athanasy si fonda interamente su quello: giocare e rigiocare ma con scelte diverse. Solo così potrai sperare di svelare ogni orrore e avere un quadro completo di quello che realmente il titolo e i suoi personaggi, nonché la città e il mondo stesso nascondono nelle proprie putride viscere.
Se non è ancora chiaro, Athanasy è un racconto efficace, nudo, angosciante (forse anche troppo per alcuni) e crudo che non si spreca in eleganti accorgimenti a favore dell’utente ma che lo getta in un mondo spietato senza alcun riferimento narrativo o metanarrativo. Non hai niente con cui poter approfondire prima di fare una scelta, solo tu e il tuo istinto. Dovrai azzardare molto e dovrai lasciarti confondere, guidare per mano e trascinarti in un baratro di sangue e creature abominevoli.
Athanasy è infatti pieno di orrori, una serie sorprendentemente varia di orrori ma quelli che riescono meglio sono quelli che non vedi. Quelle convinzioni che pensavi di avere e che invece vengono sbriciolate crudelmente, dilaniate come gli ammassi di carne che riempiranno presto il tuo schermo. E a tal proposito, il roster di personaggi è pienamente soddisfacente per una storia che si lascia vivere e rivivere in continuazione, forte della sua durata media breve (da una a tre ore massimo per run) e dal fascino innegabile. Scoprire tutto lo scopribile, solo allora potrai ritenerti sazio e svuotato di ogni speranza.
Come un libro
Athanasy è una visual novel perfettamente standard senza alcuna innovazione o volontà di introdurre elementi interattivi. Niente di niente. Solo testi da leggere e scelte da effettuare. I comandi sono quindi banali e pratici (in modalità portatile puoi anche utilizzare lo schermo touch come se fosse un eReader). Potrai salvare quando vuoi (ci sono diversi salvataggi da poter effettuare comodamente) e recuperare le frasi dette in precedenza proprio come gran parte degli esponenti del genere.
Se ti stai chiedendo com’è il ritmo di gioco, ebbene è abbastanza lento e la confusione già elogiata nel paragrafo precedente, potrebbe far desistere chi invece necessita di più linee guide e una base narrativa più solida a cui ancorare le proprie scelte. Ebbene, noi consigliamo invece di scaraventarsi di getto in questa narrazione, di lasciarsi sconvolgere, disgustare e torturare dalla narrazione di Athanasy.
Grafica e sonoro
Graficamente Athanasy sorprende per varietà di elementi e scenari oltre a una cura del dettaglio davvero notevole. La Città è riprodotta bene, i personaggi sono vari e decisamente mostruosi. L’orrore a schermo viene ben mostrato (anche se quello “raccontato” funziona ancora meglio). Possiamo dire che gli sprite e le animazioni sono un po’ poche rispetto al resto ma svolgono comunque la loro funzione più che discretamente.
Il sonoro è una vera e propria chicca, elemento essenziale che accompagna ogni evento modulandosi al modulare della tipologia di esperienza e fortificando momenti ora più ansiogeni ora più drammatici ora più mortali. Da segnalare, purtroppo, l’assenza dei sottotitoli in lingua italiana (presenti ottimi sottotitoli in inglese) in un’opera dove la scrittura è fondamentale oltre che contenusticamente elevata e anche abbastanza complessa in alcuni passaggi.
Nota finale per le modalità offerte dall’ibrida Nintendo con quella portatile che è semplicemente perfetta, trasformando difatti la console in un vero e proprio eReader impreziosito da un racconto che saprà restare impresso per molto tempo.