Tante volte nella storia dell’uomo la forza lavoro si è sempre data “battaglia” tra umani e macchine, giungendo, come ben sappiamo, a fondersi quasi l’uno con l’altro. Sicuramente i vantaggi di unire l’ingegno e l’intelletto umano con la velocità e la forza lavoro espressa da un automa o un robot sono straordinari, questo ci ha permesso di evolverci e viaggiare dal mondo… fin nello spazio profondo.
Anche nella vita di tutti i giorni ci rendiamo conto del ruolo sempre più importante che la tecnologia va assumendo nella nostra quotidianità aiutandoci lì dove, per i troppi impegni di lavoro, non riusciamo più a essere fisicamente presenti. Questo però può portare a una nociva dipendenza dalla tecnologia, questione che più volte è stata messa in discussione anche da massimi esperti del settore, i quali molto spesso si chiedono, e ci chiedono, dove arriveremo tra qualche decennio, considerando il trend in continua crescita dello sviluppo tecnologico. A questa risposta prova a rispondere Autonauts, gioco indie sviluppato dalla software house Denki, nato grazie a una fruttuosa campagna kickstarter.
Alla conquista della galassia
La nostra prima “missione” sarà quella di raccogliere degli oggetti per creare il nostro banco di lavoro, in questo primo tutorial impareremo le basi e le meccaniche di gioco abbastanza basilari. Dovremo raccogliere rocce e ramoscelli di legno, e dovremo usare queste prime rudimentali risorse per costruire i nostri attrezzi da lavoro. Una volta costruito un banco da lavoro dovremo poi passare a costruire il nostro primo robot , ovvero un drone che ci aiuterà ad espandere la nostra colonia coadiuvandoci nella costruzione di edifici, oggetti o semplicemente nella raccolta di risorse utili. Ci saranno particolarmente di giovamento nella bonifica delle aree incontaminate del pianeta.
Man mano che andremo avanti con la costruzione di nuovi droni costruttori e completeremo le varie “missioni” guadagneremo delle licenze di Autonauts, le quali ci faranno sbloccare nuove missioni di licenza e nuove tipologie di robot costruttori. Inoltre sbloccheremo insieme ai robot anche nuovi attrezzi da lavoro e nuove sfide, che ci porteranno ad avere una colonia sempre più grande ed evoluta.
Non sarà facile (almeno inizialmente), considerato che tutti i compiti ricadranno ovviamente sulle nostre spalle, ma già dopo qualche ora, con una decina di robot al nostro seguito, tutto diverrà più semplice. Il punto di forza di Autonauts sta nel fatto che gli automi che costruiremo saranno programmati da noi stessi al fine di renderli capaci a svolgere determinate azioni: faremo in modo, infatti, che apprendano il compito da eseguire semplicemente guardandoci mentre lo realizzeremo.
Il nostro lavoro non finirà soltanto con la creazione di una squadra ben organizzata di robot. Il nostro intervento sarà comunque sempre necessario sia nella gestione dei robot stessi, i quali tendono a soffrire di scarsa autonomia, sia nelle fasi di innovazione tecnologica, in quanto nessun automa compirà azioni senza che prima sia stata sviluppata la tecnologia necessaria o sia stato creato lo strumento adatto.
Gameplay
Autonauts si presenta come un gioco molto colorato e dalle atmosfere variopinte. Immergendoci in un mondo completamente automatizzato, abitato solamente da robot programmati per svolgere le più disparate funzioni, impersoneremo un viaggiatore umano interstellare che dovrà civilizzare dei pianeti sconosciuti. All’inizio però, una volta atterrati sul suolo del nuovo pianeta, saremo da soli, senza alcun aiuto, e soprattutto senza alcuno strumento che ci assista nello svolgimento delle varie attività. Sul pianeta, a cui potremo anche dare un nome, affiancati dal nostro fedele compagno robotico OTTO-O (che ci accompagnerà per tutta la prima parte di gioco) ci prepareremo a “iniziare la nostra vita come Autonauts“, dovremo invero esplorare, collezionare risorse, costruire macchine e macchinari, industrie di ricerca, sistemi di automazione e tutto quello che servirà per colonizzare il nostro primo pianeta… Ma questo prima del tutorial.
Useremo i tasti W A S D per girare e guardarci intorno attraverso il mondo, e la rotellina del mouse per zoomare. Inoltre tramite i tasti destro e sinistro del mouse potremo raccogliere e lasciare oggetti. Il gameplay risulta interessante, anche se nella prima parte di gioco può essere percepito come impegnativo e un po’ caotico facendo entrare il giocatore in un loop quasi interminabile di raccogli, crea strumento, crea robot e insegna al robot cosa fare. Tutto questo si ripeterà fintanto che il mondo non sarà autosufficiente o non avremo abbastanza robot indipendenti a tal punto da non richiedere più il nostro intervento. A questo punto raggiungeremo l‘end-game e a noi non resterà altro da fare che riprendere la nostra astronave e partire alla ricerca di un altro, incontaminato mondo da colonizzare con nuovi aiutanti cibernetici.
Sonoro/Grafica:
il comparto sonoro è alquanto basico ma rilassante e consono alla tipologia di gioco che è Autonauts, il sottofondo lounge infatti darà un tocco di spensieratezza in più al titolo, accompagnandoci nelle nostre ore di costruzione e colonizzazione.
Il comparto grafico è piuttosto curato, con una grafica cartoonosa e “cubettosa” simile al più famoso e celebre titolo d’ispirazione: Minecraft. È da qui che infatti che prende ispirazione Autonauts per il suo comparto grafico. Nonostante le linee siano più morbide, le forme risultino più definite e si mescolino alla perfezione con colori vividi e di netto impatto visivo.