Avatar: Frontiers of Pandora è stato presentato durante l’Ubisoft Forward dell’E3 di quest’anno, rivelando la sua natura totalmente next-gen. Il titolo è in sviluppo presso Massive Entertainment, lo stesso team che ha dato i natali a The Division 2.
Il direttore creativo Magnus Jansen e il direttore tecnico di programmazione Nikolay Stefanov hanno spiegato i motivi di questa scelta.
La natura next-gen di Avatar: Frontiers of Pandora
I motivi che hanno portato a creare Avatar: Frontiers of Pandora solo per console di nuova generazione sono principalmente quattro:
- Il volo
- Una nuova concezione di open world
- IA dei nemici e creature
- Immersività
Per quanto riguarda la prima voce, il volo, è fondamentale la velocità e la potenza delle console next-gen nel rendering, “per avere una bel colpo d’occhio e un rendering a distanza, dove possiamo anche usare il ray tracing per realizzare ombre molto lontane, persino a tre o quattro chilometri di distanza da te.”
È importante che il mondo appaia sempre perfetto, soprattutto quando sfrecceremo tra i cieli di Pandora sul dorso dei Banshee. Quindi la velocità non andrà ad intaccare il dettaglio grafico, proprio grazie alla velocità di stream del rendering che possiedono le nuove console.
Parlando dell’open world, rispetto al passato, dove gli sviluppatori erano costretti a creare spazi “vuoti” tra un punto d’interesse e un altro, cercando un equilibrio tra dettaglio e densità, la next-gen permetterà di creare open world in modo più “organico”.
“Sono piccole cose sottili a cui la gente non pensa, cioè quanto siano vicini tutti i posti del mondo. Con i vecchi hard disk, ogni luogo doveva essere distanziato molto, perché si doveva interrompere lo stream del vecchio e iniziare lo stream della parte nuova ” spiega Jansen.
Altro punto innovativo è l’intelligenza artificiale di nemici e creature che popolano Pandora. Come sappiamo gli NPC agiranno in modo intelligente con l’ambiente di gioco.
“La fauna selvatica, l’IA, il modo in cui ti rintracciano, il modo in cui ti attaccano, i progressi nella tecnologia e il modo in cui ne stiamo sfruttando la potenza con il nostro motore Snowdrop ci permette [di] fare cose incredibili che non sarebbero possibili [altrimenti].” afferma Jansen.
Per concludere, Ubisoft ci spiega cosa intende per immersività. L’obiettivo è portare il giocatore a vivere il mondo di Pandora e lo evidenzia anche la decisione dell’utilizzo della prima persona. Perciò era necessario “avere la migliore simulazione di clima, pioggia, animali, e la migliore resa, perché più tecnicamente eccellente è, più è capace di trasportarti all’interno del mondo di Pandora.”
Ci sarà un sistema di illuminazione totalmente nuovo che si baserà sul ray tracing, che creerà ancora più realismo. Un chiaro esempio è l’effetto traslucido delle foglie e quanto la luce passi attraverso di esse, oppure i riflessi sull’acqua, anche sotto le nuvole volumetriche nel cielo, che riceveranno una corretta illuminazione.
Purtroppo non abbiamo una data precisa per Avatar: Frontiers of Pandora e dovremo aspettare ancora un generico 2022 per vedere se quanto dichiarato dagli sviluppatori ci farà vivere veramente Pandora.