Ayo the Clown è un platform a scorrimento orizzontale sviluppato e pubblicato da Cloud M1, di cui avevamo già recensito la versione per Nintendo Switch e PC.
Dopo qualche mese, il team ci riprova sull’hardware di Xbox Series X/S. Scopriamo insieme le particolarità e i difetti di questo imperfetto gioiellino.
Ricordiamo che la nostra prova è avvenuta su Xbox Series S.
Ayo the Clown e le sue peripezie
La trama di Ayo the Clown, ovviamente, non è il suo piatto forte. Nel titolo, per l’appunto, ci troviamo a vestire i panni di Ayo, uno stravagante pagliaccio. Dopo una sfortunata notte il nostro si sveglierà non trovando più Bo, il suo amatissimo e fedele cagnolino. Si imbarcherà quindi in un’avventura per scoprire che fine ha fatto e per riportarlo a casa.
L’incipit, come si nota, è ovviamente semplice e forse un pò banale. Tuttavia il tono simpatico e leggero della produzione rende il tutto piacevole da seguire e la storia funge da buon collante alle sezioni di gameplay.
I vari accadimenti vengono narrati, di tanto in tanto, con diverse fermo-immagini disegnate nello stesso stile del gioco ed in cui una voce maschile racconta le vicende. Qui si segnala un primo particolare non troppo riuscito. Questi spezzoni hanno un che di “amatoriale”, dato che la voce risulta essere registrata non nel migliore dei modi, con dei cambi di volume e dei piccoli disturbi che rendono il tutto un po’ troppo grezzo. Certo, niente di eclatante, ma avremmo preferito una maggiore cura a tal proposito.
Nell’incedere degli eventi, avremmo poi l’occasione di incontrare svariati personaggi che ci insegneranno nuove tecniche e abilità. Questi, solitamente, ci chiederanno di svolgere dei piccoli compiti inseriti nel gameplay loop che non sono per niente tediosi.
Insomma, senza dubbio questo comparto fa il suo senza eccellere ma, considerando il genere di appartenenza e il fatto che si tratti di una produzione tutto sommato a basso budget non possiamo che ritenerci abbastanza soddisfatti, anche per via della giusta longevità che ben ai adatta ai ritmi del gameplay.
Salti, arrampicate, platforming… con qualche difetto
Eccoci giunti nel vero cuore pulsante di questo Ayo the Clown, ovvero il suo efficace e divertente gameplay. Diciamolo fin da subito, il core gameplay di questo videogioco funziona e non annoia pur non innovando il genere. Il platforming a scorrimento è sempre piacevole e ben pensato, coadiuvato da un level design ottimamente implementato e sempre pronto a stupire il giocatore.
L’impressione, infatti, è che gli sviluppatori di Ayo the Clown abbiano volutamente messo in piedi un gioco dai ritmi sempre molto elevati in grado di sorprendere di continuo l’utente con trovate particolari e interessanti. L’uso di una nuova abilità che apre a sezioni diversificate, il ritrovamento di un’arma che permette di combattere per brevi sezioni e addirittura la possibilità di usare un carro-armato (Mario Odissey, sei tu?) rendono il tutto dannatamente divertente.
Un encomio, quindi, va certamente fatto agli sviluppatori per la loro gestione dei ritmi di gioco e la sapiente capacità di comprendere il momento giusto per ravvivare il prodotto. Questa elemento è ben chiaro se si pensa che, almeno all’inizio, in Ayo the Clown… non si può saltare! Ebbene sì, dato che nelle primissime battute il nostro simpatico clown non disporrà di apposite scarpe, nel primo livello dovremmo contare soltanto sulla possibilità di andare avanti e indietro e di procedere nel livello sfruttando esclusivamente le piattaforme scorrevoli e i sali-scendi.
Le boss-battle, solitamente presenti nell’ultimo stage dei mondi, sono molto ben realizzate, innovando il gameplay con soluzioni atipiche e dannatamente divertenti.
La progressione di Ayo the Clown, con l’ottenimento di nuove abilità, è ottimamente gestita. Il gioco presenta un livello di sfida ben bilanciato, ottimamente calibrato e mai tedioso (anche se al livello di difficoltà massimo certe sezioni richiederanno riflessi pronti).
Essendo un prodotto pensato per tutti i videogiocatori, avremo la possibilità di scegliere tra Facile, Normale e Difficile, in base al tipo di esperienza che cerchiamo e alle nostre abilità. Tutte e 3 le opzioni ci sono sembrate tutto sommato ben implementate.
Come ogni buon platform a scorrimento che si rispetti, nel gioco avremo 3 vite, rappresentate da cuori in alto a sinistra. Ogni volta che cadremo nel vuoto o verremo toccati dai nemici ne perderemo uno. Durante l’avanzamento nel livello ci sono degli appositi checkpoint, rappresentati da una macchina che ci piazzerà una torta in faccia (dopotutto siamo un pagliaccio, no?). Se perderemo tutti e 3 i cuori spawneremo nell’ultimo checkpoint. Ad ogni “run” avremo a disposizione 3 vite e se non riusciremo a finire il livello prima di finirle dovremo ricominciarlo da capo.
Questa meccanica, tuttavia, non deve affatto spaventare dato che i singoli livelli, solitamente 5 per ogni mondo (ne esistono in totale 8), sono pensati per essere “superati” in pochi minuti. Anche ricominciandone uno potremo raggiungere il nostro ultimo checkpoint senza troppo sforzo.
In chiusura siamo costretti a segnalare i difetti più gravi del gioco, che sono anche il motivo per cui la produzione non può raggiungere un 8 pieno. Ayo the Clown, nonostante abbia un gameplay divertente e spassoso, ha dei controlli un po’ imprecisi e, trattandosi di un platform, sembra quasi un ossimoro. L’impressione è che il gioco soffra di un leggerissimo input lag che rende il personaggio, a livello percettivo, leggermente “fuori dai nostri controlli”.
Durante la nostra prova ci siamo trovati a fare degli appositi test che hanno mostrato come, effettivamente, il salto avvenga, ad esempio, dopo qualche millisecondo di troppo dopo la pressione dell’apposito tasto.
Insomma, un piccolo grande difetto che non ci saremmo aspettati, almeno inizialmente, da questo Ayo the Clown e che speriamo possa essere in parte risolto con aggiornamenti.
Colori, suoni e prestazioni. Alti e bassi… come un giro di giostra
Il comparto artistico di Ayo the clown è senz’altro ottimamente pensato e realizzato. Colori sgargianti, una palette cromatica piacevole e uno stile grafico in 2.5D che ha un suo perché rendono il gioco davvero piacevole da guardare. Pur non presentando un comparto grafico all’avanguardia, né animazioni ultra-realistiche bisogna dire che, anche complice l’alternarsi dei setting (campagna, cieli, circo, fattorie ecc), il gioco risulta sempre bello.
Il sonoro è forse la componente meno riuscita e ispirata di Ayo the Clown. Campionamenti un po’ anonimi, musiche ridondanti e poco incisive e quel problema della voce del narratore già evidenziato rendono l’audio del gioco davvero sottotono.
Ovviamente le prestazioni, considerando la grafica “semplice”e il genere di appartenenza, sono più che sufficienti. Ci basta dire che il frame-rate è più che fluido e stabile, la risoluzione è adatta per lo scopo e non abbiamo incontrato bug, glitch o problemi di sorta. In sostanza, semplice e funzionale.
Eccoci quindi giunti alla conclusione di questa recensione di Ayo the Clown. In chiusura possiamo ritenerci davvero soddisfatti da questo videogioco e dalle ore di sano divertimento che offre. Resta certamente un p0′ di delusione per i piccoli problemi di imprecisione nei comandi che rendono il prodotto un piccolo diamante grezzo.