La notizia del rinvio di sequel di Breath of the Wild a primavera 2023 non ha colpito solo i fan della saga.
Durante il Tokyo Trading del 29 marzo, infatti, le azioni di Nintendo sono calate del 6%. I motivi sono facilmente intuibili: sono passati 6 anni dall’uscita del primo Breath of the Wild e la delusione dei fan è quanto mai cocente dopo questa notizia.
Questo calo, però, viene dopo un incremento delle azioni della grande N del 25%, come riportato da Reuters. Negli ultimi mesi Switch ha infatti macinato grandi entrate, grazie all’uscita di titoli di successo come Leggende Pokémon: Arceus, a gennaio e di Triangle Strategy e Kirby and the Forgotten Land a marzo.
I danni dovuti al rinvio non rischiano di mettere particolarmente in difficoltà Nintendo e ci si augura che questo rinvio serva a rendere questo Zelda un prodotto all’altezza delle altissime aspettative.
I motivi dietro il rinvio di The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2
Come annunciato sui social da Eiji Aonuma, The Legend of Zelda: Breath of the Wild 2 è stato rinviato per rendere il gioco nella miglior maniera possibile, dal momento che il mondo, ampliato dalla possibilità di esplorare anche i cieli di Hyrule, promette di essere più vasto che mai.
Molte speculazioni parlano anche di altri fattori dietro il rinvio. La lineup di Nintendo del 2022, che comprende gioconi come Splatoon 3, Bayonetta 3 e Pokémon Scarlatto e Violetto, sarebbe secondo molti già abbastanza piena e far uscire anche Zelda quest’anno porterebbe ad un’eccessiva saturazione di titoli importanti, che è meglio distribuire nel tempo.
Altre voci parlano anche di un’uscita cross-gen del gioco. Secondo queste teorie il gioco uscirà non solo su Nintendo Switch, ma anche sul suo successore, come successe per il primo titolo, uscito anche su Wii U.