L’anno scorso come ormai sappiamo Baldur’s Gate 3 ha fatto piazza pulita della concorrenza aggiudicandosi premi su premi, vincendo anche il titolo di Game of the Year. E a buon ragione, perché da tempo non si vedeva un gioco così ben curato in così tanti aspetti: in un industria che ha serializzato il videogioco, portando a moltissime uscite annue, come COD o i vari giochi sportivi, è bello vedere un team di sviluppo metterci l’anima per creare un prodotto che sia completo.
Cosa rende speciale Baldur’s Gate 3
Ho apprezzato molto l’idea da parte degli sviluppatori di non rilasciare alcun DLC (che per quanto mi riguarda sono la rovina del videogioco), perché hanno deciso di inserire tutte le loro idee nel titolo, e non di tagliuzzarlo per venderlo come il prosciutto. Tutto quello che Larian voleva raccontarci sta nel gioco, e non in qualche contenuto che forse un giorno arriverà. Ho anche apprezzato il fatto che dopo il successo di Baldur’s Gate 3 abbiano deciso di dedicarsi ad altro, staccandosi dal mondo dei Reami Dimenticati di Dungeons & Dragons.
Perché come molti sanno Baldur’s Gate 3 è ispirato a Dungeons & Dragons, il gioco di ruolo più famoso del mondo, che come tale ha ispirato moltissimi adattamenti, sia videoludici come i vari Baldur’s Gate o l’MMO Neverwinter, che cinematografici, come il recente film.
Ma quante delle persone, che hanno giocato a Baldur’s Gate 3, hanno provato D&D? E quali sono le principali differenze e similitudini tra i due? E perché ci piace così tanto giocare di ruolo? Oggi parleremo proprio di questo.
Moltissimi hanno amato Baldur’s Gate 3 per il suo approccio al world building e la libertà che concede al giocatore nel proseguimento dell’avventura e delle varie quest, offrendo molti modi per risolvere ogni conflitto, che sia con la forza o con le parole, con la spada o la penna, con la crudeltà o la gentilezza. Anche i dialoghi con gli npc risultano spesso complessi e articolati, pieni di possibili conclusioni. Adesso immaginiamo di togliere tutti gli 0 e gli 1 da Bladur’s Gate 3 e sostituire il computer con un cervello umano. Ecco, quello è D&D.
Videogioco o gioco da tavolo?
La principale differenza tra Baldur’s Gate 3 e D&D sta proprio nel fatto che quest’ultimo è TTRPG (Tabletop Role-Playing Game) che si sviluppa principalmente in quello che si chiama “Teatro della Mente”. E nonostante sembri il titolo di un film di David Lynch è semplicemente il termine usato per indicare l’uso della tua fantasia, la capacità di immaginare un intero mondo o più facilmente il prorpio personaggio. Perché se in Baldur’s Gate 3 il giocatore è il protagonista indiscusso, in D&D ognuno dei giocatori interpreta un membro del “party” di gioco. Non è un caso che una delle grandi ispirazioni, sulle quali si basa il gioco di ruolo più famoso al mondo, sia Il Signore degli Anelli. Infatti abbiamo il nostro party (la Compagnia dell’Anello) alle prese con un ardua sfida (buttare l’Unico Anello nel Monte Fato) che li condurrà in una lunga avventura.
È questo secondo me l’aspetto migliore di D&D: vivere un’avventura al fianco dei propri amici. Perché per sua natura D&D è un gioco collaborativo, dove ogni membro del party assiste gli altri donando alla squadra le proprie abilità fornite dalla classe. Immagina la creazione del tuo personaggio in D&D come la creazione di un personaggio in un qualsiasi RPG: che si tratti di Fallout, Dragon Age o Cyberpunk 2077, generalmente si scelgono razza, classe, abilità, talenti, magie, armi, oggetti speciali e quant’altro. La forza di un TTRPG non sta però su quello che c’è scritto sulla scheda personaggio, ma quello che il giocatore mette all’interno del personaggio: come lo caratterizza, come lo fa agire, come lo fa relazionare con gli altri membri del party.
La natura di uno e dell’altro
Ovviamente in un videogioco le scelte sono preselezionate e, per quanto Larian possa essere stata meticolosa nel dipingere un mondo più immersivo possibile, stiamo sempre parlando di un videogioco e, in quanto tale, non può prevedere tutte le mosse immaginabili da centinaia di migliaia di giocatori in tutto il mondo. Prendendo un esempio personale: io ho deciso di giocare un warlock nella mia prima partita di Baldur’s Gate 3, e sono rimasto deluso quando ho scoperto che la tua classe non influisce quasi in nessun modo sul gameplay e sulla storia. A quanto pare gli sviluppatori pensavano che non fosse rilevante il fatto che IL PROTAGONISTA DELLA STORIA abbia ricevuto i suoi poteri da un diavolo. In Baldur’s Gate 3 ci sono ben due diavoli pronti a stipulare dei contratti con il giocatore e nessuno ha quasi mai accennato al fatto che io fossi un warlock.
A questo mi riferisco quando dico che l’aspetto migliore di D&D è vivere l’avventura con i tuoi amici. Ovviamente tra un giocatore e un videogioco non ci può essere l’intesa che si crea tra amici che si siedono a un tavolo e costruiscono una storia insieme, non sapendo esattamente cosa succederà. In D&D è verissimo che non è tanto importante la meta, ma il viaggio che si intraprende per completare la missione, la quest. Un vero racconto condiviso tra giocatori, con l’unico scopo di creare legami, risolvere conflitti e salvare mondi.
Un grande viaggio dentro e fuori dalla mente
Io stesso ho forgiato o approfondito amicizie che vanno avanti da anni ormai, proprio grazie a D&D. Ciò che lo rende speciale è proprio la sua unicità come medium: nessun altro tipo di intrattenimento riesce a raggiungere questo tipo di interattività tra il mondo di gioco e il giocatore. Il rapporto o meglio, i rapporti che si creano tra i membri del party saranno veri, tangibili e non solo dettati da una barra che indica l’apprezzamento da parte di un personaggio.
Questo è per me Dungeons & Dragons, e i giochi di ruolo cartacei in generale: un modo per conoscere meglio altre persone, nonché se stessi. Una bellissima esperienza di gruppo che poche altre cose possono superare. Per chi fosse interessato è possibile acquistare il Kit Essenziale di D&D: una breve introduzione alle regole, oltre a un’ avventura introduttiva. Disponibile sia fisicamente che sul portale ufficiale D&D Beyond, dove tutti i contenuti sono completamente digitali.