Un furto da vendicare
Il contesto narrativo di Bard’s Gold altro non è che un pretesto atto a giustificare le azioni che il giocatore va a compiere nel corso dell’avventura: un malvagio goblin ruba il tesoro di famiglia del bardo protagonista della storia, il quale ha tutta l’intenzione di vendicare il torto subito e recuperare tutta la refurtiva. Nel corso dell’inseguimento, l’eroe viene risucchiato in un mondo particolare, ed è qui che ha inizio l’avventura vera e propria. Come già detto, l’obiettivo finale è quello di ritrovare e recuperare il tesoro sottratto al protagonista, ma già all’interno dei vari livelli è possibile recuperare svariati gioielli preziosi che possono essere utilizzati per acquistare oggetti utili alla propria sopravvivenza o per l’incremento del livello di alcune abilità.
Bard’s Gold è estremamente complicato, senza mai però risultare frustrante o esagerato. Il giocatore deve imparare a convivere con l’ampia componente ritmica del titolo, la quale premia particolarmente un approccio più ragionato rispetto ad uno frettoloso e frenetico. Il gioco, infatti, è pieno di trappole che vanno evitate con una buona dose di coordinazione e tempismo, senza i quali si va incontro a morte certa. Questo viene reso più complicato dalla presenza di un orologio che scorre, il quale una volta arrivato a zero, da il via ad una tempesta di fuoco. Per adattare il titolo allo stile di ogni tipo di giocatore, gli sviluppatori hanno deciso di implementare tre livelli di difficoltà differenti: Normale, nella quale il bardo ha a disposizione quattro vite, ed in cui ogni porta rappresenta un checkpoint; Retro, nella quale le vite a disposizione sono due e aumentano la quantità di gemme e di eventi casuali; Rogue-Like, difficoltà nella quale la vita è solo una divisa in varie parti e nella quale gemme e casualità aumentano esponenzialmente e le porte non fanno da Checkpoint.
Qualunque livello di difficoltà si scelga, bisogna prepararsi psicologicamente ad un elevato numero di morti. Per aiutare il giocatore, gli sviluppatori hanno introdotto, in alcuni livelli, dei negozi nei quali è possibile acquistare vari tipi di oggetti utili al proseguimento agevolato dell’avventura. Si passa da una buona varietà di armi a vite aggiuntive, passando per scudi, scarpe che aumentano la rapidità del protagonista e speciali occhiali che permettono di vedere alcuni elementi nascosti all’interno di ogni livello, i quali possono contenere gioielli di valore più elevato o frammenti di mappe, e se raccolti tutti possono generare vite aggiuntive o far comparire dei particolari boss nascosti.
Oltre all’acquisto di oggetti utili, le gemme e i gioielli preziosi raccolti durante la partita possono essere utilizzati anche per potenziare varie skills. Questa decisione viene presa dal giocatore ogni volta che l’avventura viene stroncata dalla morte del bardo, e rappresenta una componente GDR che si rivela molto utile in certi frangenti. Poche abilità risulteranno altamente migliorabili già in partenza, come quella che permette di iniziare la partita con vite aggiuntive e quella che migliora la gittata delle armi (che in Bard’s Gold sono tutte dalla distanza), mentre le altre saranno più facili da potenziare una volta portata a termine l’avventura, soprattutto a causa del loro costo molto elevato e della scelta degli sviluppatori di tenere nascoste le aree di gioco nel quale sbloccarle.
In totale i mondi di gioco sono quattro, composti da vari livelli, ma in generale l’esperienza risulta fin troppo breve, soprattutto per il fatto che Bard’s Gold è in grado di tenere incollato il giocatore allo schermo senza che esso si renda conto del tempo che effettivamente è passato. Il level design comunque è ben studiato, ed ogni ambientazione di gioco risulta divertente e intrigante, con alcuni picchi di adrenalina davvero esaltanti, che danno vita a delle sessioni che accrescono la voglia del giocatore di continuare l’avventura e rigiocarla diverse volte.
La grafica di Bard’s Gold è molto semplice, in stile puramente vintage, ma non finisce mai per stancare chi gioca. I comandi si sposano benissimo con i diversi tipi di controller di Nintendo Switch, e risultano comodi, intuitivi e semplici. Il titolo, sia per il suo genere che per il fatto che risulta costantemente interessante, sembra nato appositamente per il gioco in modalità portatile, ed è in grado di tenere compagnia al giocatore per svariato tempo senza mai annoiarlo ne stancarlo.
Insomma, Bard’s Gold emerge nel mondo dei videogiochi indie del suo genere per la sua difficoltà elevata che non sfocia mai nella frustrazione, per la sua ambientazione particolare e per il suo modo egregio di sfruttare le possibilità offerte da Nintendo Switch. Peccato che l’esperienza di gioco risulti in fin dei conti troppo breve, con pochi mondi da visitare.