Ci sono un cane, un gatto, un coniglio e un orso in una navicella spaziale…no, non è l’inizio di una barzelletta ma l’introduzione di BARK (Bio-Interstellar ARK), uno shoot’em up in 2D sviluppato e distribuito da TicToc Games.
L’opera dello studio californiano è disponibile sia su Nintendo Switch che su PC (tramite piattaforma Steam), ma sulla console nipponica la sua natura da multiplayer sfrutta tutto il suo potenziale (oltre ad essere la nostra console di prova per la recensione).
Ma procediamo con ordine ed iniziamo dalle basi: come ci sono finiti questi quattro pelosetti nello spazio? Scoprilo nella nostra recensione di BARK (Bio-Interstellar ARK).
BARK (Bio-Interstellar ARK): animaletti pucciosi al salvataggio dell’universo
Come ci viene chiaramente mostrato nel filmato introduttivo, in BARK l’umanità è stata attaccata da una razza aliena semi-organica e costretta ad abbandonare la terra a bordo di uno shuttle. Quando quest’ultimo viene attaccato dagli alieni, il capitano è costretto a lanciare nello spazio proprio i nostri 4 amici pelosi, per evitare che almeno loro vengano fatti prigionieri.
Dopo essere stati tratti in salvo da una stazione spaziale governata interamente da altri animali dotati di intelletto (non viene detto esplicitamente, ma è palese per l’utente), i nostri fuffosi eroi si muniranno di navicella spaziale e tanto coraggio per poi partire alla riconquista del sistema solare.
La trama di BARK si potrebbe anche definire pretestuosa, ma la verità è che ci troviamo di fronte ad una simpaticissima storia che serve a darci esclusivamente il “la” ad un gameplay divertente e spensierato, che può risultare anche impegnativo e soddisfacente alle difficoltà più alte.
I 4 protagonisti sono anch’essi piuttosto stereotipati: l’orso timido, il coniglio burbero, il gatto “sulle sue” ed il cane perennemente in cerca di attenzioni e coccole, ma anche in questo caso, BARK punta ad avere una facile e veloce chiave di lettura in merito alla caratterizzazione degli elementi narrativi, lasciandoci liberi di dedicarci alla parte puramente ludica.
BARK: uno shoot ’em up in 2D ispirato ai classici di un tempo
E’ con il suo gameplay che BARK da il meglio di se: siamo di fronte ad uno shoot ’em up in 2D vecchia scuola, ma arricchito con power-up ed abilità uniche per ogni personaggio.
Oltre a muovere la navicella con lo stick analogico ed utilizzare il tasto X per il fuoco automatico, tramite la pressione del tasto B sarà possibile effettuare un dash, il quale renderà il nostro personaggio virtualmente immortale, oltre a consentirci di schivare qualsiasi tipo di ostacolo/proiettile.
Una volta caricata l’apposita barra dell’abilità speciale, posta sotto quella dei punti vita, potremmo sprigionare un potere particolare, unico per ogni pilota, pigiando il tasto Y.
Pochi e semplici tasti dunque, per poterci dare il pieno controllo in tutti i livelli di cui è composto BARK livelli che, ovviamente, sono composti da tutti i pianeti del sistema solare, ognuno con la sua ambientazione peculiare, i suoi nemici specifici e con diversi ostacoli naturali (le rocce di Marte non esistono su Saturno, giusto per dire).
Siamo dunque di fronte ad un titolo semplice, che non offre un alto livello di sfida? Tutt’altro! E’ il momento di parlare della svolta hardcore del gioco, fatta di cooperazione in multiplayer e record in single-player.
Uno per tutti, tutti per uno!
Diciamolo subito: alle basse difficoltà BARK presenta un livello di sfida abbordabile per chiunque, anche per i neofiti del genere. Tuttavia, portando la difficoltà a livelli più alti ecco che le cose si fanno interessanti.
In modalità single-player l’utente verrà chiamato a dimostrare tutta la sua velocità di esecuzione tra dash continui, sapienze utilizzo dello stick analogico per muoversi ed una corretta alternanza tra fuoco automatico e colpo caricato.
In modalità multiplayer, a tutto questo verrà aggiunto il fattore cooperazione: aiutare gli altri giocatori tramite le rianimazioni, assisterli nell’arrecare danno ai nemici, utilizzare i propri poteri speciali per boostare le loro capacità, vedrà il nostro punteggio incrementarsi a fine partita. In breve, collaborare premia di più che essere egoisti, sia in termini di gameplay effettivo che di punteggio finale.
Grafica e Sonoro
Per quanto riguarda il comparto tecnico di BARK, c’è da dire che quest’ultimo svolge egregiamente il suo lavoro, sia dal lato grafico che da quello del sonoro.
La colonna sonora del titolo è più che adatta ad ogni situazione di gioco; chiaramente non offre nulla di indimenticabile, ma accompagna piacevolmente il giocatore durante tutte le fasi della sua partita.
Il comparto grafico non brilla per originalità, ma resta comunque apprezzabilissimo ed è perfettamente in linea con la trama che vuole raccontare il titolo.
In ultimo, da segnalare come le prestazioni del titolo non calino in modalità portatile, rendendo B.ARK godibilissimo anche sullo schermo da 6,2 pollici.
BARK: alcune considerazioni finali
Il primo impatto che si può avere con titoli del genere, è ovviamente quello di un gioco rivolto ad un pubblico estremamente giovane (in breve, “un giochino per bambini”), visti i contenuti giudicati non attraenti per un pubblico adolescenziali/adulto.
BARK fa però parte di quel movimento videoludico atto ad invertire tale tendenza: se è vero che immagini crude ed argomenti complessi rendono un titolo inadatto ai bambini/ragazzi, non vale il contrario. Un adulto potrà (ed anzi, dovrà) sempre trovare il tempo per dilettarsi con un’esperienza (anche non videoludica) che non presenta tematiche mature, anche solo per tirare il fiato.
Diamo più possibilità a giochi del genere (qui il link ad un’altra nostra recensione), capaci di donare anche solo una mezz’ora di spensieratezza all’interno di una giornata estremamente pesante.