Sempre più spesso ci si trova a sentire sui più disparati media frasi del tipo “I videogame sono violenti, rendono aggressivi e sono diseducativi” senza pensare a quel che significa davvero avere a che fare col vero medium videoludico, inteso come oggettiva realizzazione artistica. Un videogioco è passione, è arte ed emozione, capacità e talento, ma è anche fonte di ispirazione e dimostrazione d’amore! Sembra una banale storiella da giornaletti adolescenziali, ma la storia che si cela dietro a Battle Princess Madelyn è invece pura realtà!
Da una semplice idea alla realizzazione
Prima di parlare del gioco in sè, è doveroso in questo caso raccontarti della sua nascita, in quanto ti servirà in parte per comprendere il gameplay che andrò ad illustrarti in seguito. Se fai parte della vecchia guardia dei gamer e sei quindi poco più che trentenne, avrai quasi sicuramente avuto a che fare con uno dei capisaldi dell’epoca di casa Capcom, ovvero Ghouls ‘n Ghosts. Proprio a quest’ultimo stava giocando Christopher Obritsch, programmatore semi-professionista, quando sua figlia Madelyn, affascinata dal primo boss del gioco, gli chiese di ripetere più volte lo stesso livello. Da bravo padre, e da capace programmatore, il buon Christopher si diede subito da fare per realizzare un titolo che somigliasse quanto più possibile a quello preferito dalla piccola, ponendo poi la stessa come protagonista della vicenda!
Perfetto, l’idea c’era, quello che mancava era però il finanziamento necessario a far decollare il suo progetto. Proprio per questo, il programmatore decise di richiedere dei soldi attraverso una campagna kickstarter, richiedendo all’incirca 60.000$. Risultato di quest’operazione? Non solo riuscì a coprire la spesa richiesta, ma ottenne circa il quadruplo dell’intera cifra, arrivando finalmente a realizzare il tanto agognato sogno della sua adorata figlioletta! Battle Princess Madelyn era pronto a fare il suo glorioso esordio!
Un pizzico di storia
Quella di BPM è forse la più classica delle storie, di quelle che ci raccontavano anche i nostri genitori o i nostri nonni per farci addormentare, con un principe come protagonista che deve affrontare il cattivone di turno e al tempo stesso aiutare tutti i bisognosi in difficoltà. L’unica differenza è che stavolta le parti sono invertite, e come protagonista abbiamo la nostra piccola principessa Madelyn! Proprio come nelle più comuni famiglie, è proprio in una cameretta che comincia la nostra storia, con un nonno che mostra un libro alla sua nipotina, troppo concentrata ad armamentare con aggeggi tecnologici. L’incipit dell’avventura che ci viene poi narrata è molto semplice, la nostra famiglia è stata rapita da un malvagio stregone e il nostro fedele cagnolino Fritz viene (purtroppo) eliminato, colpevole soltanto di aver tentato la difesa dei suoi padroni. Quello che siamo chiamati a fare è quindi annientare una volta per tutte il mago cattivo!
Poco fa ho citato (non a caso) il celebre Ghouls ‘n Ghosts. Il gameplay di Battle Princess Madelyn prende a piene mani tutte quelle che sono le basi del titolo Capcom e le fa sue, per portare il medesimo livello di sfida che si poteva trovare già all’epoca, l’unico problema è che i tempi sono molto diversi rispetto a quegli anni in cui certe difficoltà erano all’ordine del giorno. Sarà riuscita Casual Bit Games a risollevare le sorti di un platform così proibitivo? Scopriamolo insieme!
Si parte all’avventura!
Una volta cominciato il racconto, la nostra piccola principessa Madelyn si trova catapultata all’interno di una foresta maledetta, popolata da mostri di ogni sorta, pronti a darle la caccia. A farle da scudo, però, c’è il suo fidato nonnino, che ci accompagnerà soltanto per la primissima parte di gioco, tanto per non lasciarci totalmente indifesi contro i nemici e per farci abituare all’ambiente circostante. A supportarci, inoltre, c’è lo spiritello del nostro fedelissimo Fritz, che ci tornerà utile nelle fasi più avanzate dell’avventura! Nel corso dei primi minuti, continuando a percorrere la strada che abbiamo davanti a noi, troveremo dei cartelli che fungeranno da breve tutorial, atti a farci apprendere le basi necessarie per provare a sopravvivere in questo ostico ambiente!
Così come accadeva nel gioco di Capcom, anche le azioni della nostra protagonista saranno molto simili alla sua controparte retrò. I tasti da utilizzare sono infatti molto semplici da ricordare e utilizzare, ma le meccaniche di gioco sono molto molto difficili da padroneggiare. Le azioni andranno calcolate al millesimo in più di un’occasione. Per quanto riguarda i comandi di gioco, invece, abbiamo la possibilità di muoverci nelle quattro direzioni disponibili, con l’aggiunta di un tasto per saltare, uno per attaccare, uno per aprire l’inventario e altri due per scorrere avanti o indietro lo slot delle armi, anche se per arrivare a farci rispettare dai nemici dovremo faticare un bel po’.
All’inizio della nostra avventura saremo dotati soltanto di lance acuminate (esattamente come l’eroe di Ghouls ‘n Ghosts), ma per fortuna, man mano che proseguiremo nel gioco avremo modo di trovare nuove armi con cui poter fare a pezzettini tutti i mostri che ci si piazzeranno davanti, alcuni più ostici degli altri. Come già detto prima, il livello di difficoltà del titolo è già parecchio alto fin dai primi momenti, quindi ci sarà da prestare altissima attenzione ad ogni nostro passo. No, non sto affatto esagerando. Questo è un gioco che ti farà sudare, e che non perdona errori nemmeno ai principianti.
Un’altra somiglianza col prode cavaliere Arthur di GnG risiede nei colpi da poter subire. Madelyn infatti indossa un’armatura che verrà persa quando viene colpita la prima volta, mentre la seconda volta perderemo una delle quattro vite disponibili, fino a giungere al game over che ci porterà a dover ricominciare il livello da capo, a meno che non sia stato raggiunto un checkpoint che fortunatamente ci eviterà un bel po’ di strada da rifare.
Lo so, detta così sembra davvero un inferno quello in cui siamo capitati, e all’inizio può sembrare che non ci sia via di scampo. Le mappe di Battle Princess Madelyn sono tante e anche piuttosto tortuose da attraversare, il che potrebbe portarti a perdere la pazienza ben più di una volta. Fortunatamente, proseguendo nell’avventura e riuscendo ad affrontare i primi boss, verrà sbloccato una sorta di teletrasporto che potrà permetterci di passare da un’area all’altra con più semplicità, utile nel caso tu avessi lasciato in sospeso qualche missioncina in giro. Si, perchè nel corso delle nostre battaglie ci capiterà spesso e volentieri di trovare dei passanti a cui serve aiuto per cercare qualcuno o qualcosa, con tanto di promessa di ricompensa, che si tradurrà il più delle volte in gemme da raccogliere.
Tali preziosi, insieme alle monete che raccoglieremo nel corso dei vari livelli uccidendo tutti i nostri nemici, ci permetteranno poi di potenziare i nostri armamenti per avere la meglio sugli avversari più difficoltosi da sconfiggere. Ciò che accadrà in seguito te lo lascio scoprire, ma ti assicuro che in Battle Princess Madelyn non ci si annoia mai!
Un hardcore game… ancora più estremo!
Dopo tante ore di gioco e tanti sacrifici hai completato il gioco, ma dentro di te senti che la tua anima da hardcore gamer non è ancora soddisfatta, il tuo senso di sfida non ne ha ancora abbastanza e senti ancora un grande vuoto da colmare… cosa fare in questo caso? Molto semplice! Affidarsi alla Modalità Arcade!
Questa intrigante modalità, credimi, metterà alla prova non solo la tua pazienza e i tuoi riflessi, ma anche le tue capacità da vero videogiocatore! Si tratta sostanzialmente di una rivisitazione della modalità Storia, ma con livelli leggermente più brevi ma molto… molto più complessi! L’unica nota positiva in tutto questo sta nel fatto che, durante le partite Arcade, le abilità della piccola Madelyn saranno già tutte sbloccate fin dall’inizio, aiutandoci a dare libero sfogo a tutta la cattiveria accumulata nell’arco dell’avventura! Una vera soddisfazione!
Uno sguardo al lato tecnico
Quando ci si trova davanti a Battle Princess Madelyn, ci si rende conto di essere davanti all’apoteosi della pixel-art nel suo stato migliore, riportando il titolo ai fasti del passato. Una scelta stilistica azzeccata per un titolo del genere, soprattutto perchè accompagnata con delle musiche orchestrali perfettamente inserite nel contesto in cui si trova la nostra adorata principessa. Se poi sei un nostalgico senza speranza, nel menù delle opzioni c’è anche la possibilità di modificare la grafica inserendo le scan-lines (una serie di righe orizzontali sullo schermo) per rendere il gioco ancora più retro di quanto non lo sia già. Per quanto riguarda l’aspetto sonoro, invece, le musiche possono essere modificate con uno stile ad 8-bit decisamente più arcade, per un tuffo nel passato di tutto rispetto!
Ma è tutto oro quello che luccica?
Battle Princess Madelyn ha davvero tante caratteristiche piacevoli, soprattutto per i retrogamer più affezionati a questo tipo di avventure. Ci sono però delle note dolenti che non possono proprio essere lasciate in disparte, aspetti che nel corso del gioco vengono inevitabilmente a galla. Data l’estensione di determinate mappe e non essendoci una vera e propria guida su cosa fare e dove andare, il gioco tende purtroppo ad essere dispersivo e di conseguenza potrebbe portare l’utente medio ad annoiarsi in fretta. Non aiuta poi la non proprio curatissima gestione delle decine di missioni che ci verranno assegnate, e per tale motivo, il tutto potrebbe diventare alla lunga perfino frustrante. Come ciliegina sulla torta, possiamo aggiungere che a causa di una mancata gestione della telecamera, più di una volta si finisce inevitabilmente col mettersi nei guai per l’impossibilità di vedere cosa c’è sopra o sotto di noi. Questo piccolo dettaglio non molto trascurabile, purtroppo, tende a rovinare l’esperienza di gioco in più di un’occasione.