Ci sono titoli destinati a diventare successi clamorosi, altri, invece, pur essendo validi e divertenti, hanno un futuro diametralmente opposto. In questo secondo caso rientra Battleborn, hero shooter sviluppato da Gearbox Software e rilasciato nel 2016: un pool di eroi tutto sommato ben caratterizzati, meccaniche ludiche che ancora oggi fanno la fortuna del genere e natura free-to-play, cosa mai poteva andare storto? Tutto.
Nel 2016 infatti venne rilasciato anche Overwatch, titolo che al giorno d’oggi viene considerato capostipite del genere, a cura di Blizzard Entertainment. Per quanto quest’ultimo titolo, al contrario di Battleborn, sia a pagamento, il fatto che dietro il suo sviluppo ci sono gli autori di titoli del calibro di World of Warcraft e Diablo ha portato migliaia di giocatori a dargli fiducia ormai ben cinque anni fa, fiducia che è stata ampiamente ripagata nel tempo, portando Overwatch a essere un successo mondiale ancora oggi che tra le sue gesta conta anche l’aver messo totalmente in ombra Battleborn.
Nel 2019, 2K, publisher di Battleborn, ha annunciato che il titolo avrebbe chiuso definitivamente i battenti, la cosa peculiare di questa chiusura sta nel fatto che l’hero shooter presenta anche una modalità single-player e anch’essa smetterà di essere giocabile a partire dal prossimo 25 gennaio, quindi, nell’improbabile caso in cui tu abbia ancora Battleborn installato su PC, PlayStation 4 o Xbox One, tra una ventina di giorni diventerà inutilizzabile in ogni sua componente, diventando solo un ammasso di file che occuperà spazio negli hard-disk. Il tutto è stato confermato direttamente da 2K stessa nelle ultime ore.
Il supporto ai server di decine di titoli cessa ogni anno, quindi la notizia non dovrebbe fare particolare scalpore, ma il fatto che anche la modalità single-player diventerà ingiocabile porta a riflettere su quanto il videogioco sia cambiato negli ultimi anni, e quanto le avventure che migliaia di giocatori vivono ogni giorno diventino in realtà sempre più un business volatile per le aziende (che nel 2020 ha generato oltre 40 miliardi di dollari) piuttosto che un atto d’amore nei confronti del medium da parte degli sviluppatori.
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