Dopo vari titoli che hanno visto la saga concentrarsi sui tempi moderni, con Battlefield 1 i ragazzi di DICE hanno voluto riportare la serie indietro nel tempo, esattamente alla Prima Guerra Mondiale. Il gioco, con la sua modalità giocatore singolo, ben congegnata ed in grado di regalare grandi emozioni al giocatore, e la modalità multigiocatore che unisce lo stile classico della serie ad alcuni elementi innovativi, ha portato una notevole ventata d’aria fresca, non senza però mostrare alcuni difetti rivedibili. Battlefield V fa un salto avanti nel tempo rispetto al gioco precedentemente citato, ed è ambientato nella seconda guerra mondiale. Saranno riusciti i ragazzi di DICE a limare i difetti visti in Battlefield 1?
Single Player cinematografico
Uno degli elementi più significativi di Battlefield 1 è sicuramente il single player. Storie di guerra, le quali narravano le gesta di eroi realmente esistiti, costruite in maniera sublime, che si sono dimostrate in grado di insegnare al giocatore quanto il conflitto abbia portato sofferenza in tutto il continente. Questa formula è stata ripresa in pieno in Battlefield V. Le storie che abbiamo avuto la possibilità di provare sono tre: Sotto nessuna bandiera, Nordlys e Tirailleur, oltre alla missione denominata “La nazione chiama”, che altro non è che un video iniziale giocato che introduce al giocatore le ambientazioni, le armi e i mezzi utilizzabili nel corso dell’esperienza di gioco. Presto sarà resa disponibile una quarta storia di guerra, che si chiamerà “L’ultimo Tiger”, ma procediamo con ordine.
In “Sotto nessuna bandiera” vestiremo i panni del personaggio fittizio Billy Bridger, scarcerato da una prigione di Londra per entrare a far parte della Special Boat Section Britannica, unità che lo porterà a partecipare ad una pericolosa missione dietro le linee nemiche con l’obiettivo di sabotare la Luftwaffe tedesca.
In “Nordlys” vestiremo i panni di Solveig, una coraggiosa ragazza che si muove in un freddo paesaggio norvegese, costellato di nemici, per impedire la creazione di una spaventosa arma di distruzione di massa da parte dei nazisti.
In “Tirailleur” vestiremo, appunto, i panni di un Tirailleur Senegalese. Quella dei Tirailleur era un’unità dell’esercito francese composta da unità coloniali, le quali vennero chiamate alle armi e schierate in Francia, soprattutto al sud, per difendere una patria che non avevano neanche mai visto.
Nonostante le ambientazioni diametralmente opposte, in quanto si passa dalle campagne francesi al deserto, fino ad arrivare alle gelide notti norvegesi illuminate dall’aurora boreale, le tre storie di guerra che abbiamo avuto la possibilità di provare hanno in comune un elemento fondamentale: un level-design degno di una produzione cinematografica. I paesaggi realizzati dagli sviluppatori offrono spesso delle visuali mozzafiato, che più di una volta ci hanno portato a fermarci un secondo per goderci lo spettacolo. La vastità delle mappe di gioco, inoltre, permette al giocatore di scegliere l’approccio che ritiene più giusto al raggiungimento del proprio scopo. Anche i video che fanno da intramezzo alle varie sezioni di ogni storia di guerra contribuiscono ad incrementare la spettacolarità dell’esperienza di gioco. La grande pecca dell’esperienza in singolo è rappresentata dall’intelligenza artificiale. Anche giocando alle difficoltà più elevate, i nemici non appagano mai completamente la voglia di sfida del giocatore, il quale si trova fin troppo spesso a spazzare via intere truppe nemiche senza che gli venga richiesto uno sforzo troppo elevato. Nel complesso, però, le storie di guerra risultano ben realizzate, e centrano in pieno l’obiettivo di far comprendere a chi gioca quanto i soldati coinvolti nella Seconda Guerra Mondiale abbiano dovuto sacrificarsi per il resto dell’umanità.
Multiplayer ancora incompleto
Come noto ormai da tempo, Battlefield V dispone anche di una modalità Battle Royal. La cosa che più fa storcere il naso, però, è il fatto che questa modalità non è disponibile al lancio, ma verrà implementata in futuro. Non che questo mini in maniera irrimediabile l’esperienza di gioco, ma la mancanza al lancio di una delle più grandi novità per la saga non può che rappresentare un elemento negativo. Detto questo, passiamo ad analizzare le tre modalità che abbiamo avuto la possibilità di testare: Conquista, Operazioni su Vasta Scala e Fanteria.
La modalità Conquista altro non è che la modalità multigiocatore “classica” della saga di Battlefield, che vede due squadre affrontarsi in scenari di vario tipo e dimensioni. Per guadagnare punti per la propria squadra, i giocatori devono conquistare degli obiettivi, evidenziati dalla presenza di bandiere. Anche l’uccisione del maggior numero possibile di nemici risulta importante per la vittoria, ma è la conquista delle bandiere il punto focale di questa modalità. Il possesso da parte di una o dell’altra squadra dei vari obiettivi, infatti, porta al calo dei rientri per la squadra che detiene meno bandiere. La squadra che per prima riesce a far scendere a zero i rientri della squadra nemica si assicura la vittoria.
Partecipare alla modalità Fanteria dà il via ad un ciclo di partite, combattute in mappe di dimensioni medio-piccole, nelle quali due squadre composte unicamente da soldati “appiedati”, che non hanno la possibilità di utilizzare alcun tipo di veicolo, si contenderanno la vittoria. Ogni partita verrà giocata in diverse modalità, tra le quali per esempio troviamo Deathmatch a squadre e Dominio.
La modalità Operazioni su vasta scala è di sicuro la più articolata e, secondo la modesta opinione di chi scrive, la più profonda e divertente. In questa tipologia di partita multigiocatore vengono unite diverse modalità, tra le quali troviamo Deathmatch a squadre, conquista e incursioni, suddivise in diversi round (chiamati giornate), con una forte componente narrativa ispirata ad alcuni dei principali eventi della Seconda Guerra Mondiale. Una partita ospita ben centoventotto giocatori diversi contemporaneamente, divisi in due squadre da sessantaquattro giocatori che vengono lanciati sulla mappa tramite paracadute, e si svolge solitamente in tre o quattro giornate virtuali, dipende dalla situazione della partita. Inizialmente è più che normale sentirsi disorientati: le mappe sono enormi e piene di dettagli, mentre gli scontri sono di una portata straordinaria. La peculiarità principale di questa modalità è la riproduzione curata in ogni particolare di una vera e propria esperienza di guerra. Non saranno infatti i riflessi del giocatore a farla da padrone, ma le strategie messe in atto da ogni squadra per sconfiggere i nemici. Il gioco di squadra viene ricompensato e le risorse vengono distribuite ai team in base al rendimento nella giornata precedente. Le buone prestazioni vengono ricompensate con armi e veicoli, che risulteranno fondamentali nelle battute finali della modalità. La creazione di strategie sempre differenti è possibile anche grazie alle diverse classi selezionabili, che permettono ai team di scegliere l’approccio più adatto per battere gli avversari.
L’elemento che da anni contraddistingue la saga, ossia gli ambienti quasi completamente distruttibili, è stato mantenuto anche in questo nuovo capitolo. Le varie mappe si modificano esponenzialmente nel corso della partita e subiscono gli effetti delle esplosioni e dei colpi di artiglieria. Un elemento che invece è stato aggiunto in questo nuovo capitolo è quello riguardante la cura. Se ferito in maniera non grave, il giocatore può curarsi da solo e inoltre è possibile, in caso di morte, essere curati anche da giocatori che non utilizzano la classe del medico. Questo, ovviamente, cambia radicalmente le strategie di gioco delle squadre.
Anche la personalizzazione ricopre il suo spazio in Battlefield V. Nel menu principale, infatti, si ha la possibilità di accedere a varie opzioni che permettono al giocatore di creare le classi e i veicoli il più possibile conformi al proprio stile di gioco. Nell’armeria si ha la possibilità di acquistare nuove armi che vanno a sostituire quelle già in proprio possesso, dopodiché si ha la possibilità, appunto, di creare la classe su misura per le proprie esigenze. Che si voglia giocare come assalto, medico, supporto o scout, si ha la possibilità di personalizzare ogni tipo di classe cambiando i vestiti e le dotazioni del nostro alter-ego che ci troveremo ad utilizzare nelle partite multigiocatore. Inoltre, si ha la possibilità di personalizzare i veicoli utilizzabili in partita, ed anche queste nostre creazioni saranno utilizzabili online.
Anche l’occhio vuole la sua parte
La realizzazione tecnica di Battlefield V è davvero strepitosa. Ogni paesaggio, che si parli dei monti innevati della Norvegia, dello sconfinato deserto, del centro cittadino di Rotterdam o delle campagne francesi, lascia davvero senza fiato. La cura che gli sviluppatori hanno dedicato ai dettagli delle vaste mappe ha davvero dell’incredibile. Come dell’incredibile ha la coerenza con cui gli edifici, e le mappe in generale, si modificano nel corso della battaglia a causa della distruzione portata dalla Guerra. Per esempio, ci risulta ancora assurdo come il centro di una cittadina immacolata risulti quasi irriconoscibile dopo la battaglia. Dal punto di vista puramente prestazionale, possiamo segnalare che raramente il gioco subisce dei rallentamenti, facendo in modo che l’esperienza di gioco risulti davvero fluida e godibile.