Sviluppato da Rokaplay e pubblicato da quest’ultimo insieme a Just For Games, Beasties è un puzzle game con elementi da gioco di ruolo. Volendo sintetizzare è come se Pokémon si scontrasse (male) con Candy Crush in un prodotto che, esteticamente, richiama tantissimi altri giochi per mobile. Noi abbiamo vissuto la nostra avventura sulla via del maestro di Beasties su Nintendo Switch e questa è la nostra recensione!
Beasties: vuoi una storia? Qui non c’è
Beasties non ha un canovaccio narrativo degno di nota, tutt’altro. La trama, divisa in una serie di scoordinate missioni dall’empatia decisamente bassa, non ci prova neanche a essere accattivante. Sì, dobbiamo trovare una persona scomparsa ma la prima parte dell’avventura sarà spesa in mansioni decisamente minori.
Il tutto è condito da un cast che, complice una scelta estetica discutibile e terribilmente anonima, non colpisce. Tolto il bombarolo mezzo svitato, nonché padre di una bambina ribelle, gran parte dei personaggi sono dei cliché sbiaditi e assolutamente dimenticabili. Come è dimenticabile tutta l’avventura, priva di mordente e spalmata con un ritmo compassato e quasi soporifero.
Per fortuna è breve (i più bravi potranno finire la trama in meno di cinque ore) e a suo modo riesce comunque a intrattenere grazie al gameplay. Da segnalare che il gioco è interamente sottotitolato in italiano con alcuni errori qua e là ma niente di grave.
Beasties: un po’ Candy Crush, un po’ Pokémon
Beasties prende il gameplay di Cundy Crush, lo impoverisce di buona parte delle sue meccaniche e lo inserisce all’interno di un mini mondo (molto mini) alla Pokémon con tanto di mostriciattoli ed erba alta. Il risultato non colpisce praticamente in niente. Il fatto è che Beasties non ci prova neanche a essere a suo modo originale e anzi, fa di tutto per non esserlo.
Partiamo dal protagonista, relegato a essere una sorta di fototessera anonima e saltellante. Così come per tutti gli altri PNG. Una fototessera che saltella molto, troppo, lentamente. Vagare per la piccola mappa richiede tempo, di saltello in saltello e allunga in modo infruttuoso l’esperienza di gioco. Un’esperienza cosparsa da tanti piccoli problemi che ben altri titoli hanno superato da anni.
Ma procediamo con ordine. Da bravo sosia di Pokémon, Beasties inserisce nel proprio mondo una serie (decisamente scarsa ma abbastanza varia) di creature. A onor del vero, questi più che richiamare i Pokémon, richiamano i Nexomon (per tipologia, colore e caratteristiche). In ogni caso, inizieremo con una sola creatura ma ben presto potremo ampliare il nostro team fino a un totale di quattro mostri.
Ogni mostro ha una mossa speciale e un tipo. Tale mossa ha una barra che va ricaricata eseguendo determinate combinazioni di gemme in stile Candy Crush. Esempio: se la mossa richiede 15 gemme verdi, dovrai eliminare 15 gemme verdi. Per eliminarle, devi creare almeno un tris monocolore (in verticale o in orizzontale).
Ogni creatura ha determinate caratteristiche a loro influenzate da un numero romano che troneggia sull’immagine del mostro. Più è alto il numero, più è potente il mostro. Per quanto riguarda le mosse, queste possono essere offensive o difensive e apportare bonus o malus di vario genere (ma tutti abbastanza standard).
Cattura i mostri e crea la tua squadra
Sempre da bravo Pokémon-like, Beasties introduce un sistema rudimentale di cattura delle creature. Creature che potrai ottenere in due modi: soddisfacendo piccole missioni estemporanee o catturando i mostri selvaggi. Il secondo caso ripesca dai classici Pokémon e vede tornare la famigerata erba. I nemici, infatti, non sono visibili su schermo. Inoltre, i combattimenti casuali hanno una frequenza altalenante. Può capitare di fare letteralmente un passo – uno scontro – un passo – uno scontro.
Questo a lungo andare, può potenziare la noia, considerando la monotonia che governa l’intero titolo. In ogni caso, la fase di cattura è abbastanza semplice: una volta indebolito il mostro, potrai utilizzare uno dei pochissimi oggetti del gioco che funge da Pokéball. Se sei fortunato, il mostro sarà catturato e potrai decidere se metterlo in squadra o spedirlo al “box”.
Beasties: combattiamo in stile Candy Crush
Noi citiamo Candy Crush, ma a conti fatti lo stile di “combattimento” è da Puzzle Quest e Puzzle & Dragons (entrambi nettamente superiori per complessità, trama e originalità). In ogni combattimento ci ritroveremo a fronteggiare da uno a quattro nemici. Dalla nostra, schiereremo altrettante creature. Quelli in cima sarà il primo a essere colpito (salvo attacchi ad area).
Per sferrare un attacco diretto al nemico, possiamo riempire una delle barre mosse, attivandola e scagliandola sui nemici (costa un turno l’attivazione della mossa), oppure cercare di fare almeno un tris di particolari “gemme” nere presenti sul campo. Tali gemme, che hanno la priorità, permettono di eseguire un attacco diretto contro i nemici.
Ogni creatura per essere abbattuta, deve prima perdere il suo scudo e poi, successivamente, perdere l’intera barra d’energia. I combattimenti si svolgono a turni e nel proprio turno potrai seguire una sola mossa che sia spostare una gemma nel tabellone o attivare una mossa dei propri mostri (se la mossa è carica). Nel caso in cui riuscissi a unire più di tre gemme dello stesso colore o a fare una combo (più tris con una mossa) otterrai una mossa extra.
Saremo onesti, il combattimento funziona nella sua semplicità e immediatezza. Anche l’idea delle mosse, seppur non originale, funziona. Il problema è che è tutto lì. Il livello di sfida basso, l’eccessiva ripetizione, l’anonimato del prodotto e lo scarso numero di creature, non aiuta a far brillare un gioco acerbo e che fa di tutto per non sforzarsi più di tanto.
Infine da segnalare un rudimentale sistema di crafting con elementi da raccogliere, unire, vendere e quant’altro. Oltre alle monete, l’oggetto più importante è una particolare polvere violacea che puoi fondere per ottenere piastrelle utili al potenziamento delle creature (che non salgono di livello combattendo).
Coi potenziamenti potrai intervenire personalmente sui parametri delle creature modificandoli a tuo piacimento. Un elemento strategico gradevole e che rende però il gioco ancora più semplice.
Grafica e sonoro
Graficamente il titolo è colorato, vivace e anonimo. Sembra un normalissimo titolo per mobile con personaggi privi di caratterizzazione, castrati in fototessere che stonano con tutto il resto. Alcune creature non sono male ma anche qui, è palese l’ispirazione ad altri prodotti e lo sforzo di essere “unici” è decisamente scarso.
Il sonoro sfiora la sufficienza in quanto non è quasi mai fastidioso ma non presenta tracce particolarmente piacevoli o memorabili. Da evidenziare come il gioco regga bene in entrambe le modalità offerte da Nintendo Switch, con quella portatile nettamente più consigliata data la tipologia di gioco che si presta bene a partite mordi e fuggi.