Beautiful Desolation è un gioco di avventura, esplorazione e mistero caratterizzato da una grafica 2D isometrica. Un titolo che, tra alti e bassi, mi rende davvero felice di essere nato e star vivendo questa epoca. Perché? Perché in altri tempi nessuno avrebbe scommesso un centesimo su un gioco simile, ma grazie all’esplosione del mercato indie simili lavori possono vedere la luce del sole ed essere usufruiti da tutti. Certo, spesso i risultati sono mediocri a dir poco, ma ogni tanto esce qualche piccola perla davvero meritevole di essere provata. E’ questo il caso di Beautiful Desolation?
Prima di iniziare la nostra recensione e trovare la risposta a questa domanda, va detto che Beautiful Desolation non debutta su console, ma è stato inizialmente rilasciato nel 2020 su steam ottenendo buoni consensi di pubblico e critica. Dietro la realizzazione di questo gioco c’é uno studio indipendente specializzato in titoli isometrici, per quanto spesso variati sull’horror, ovvero i The Brotherhood Games, autori anche di Stasis e Cayne. Dietro la conversione per PlayStation 4 e Nintendo Switch ci sono invece gli Untold Tales Games, studio specializzato nella distribuzione di titoli indie per il mercato mainstream. La conversione si sarà mantenuta fedele all’originale? Il titolo merita di essere acquistato e provato? Scopriamolo insieme.
In un mondo che è andato avanti…
Beautiful Desolation ci porta in un futuro post-apocalittico, ma l’intera vicenda ha inizio negli anni 70, quando un misterioso triangolo ipertecnologico, il Penrose, appare nei cieli sopra il Sud Africa permettendo ad un’azienda governativa di accedere a della tecnologia aliena. Ciò fa sì che l’umanità faccia un enorme passo in avanti nella propria evoluzione, sviluppando veicoli futuristici ed ibridi biomeccanici.
Il protagonista, Mark Leslie, non è però interessato a nulla di tutto questo. L’apparizione del Penrose ha infatti causato la morte di sua moglie ed ora lui è ossessionato dallo scoprire la verità dietro l’oggetto, fino al punto di spingere il fratello Don a pilotare un aereo fino ad esso. La missione andrà però di male in peggio ed i due fratelli, insieme ad un cane da guardia sperimentale di nome Pooch, si troveranno trasportati per motivi ignoti in un futuro remoto dove tutto sembra andato decisamente male. Riusciranno Mark, Don e Pooch a svelare il mistero del Penrose ed a tornare a casa?
L’atmosfera di Beautiful Desolation è probabilmente uno dei fiori all’occhiello di questo gioco. Nel corso delle vicende che vedranno coinvolti i tre protagonisti attraversare una serie di aree devastate che però solo raramente ricorderanno le tipiche ambientazioni post-apocalittiche.
Qui gli stilemi di questo genere narrativo si mischiano con le caratteristiche tribali del Sud Africa per generare un ibrido dal fascino assoluto. E’ impossibile non farsi coinvolgere dall’atmosfera così creata, un connubio di passato e futuro che risulta a tratti alieno e a tratti rappresentazione dei lati peggiori della civiltà umana. Ne sono un esempio la razza dei Caecus che, senza fare spoiler, presentano uno dei conflitti interiori più onnipresenti dell’umanità, ma lo fanno in modo tanto drammatico e decadente da risultare di per sé motivo di fascino. Per un gioco che conta così tanto sull’esplorazione, l’atmosfera fa il 75% del suo successo.
…siamo rimasti ancorati al passato.
Passando al gameplay, Beautiful Desolation ricorda tantissimo Fallout, pur se scevro dagli elementi action e da gdr di quest’ultimo. In questo titolo l’esplorazione la fa da padrone e le piccole componenti di azione presenti (di base due fasi del gioco in cui si possono effettuare scontri, una persino opzionale) risultano più delle distrazioni affidate alla fortuna che altro. I comandi sono semplici: con il pad ci aggireremo per l’area in cui siamo e con un tasto potremo interagire con gli oggetti o parlare con le creature presenti. Usando le frecce direzionali potremo accedere ad una specie di cellulare e ad un diario dove disegneremo appunti e sketch di quanto vediamo. Infine con i tasti dorsali apriremo un tablet in cui saranno riassunte molte informazioni (ma che ho trovato abbastanza obsoleto e che ho usato pochissimo) e il menù degli oggetti raccolti dove sarà possibile analizzarli, usarli o combinarli tra loro.
Di base il gioco è tutto qui, ma devo ammettere che, nonostante la facilità dei controlli, il primo approccio è spiazzante visto che non sarà presente alcuna tipologia di tutorial che ci aiuti a comprendere cosa fare e come farlo. Questo nonostante il gioco stesso ci proponga un lungo preambolo introduttivo che si sarebbe potuto utilizzare proprio a questo fine. Poco dopo l’inizio del gioco, inoltre, potremo accedere ad un veicolo volante, il Buffalo, che ci permetterà di vagare per le mappe delle regioni visitabili. Perché il plurale? Perché potremo viaggiare di mappa in mappa usando uno speciale portale presente in ognuna chiamato Warden, per quanto alcune aree e mappe vadano “trovate”. Sia nelle zone che sulle mappe, infatti, non tutto sarà visibile subito e dovremo o avvicinarci o sbloccarlo tramite apposite azioni e scelte.
In Beautiful Desolation quindi la narrazione è la componente fondamentale del gameplay e il gioco non fa nulla per nasconderlo. Gran parte di questo si svilupperà, infatti, attraverso i dialoghi che avremo con i vari abitanti di questo mondo post-apocalittico. Anche in questo caso il gioco ricorderà non poco Fallout. A ogni dialogo, si aprirà una schermata apposita completamente doppiata che, nel corso della conversazione, ci presenterà delle scelte da fare.
Se pensi a questo punto che Beautiful Desolation sia uno di quei giochi lineari in cui le nostre scelte modificheranno poco nel corso della storia, cambia subito idea. Non solo ogni singola scelta è vitale e modellerà il proseguire della nostra storia, ma essa andrà ad influenzare in maniera permanente tutta una serie di fattori, tra cui il rapporto tra Mark e Don e Pooch. Inoltre, non esistono risposte corrette. Spesso e volentieri saremo messi davanti a scelte morali complesse di cui dovremo affrontare le conseguenze.
Fatte queste doverose premesse, viene da sé che Beautiful Desolation non ha un solo finale, ma questi sono ben 5, ognuno dei quali avrà poi delle variazioni in base a come ci saremo comportati con i nostri compagni. I primi 4 sono sbloccabili in base alla bussola morale che abbiamo tenuto nel corso del gioco (evidenziata da un oggetto nell’inventario e dall’aspetto dell’ultima zona da affrontare) mentre il 5° si sbloccherà in automatico una volta affrontati gli altri 4 e raccolti determinati “oggetti.” Pare infatti scontato dirlo, ma Beautiful Desolation è permeato di segreti e conversazioni sbloccabili che permettono di approfondire a 360° l’affascinante mondo del gioco (e spesso anche di ottenere gli achievement collegati). Se vuoi sapere tutto, non puoi lasciare neanche un angolo inesplorato.
La stupefacente bellezza della desolazione
Per quanto riguarda il comparto artistico di Beautiful Desolation, questo tiene dannatamente fede al suo nome, nel bene e nel male. Le mappe e le zone di gioco sono realizzate con una cura del dettaglio quasi maniacale e riescono ad incantare lo sguardo del giocatore che spesso si perderà nell’impressionante quantità di informazioni contenuta in ognuna di esse.
Per quanto però questo sia affascinante e degno di nota, allo stesso tempo contribuisce a livello di gameplay alla generale sensazione di caos del titolo. Non è sempre semplice capire dove andare e perché, anzi… spesso è proprio difficile capire quali sono i sentieri percorribili e dove si può camminare e dove no. Questo è un serio problema perché il gioco non presenta alcun elemento a schermo che aiuti ad affrontare questa criticità. Oltretutto, la maggior parte degli elementi con cui interagire appaiono solo quando ci si avvicina.
Anche il comparto sonoro è assolutamente degno di nota, a partire dalle musiche, assolutamente affascinanti nel loro essere allo stesso tempo sia tribali che aliene. La colonna sonora non sarà forse memorabile per quanto è bizzarra, ma contribuisce a generare quell’atmosfera di Sud Africa post-apocalittico che tanto ricerca Beautiful Desolation.
Cenno di apprezzamento anche per il doppiaggio completo non solo dei dialoghi, ma anche delle battute che i personaggi faranno in modo più o meno randomico quando attraversano le varie zone. Ho trovato la recitazione molto on-point ed in generale sono stato sorpreso anche nel sonoro dalla cura del dettaglio. Potrà infatti capitare di attraversare un mercato e venire quasi spiazzati dall’enorme quantità di suoni presenti, generati sia dal nostro gruppetto che dai personaggi non giocanti presenti.
Tanto imperfetto quanto affascinante
Riassumendo tutte le informazioni analizzate fino ad ora, si può tranquillamente dire che Beautiful Desolation è un gioco ben lungi dall’essere perfetto, ma che risulta incredibilmente affascinante e degno di essere provato, soprattutto per chi è fan dei giochi d’avventura dove viene dato molto più risalto alla componente esplorativa che all’azione.
Di base i difetti sono tutti molto piccoli e si racchiudono in dei dettagli di gameplay che si sarebbero potuti risolvere con poco e dispiace questo non sia stato fatto nella transizione da steam a console. Avrebbe per esempio fatto comodo un’opzione di fast-travel da una zona all’altra, ma invece dovremo ogni volta riprendere la nostra navicella, perdendo spesso minuti su minuti per andare da un punto all’altro. Per quanto questo sia più realistico, allo stesso tempo stufa molto velocemente. Inoltre, va detto che il gioco non presenta altra lingua che non sia l’inglese.
Nonostante tutti questi difetti mi sento di consigliare di almeno provare Beautiful Desolation. Sia chiaro che non è un titolo per tutti, tutt’altro, le prime ore di gioco risultano molto disorientanti e frustranti perché non si sa bene cosa fare e come farlo, ma, una volta che ci si è lasciati trascinare nell’atmosfera di questo Sud Africa alternativo, è difficile separarsene prima di completare la narrazione. Certo, anche in questo caso Beautiful Desolation non è certo un gioco adatto a chi cerca un titolo tutta azione frenetica e costante.
Qui i tempi sono rilassati ed il silenzio la fa da padrone anche nei momenti più importanti. In ogni caso, riprendendo il discorso iniziale, sono davvero felice di vivere in quest’epoca che ha permesso a Beautiful Desolation di raggiungere lo store della PlayStation 4. Questa è una piccola perla che in un’altra epoca sarebbe andata indubbiamente persa.