Molto spesso, quando si parla di futuro del gaming il pensiero va subito alla realtà virtuale, pensando che l’immersione totale del giocatore nel mondo di gioco sia l’unica e naturale evoluzione che i videogiochi possano avere; in realtà sono d’accordo solo in parte.
Secondo me il vero futuro del gaming sta nel coinvolgimento sensoriale del giocatore, e Sony lo sta dimostrando magistralmente col DualSense, a mio avviso tra i migliori hardware mai concepiti in quanto a innovazione. Naturalmente, anche la realtà virtuale avrà il suo spazio e la sua incidenza in futuro nel proporre esperienze che al momento possiamo difficilmente anche solo immaginare, ma non sarà il solo.
Qualche software house sta già proponendo dei timidi (e talvolta bislacchi) tentativi di coinvolgimento sensoriale: Ubisoft, per esempio, nelle anteprime di South Park: Scontri Di-Retti ha proposto ad alcuni influencer l’utilizzo dell’odorofono, una sorta di mascherina che avrebbe trasmesso gli odori (non piacevolissimi) del gioco in questione.
Naturalmente non penso che proposte così “esotiche” rappresentino la giusta via da seguire, ma è sempre interessante vedere come si propone al giocatore un nuovo modo di inserirsi nel medium videoludico. Al momento, credo che Before Your Eyes, l’oggetto di questa recensione, sia tra gli esempi più lampanti di questo discorso, proponendo un utilizzo alternativo del senso principale per i videogiocatori: la vista.
Che succede quando muori?
Data la natura fortemente narrativa del titolo terrò gli spoiler praticamente a zero, per quanto in realtà la storia sia davvero molto semplice. Ciò che la rende davvero interessante (e non è detto che una storia semplice non possa essere al contempo interessante, anzi!) è il modo in cui viene orchestrata, che ho trovato davvero ben realizzato.
L’inizio del gioco ci vede dispersi in alto mare, senza sapere perché e come siamo arrivati lì. Poco dopo un moderno Caronte dalle fattezze di un lupo verrà in nostro soccorso tirandoci a bordo sulla sua barca e dicendoci cosa ci è successo. Il tutto può riassumersi in sole due parole: siamo morti.
Il nostro nuovo “amico”, dopo averci fatto notare che ormai non siamo più un’entità corporea, ma un essere fatto di pura luce (dettaglio non da poco dal momento che l’intero gioco si svolgerà sempre in prima persona), si offre di scortarci fino al capezzale di una misteriosa entità che pare abbia il ruolo di giudicare le anime giunte in quella sorta di Oltretomba.
Questa potente entità ultraterrena ha la capacità di concedere o meno la possibilità di ascendere alle anime al suo cospetto e la scelta verrà presa in base al fatto che la storia della vita di queste anime sia o meno interessante. Da questo punto in poi partirà un lungo flashback che ci racconterà letteralmente tutta la vita del protagonista.
L’ottima gestione della narrazione è data dalle scelte operate dagli sviluppatori su cosa raccontare, la sceneggiatura infatti è in grado di focalizzarsi su eventi che, per quanto quotidiani e semplici, possono risultare significativi per la vita del protagonista. Si passa da grandi drammi e scelte morali letteralmente in grado di cambiare una vita a eventi molto meno memorabili, eppure ci renderemo conto che davvero tutto avrà importanza nella storia del protagonista.
Tutti abbiamo sicuramente almeno un paio di ricordi d’infanzia che, per quanto poco significativi nel quadro di una vita intera, non riusciamo a dimenticare, e anzi ricordiamo nel dettaglio (quando magari abbiamo poca chiarezza su eventi più recenti talvolta). La trama di Before Your Eyes riesce a cogliere questo concetto alla perfezione, dando importanza a ogni singolo momento della narrazione e riuscendo a dosare adeguatamente momenti allegri e spensierati ad altri più tristi e riflessivi.
“Don’t blink”
La vera unicità del titolo sta però nel suo gameplay, che presenta una feature tanto semplice quanto geniale. L’unica (o quasi) azione richiesta al giocatore per procedere col gioco sarà battere le palpebre, fisicamente, non ci sarà un apposito comando da eseguire in game.
Infatti, la prima operazione che il gioco compie è quella di inquadrare il nostro volto e rilevare il battito di ciglia, così da calibrarsi con la massima precisione possibile sulla nostra fisionomia e sul come compiamo questo movimento, quasi sempre automatico e involontario.
Da quel momento in poi letteralmente tutto ciò che accade all’interno del gioco sarà affidato a questa azione. Infatti, appena la narrazione della vita del protagonista avrà inizio, il nostro traghettatore ci informerà del fatto che ogni volta che batteremo le palpebre passeremo al ricordo successivo, interrompendo inesorabilmente quello che stavamo vivendo.
Qui si passa a una fusione totale di trama e gameplay, infatti starà a noi non battere ciglio per poter guardare fino in fondo il ricordo. Il tutto si traduce in una grande metafora sull’inesorabilità del tempo, e sul come spesso lasciamo sfuggire certi eventi e cose anche molto importanti possono scorrere (letteralmente aggiungerei) in un battito di ciglia.
Di tanto in tanto le cose si faranno leggermente più complesse, quando penseremo che un ricordo è terminato potrebbe non essere effettivamente così, se invece ci guarderemo attorno potremmo notare qualche elemento con cui interagire per poter sbloccare ulteriori elementi narrativi. Oppure, potremmo dover decidere in fretta su alcune scelte (spesso morali) che potrebbero definire come gli eventi proseguiranno.
L’unica attività che si discosterà dal nostro battito di ciglia sarà rappresentata da delle specie di quick time event (molto semplificati in realtà), anche questi ultimi, a seconda del risultato, potrebbero influire su come si svolgeranno gli eventi successivi.
Comparto tecnico, chiudiamo un occhio…
In parte giustificato dalla sua natura indie e di conseguenza da un budget risicato, Before Your Eyes non brilla purtroppo per il suo comparto tecnico, anzi, a dirla tutta pecca un po’.
La direzione artistica, che mi ha ricordato titoli come A Short Hike, Untitled Goose Game e A Night in the Woods (il che è un grandissimo punto a favore) per il suo stile cartoon e minimale, è tutto sommato piacevole, ma scopre il fianco a ingenuità che rendono l’esperienza un po’ meno gradevole e immersiva.
Registicamente, il titolo sarà sempre in prima persona, e quando ci saranno altri personaggi con cui dobbiamo interagire, questi ultimi saranno spesso molto vicini all’inquadratura. Questo particolare presupporrebbe una cura particolare su personaggi e volti, che purtroppo manca del tutto. Avremo davanti sempre volti inespressivi e inebetiti, e questo è un vero peccato dato che parliamo di un titolo in cui si propone al giocatore un ventaglio completo di sentimenti e situazioni di ogni genere, in cui gli stessi personaggi sperimentano spesso emozioni dolorose, davanti al quale rimangono però impassibili dal punto di vista grafico.
Il comparto sonoro invece fa un lavoro discreto, scoprirai che proprio la musica costituisce uno dei filoni principali della narrazione e si vede che il team di sviluppo ha quindi riservato molta attenzione a questo aspetto. I personaggi godono di un doppiaggio ottimo e convincente (perlomeno in inglese), il che è fondamentale perché come anticipato, i loro sentimenti e stati d’animo saranno quasi sempre sotto i riflettori.
La colonna sonora convince un po’ meno con delle tracce non proprio memorabili, questo aspetto però viene compensato dai rumori ambientali, che specialmente in alcune fasi della narrazione saranno in grado di farci entrare in empatia col giocatore caricandoci di un senso di inquietudine, oppure riusciranno ad avvolgerci alla perfezione, riuscendo a farci immedesimare del tutto nella storia toccante di Before Your Eyes.
In definitiva, Before Your Eyes andrebbe giocato anche solo per la storia, tra le più umane e toccanti che il medium videoludico riesca a proporre perché vuole essere e rimanere semplice. Il valore aggiunto di un gameplay unico nel suo genere rende il titolo imperdibile, riuscendo a inserire in una meccanica di gioco anche dei risvolti filosofici dalle tinte fortemente malinconiche, qualcosa che il medium videoludico, puntando alla spettacolarizzazione e alla realizzazione tecnica, raramente riesce a fare.