Provato in anteprima il seguito di Beholder, sviluppato dai ragazzi di Warm Lamp Game
La vita sottoposta al controllo di un regime totalitario, che nega ai cittadini la possibilità di prendere decisioni, gestire le giornate a proprio piacimento e perfino la possibilità di avere idee proprie, può diventare per chi la subisce davvero insopportabile. Dopo il primo esperimento tentato con Beholder, saranno riusciti gli sviluppatori a rendere al meglio questa situazione così pesante?
La vita al ministero
La storia di Beholder 2 inizia mostrandoci il personaggio che andremo ad utilizzare, Evan Redgrave, il quale ha ricevuto una lettera che lo ha portato a trasferirisi in città per iniziare a lavorare al ministero, vero e proprio cuore burocratico dello stato, per ragioni che ancora non conosce. Ma non è tutto, perché la lettera, che risulta anonima, afferma che il misterioso mittente è a conoscenza di alcune informazioni riguardanti il padre di Evan. Dopo pochi passi verso il nostro nuovo luogo di lavoro, ci troviamo di fronte a George Hemnitz, personaggio che si occuperà di spiegarci quale sarà la nostra mansione e come funzionano le cose all’interno del palazzo del ministero. Il nostro lavoro consisterà nell’accogliere i cittadini che vogliono denunciare degli avvenimenti, richiedere o dare informazioni o ancora lamentarsi di alcune sgradevoli situazioni, ascoltare ciò che hanno da dire e indirizzarli verso il ministero che ci risulta competente in materia, selezionando anche l’ufficio giusto che devono raggiungere. I ministeri tra cui scegliere sono vari: Ministero dell’ordine, del patriottismo, dell’interesse della società, dello sport e della cultura e della scienza. Ogni volta che faremo le scelte giuste, risolvendo alla perfezione i problemi dei cittadini, riceveremo del denaro, mentre ogni cinque scelte perfette otterremo anche dei punti reputazione. Alla fine della prima giornata lavorativa, incontreremo di nuovo Hemnitz, il quale ci annuncerà la morte di nostro padre e ci dirà di essere in possesso di una lettera da parte del defunto, ma che vuole aspettare un momento più tranquillo per darcela. Tornati a casa, riceveremo la visita di James Cunningham, controverso personaggio, vecchio amico di nostro padre, che ci darà alcune informazioni su di esso e su di un suo misterioso progetto, che probabilmente ne ha causato la morte. Cunningham ci chiederà di indagare il più possibile, e con ogni mezzo, sui fatti che stanno sconvolgendo il ministero. L’inizio della seconda giornata è a dir poco traumatico, in quanto vedrà morire George Hemnitz, il quale è stato punito con la morte per un errore che ancora non conosciamo. È qui che inizia la nostra avventura vera e propria, che ci vedrà lavorare per guadagnare soldi, utili a pagare le bollette e utilizzare alcune opzioni di dialogo, parlare con i nostri colleghi per raggiungere i nostri obiettivi, come per esempio recuperare la lettera di nostro padre da un fastidioso ragazzo raccomandato, e indagare per poter dare informazioni a Cunningham. Il tutto sotto il forte condizionamento del regime, che rende questa routine davvero stressante e difficile da sopportare.
Un’infinità di scelte
Nonostante la routine giornaliera vissuta in Beholder 2 sia oppressiva e stressante, raramente risulterà monotona. Con il suo gameplay semplice e lineare, all’inizio il gioco potrà sembrare ripetitivo, ma con il passare del tempo ci accorgeremo di quanto sia facile sentirsi realmente partecipi alla vita di Evan. Se alla curiosità riguardo alla scomparsa del padre del protagonista aggiungiamo anche il fatto che potremo compiere ogni sorta di scelta riguardante i dialoghi, e il fatto che queste scelte avranno delle conseguenze, Beholder 2 scorrerà davanti ai nostri occhi velocemente, e immaginiamo che la versione definitiva invoglierà il giocatore a divorarla. Basti pensare che, nel corso della nostra prova, abbiamo ottenuto un “favore” abbastanza intimo da parte di una nostra collega bisognosa di soldi, fatto fare una figuraccia ad un collega per ottenere il favore degli altri e, in seguito alla scelta sbagliata di pestare i piedi a qualcuno di crudele, siamo arrivati alla morte di Evan. L’esperienza è resa ancora più intensa dalla grafica e dai disegni. Ogni personaggio è di colore nero, eccezion fatta per gli occhi, rendendo l’idea di omologazione che i regimi vogliono ottenere per tenere a bada il popolo, la musica è ottima per la rappresentazione di un’atmosfera cupa e pericolosa, e i dialoghi con o tra le altre persone faranno trasparire quanto la vita sotto una dittatura possa essere sfiancante.
Beholder 2, nella sua versione di prova, rende al meglio l’idea di come sia vivere sotto una dittatura, ma riuscirà nella sua versione completa a non risultare monotona e tenere sempre sveglia la “fame” del videogiocatore? Noi di icrewplay non vediamo l’ora di scoprirlo, e voi, che ne pensate?