Sviluppato da Paintbucket Games e pubblicato da Alawar, Beholder 3 è un videogioco in bilico tra avventura grafica e gestionale, dotato di un forte contesto narrativo che fa di una politica totalitaria il suo cavallo di battaglia, nonché marchio identitario.
Noi abbiamo vissuto la tetra storia di Frank e della sua famiglia su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione!
Beholder 3 – affrontiamo il Leader
Prima di affrontare le vicende di Beholder 3 è bene parlare della saga di cui fa parte. Beholder, il primo capitolo, è nato da Warm Lamp Games ed è stato pubblicato nel corso del 2016. All’epoca, lo stile grafico, il gameplay immediato e abbastanza originale, unito a un contesto narrativo cupo e spietato, riuscì a conquistare il pubblico e la critica (nonostante gli innegabili difetti ludici).
Ecco quindi che nel 2018, Warm Lamp Games prova a fare il bis con Beholder 2, sequel ufficiale che rinnova non solo il gameplay ma anche l’impianto grafico. Cambiano la trama, cambiano gli obiettivi e cambia perfino il gameplay, adeguandosi a un’inedita struttura in 3D.
Il secondo capitolo non convince tutti ma la battaglia contro il Leader e lo stile innegabile del gioco, sopravvivono alle intemperie. Ed eccoci qui, a Beholder 3. Il cambio di sviluppatori potrebbe creare qualche preoccupazione ma assicuriamo che l’atmosfera e l’identità della saga sono rimasti intatti. Forse anche troppo.
Beholder 3, infatti, annulla le novità ludiche introdotte dal secondo capitolo e ritorna, con una certa prepotenza, a seguire le orme del primo titolo in quasi tutto, dal gameplay fino alla stessa narrativa. Le somiglianze sono così tante che potrebbe quasi sembrare una sorta di reboot.
Ciao, sono Frank e ho un problema
In Beholder 3 vestiamo i panni di Frank, un povero impiegato che si ritroverà ben presto incastrato in un caso dove lui non c’entra fondamentalmente niente. L’intervento del governo, capitanato dal potentissimo Leader, arriva implacabile e Frank deve fare una scelta.
Trasformare se stesso e la sua famiglia in schiavi per tutta la vita o sigillare un patto col governo stesso e diventare una loro spia? Frank sceglie la seconda possibilità, cedendo a quello che è fondamentalmente un ricatto e ritrovandosi a gestire un intero condominio.
Ma gestire il condominio è una facciata. Come nel primo capitolo di Beholder, infatti, saremo chiamati a svolgere dei compiti segreti forniti direttamente dal governo. Che sia spiare una persona sospetta, incastrare qualcuno o ospitare personalità delicate, Frank dovrà fare i conti con la propria morale e non solo.
Per mantenere la sua facciata senza destare sospetti, infatti, il nostro protagonista dovrà anche lavorare per il condominio e i suoi condomini. Questo porterà inevitabilmente a stringere legami. Ma quanto saranno solidi dinanzi alle richieste del potente Leader?
Infine, non dimentichiamoci della famiglia di Frank. Anche loro hanno dei bisogni e delle necessità. Inoltre, agiranno autonomamente rispetto a Frank. Per non parlare dei ribelli, alla costante ricerca di nuovi alleati e modi per cambiare il futuro. Insomma, la narrativa di Beholder 3 ha tanto in campo e funziona grazie a un’atmosfera cupa, solida e che saprà realmente testare la nostra morale.
Il problema è che, come detto, Beholder 3 assomiglia molto al primo capitolo e, chi ha già vissuto le vicende originali, non troverà grandi novità o approfondimenti rilevanti. In compenso, la storia si lascia seguire in quasi tutta la sua durata – grazie anche a diversi finali alternativi, tutti da scoprire.
Scegli il tuo percorso
Beholder 3 riprende a piene mani l’impianto ludico del primo capitolo, offrendo un gioco in 2.5D che ibrida le avventure grafiche ai gestionali. Il lato dell’avventura grafica è dovuto al fatto che dovrai risolvere diverse missioni e per farlo ti muoverai su e giù lungo il palazzo parlando con persone, raccogliendo oggetti e prendendo decisioni.
Niente enigmi ambientali ma in compenso avrai tantissimo su cui decidere. Le azioni sono molteplici e variano al variare dei condomini. Ma la base rimane la stessa, ossia cercare un modo per tenerli costantemente d’occhio.
Ecco quindi che potrai entrare di soppiatto nelle case delle persone per posizionare telecamere (dotate di un cono che andrà a fendere l’ombra permettendoci letteralmente di spiare una parte di quella location a nostro piacimento e con una schermata dedicata) o, alla peggio, perfino delle prove (false o vere che siano).
Sì, potrai decidere d’incastrare alcuni condomini (o ricattarli per incassare soldi extra), così come spiare nei loro mobili potenzierà la tua conoscenza su di loro e, ovviamente, anche i vari rapporti che potrai poi consegnare ai tuoi superiori. Svolgere il tuo lavoro ti permetterà di guadagnare denaro e il denaro è fondamentale.
Il lato gestionale di Beholder 3 gira molto intorno alla gestione dei soldi (il game over è legato anche a questo). Gestire le spese del palazzo nonché della propria famiglia, per non parlare delle varie strumentazioni e oggetti (da poter acquistar da venditori onesti o meno), è essenziale per sopravvivere il più a lungo possibile.
Ma ciò che funziona di più, è ancora una volta la libertà concessa al giocatore. Siamo liberi di scegliere come sfruttare il tempo (che scorre inesorabile). Soddisfare il governo per restare tranquilli e ottenere soldi o combattere il potere sperando in un futuro migliore?
Incastrare i condomini, fidarci o meno di determinate persone, assecondare o ostacolare amici e parenti, tutto è in mano nostra e, tolti alcuni dialoghi semplicemente fuori posto o troppo banali, ci ritroveremo a vivere situazioni varie e dai risvolti non sempre facilmente prevedibili.
Per quanto concerne le novità di questo capitolo, sono poche e non possiamo approfondire causa eventuali spoiler. Ti basti sapere che si andrà oltre il semplice condominio ma il gameplay e le attività base resteranno comunque sempre le stesse.
Il Leader si è lasciato scappare qualche problema
Beholder 3 è un gioco abbastanza solido finché non si incappa in uno dei bug che, purtroppo, possono rendere difficile progredire nel gioco. Alcuni di questi bug, infatti, vanno a “bloccare” il sistema di missioni, non facendole mai iniziare. Ecco quindi che una telefonata non arriva mai e noi ci ritroviamo in un loop infinito senza poter progredire.
Questo “blocco” può avvenire tanto con la trama principale quanto con alcune secondarie e, in entrambi i casi, è decisamente spiacevole. Per risolvere, bisogna ricaricare uno dei tanti autosave del gioco ma, in più casi, alcune missioni continuano a non apparire. Ci auguriamo di vedere presto una patch per poter godere appieno del titolo.
Grafica e sonoro
Graficamente Beholder 3 richiama, ancora una volta, lo stile del primo capitolo, inclusa la struttura del condominio e la possibilità di visitare i vari appartamenti. Ritorna anche la profondità degli ambienti in un 2.5D carino ma non molto dettagliato.
Le animazioni sono abbastanza elementari ma riescono ad accompagnare la narrazione e gli eventi a schermo in modo efficace. Il sonoro non è per niente male, con alcune tracce veramente efficaci e che muta a seconda di determinati eventi.
Da segnalare che il titolo è interamente in inglese (assenti i sottotitoli in italiano). Un peccato, considerando la mole di contenuti che saremo chiamati leggere e interpretare, soprattutto considerando che ogni scelta, inevitabilmente, comporterà una conseguenza.