Truberbrook (Trüberbrook) è un gioco realizzato da Bildundtonfabrik, che per comodità, da questo momento chiamerò “Btf“, un team di sviluppo tedesco indipendente che, grazie a Kickstarter, ha raggiunto l’obiettivo necessario per sviluppare e pubblicare questo titolo. Btf nonostante la giovane età dei componenti e la poca esperienza nel mondo dello sviluppo di videogiochi, con Truberbrook si è dimostrato all’altezza di titoli molto più importanti, super pubblicizzati e spinti dalla critica. Dopo un lungo periodo d’attesa per la raccolta fondi e lo sviluppo completo del gioco, il 12 marzo 2019 è stato pubblicato in contemporanea su tutte le piattaforme di gioco di Microsoft, Sony e Nintendo, oltre che su Steam.
*Si consiglia l’ascolto della colonna sonora di Truberbrook durante la lettura
Come si gioca a Truberbrook
Essendo un’avventura grafica punta e clicca, il gameplay è tanto basilare quando gradevole, basta infatti solo il tasto sinistro del mouse per goderlo appieno e proseguire nella storia. Volendo, si può anche utilizzare la barra spaziatrice sulla tastiera, o un tasto assegnato sul joypad per la versione console, per avere dei suggerimenti sugli oggetti ispezionabili presenti nello scenario. Non tutti gli elementi sono indispensabili ai fini del proseguimento, ma è una caratteristica tipica presente in questi giochi, come Syberia o The Longest Journey, dove è possibile esaminare e interagire con ogni cosa e per ogni oggetto o elemento vi è una descrizione, o addirittura un dialogo del protagonista, pur trattandosi di un dettaglio inserito solo per arredare e arricchire lo scenario. Per godersi al meglio l’avventura sarebbe opportuno non abusare di questa funzione d’aiuto e usarla solo nei casi in cui si ritiene di essere rimasti bloccati nella storia. In Truberbrook non sono solo gli oggetti a permetterti di proseguire, ma anche alcuni dialoghi con certi personaggi, non necessariamente co-protagonisti o chiave, saranno indispensabili per sbloccare determinate informazioni che ti permetteranno di andare avanti.
Anche se nel nome del genere figura la parola “avventura” non aspettarti combattimenti, sparatorie, inseguimenti o nemici che vengono a stanarti dai tuoi nascondigli. Truberbrook è un film da guardare lento, un romanzo da leggere la sera prima di andare a letto, nel quale fare la pieghetta a bordo pagina per lasciare il segno e riprendere la storia la sera dopo. Le animazioni e le scene sono tutte legate a determinati eventi. L’unica cosa che ti spetta fare è muovere il personaggio avanti e indietro per lo scenario e analizzare il paesaggio (a proposito, se clicchi due volte il personaggio accelera il passo), cliccare l’elemento da ispezionare e raccogliere oggetti utili per la storia da usare su altri elementi attivi per poter procedere. Non c’è poi un vero e proprio inventario, ma solo un pannello longitudinale lungo il bordo superiore dello schermo che appare quando premi il tasto I, che ti mostra semplicemente gli oggetti in tuo possesso in quel momento. Non puoi nemmeno prenderli e trascinarli sulla scena, ma quando potrai usarli, ti verrà indicato tramite la rotellina d’interazione che si apre ogni volta che clicchi su un elemento. Per ognuno di questi infatti, c’è la possibilità di compiere quattro azioni indicate da delle icone sulle quali cliccando, è possibile eseguire quella determinata funzione, come l’ispezione visiva, indicata con una lente d’ingrandimento, l’interazione fisica, indicata con l’icona di una mano che punta col dito, l’utilizzo di eventuali oggetti, indicato con un piccolo ingranaggio e infine, la possibilità di dialogare, che ovviamente è attiva solo con altri personaggi, indicata con l’icona di un fumetto. La gestione dei salvataggi avviene in automatico: a ogni cambio di scena, un’icona che compare su un angolo dello schermo ti dice che il salvataggio è stato effettuato ed è proprio da lì che la storia riprende in caso di abbandono del gioco.
Truberbrook: la trama
La storia di Truberbrook è articolata e ben scritta, non ci sono scelte singole, anche se queste comunque portano sempre verso lo stesso binario. Ricordati comunque che lo scopo di questo genere di giochi non è quello di dare al giocatore la possibilità di variare la storia e il corso degli eventi, ma quello di raccontare quella storia, pur facendo scegliere all’utente uno dei diversi modi di arrivare a quel dato evento. Dopo aver cliccato per iniziare la storia, la prima scena ci mostra un personaggio femminile che incontrerai più avanti, che è comunque la co-protagonista, Gretchen Lemke, una studentessa di paleoantropologia in viaggio anch’essa verso Truberbrook, per studiare le tradizioni e i miti che ruotano intorno alle proto culture germaniche, ricche di superstizioni e leggende sovrannaturali. I primi 5 minuti di gioco (se giocati rapidamente e senza analizzare tutto ciò che è presente nello scenario) rappresentano una specie di tutorial per familiarizzare coi comandi e le semplici meccaniche. Il sipario si apre su un cielo stellato sopra una piccola stazione di servizio, da qualche parte in una zona desertica e qui arriva Gretchen, in sella alla sua moto che si ferma proprio davanti alle pompe di rifornimento. La tanica è a secco, il motore surriscaldato e la stazione è deserta nel cuore della notte. Dopo essere riuscita a entrare nel bar e attivare le pompe, riprende il suo viaggio verso Truberbrook, dove nel frattempo, il professor Hans Tannhauser, un fisico quantistico a lavoro su una nuova tesi sulle dimensioni multiple, è giunto a bordo di un vecchio furgoncino. L’incontro dei due avviene in maniera casuale, si ritrovano infatti all’interno dello stesso hotel, nel quale, la stessa notte del suo arrivo, Tannhauser vive un’esperienza paranormale nella sua camera: durante la notte infatti, viene svegliato da un misterioso fantasma che rovista nella sua valigia e quando viene scoperto, svanisce, portando con sé gli appunti di Tannhauser e bisbigliando “aiutami!”
Un uomo di scienza come Tannhauser non si lascia prendere dal panico e pensa a un ladro introdottosi nella sua camera per derubarlo. I racconti però della proprietaria dell’hotel e di un vecchio signore che possedeva le miniere d’argento appena fuori Truberbrook, lo spingono a indagare sul mistero di questa presenza, sul quale anche Gretchen sta svolgendo i suoi studi. Comincia così la collaborazione di questi due personaggi dall’aspetto fiabesco, dato dai lineamenti longilinei dei volti, immersi in scenari naturalistici avvolti da foreste dai colori caldi e autunnali, con monti svettanti tutt’intorno e un lago con un pontile di legno che dà il benvenuto a tutti i visitatori, il tutto arricchito con particolari, come per esempio gli abiti, i veicoli e la colonna sonora, che ti fanno ricordare che sei nel 1967.
La trama ti porterà a scoprire segreti che si celano all’interno delle miniere e delle grotte circostanti, rivelando addirittura la presenza di geroglifici egizi che sembrano essere la chiave per aprire portali verso nuove dimensioni. Tutto ciò però, rischia di mettere a repentaglio l’intera umanità.
Comparto grafico e realizzazione degli scenari
L’impatto grafico di Truberbrook è emozionante e non per una grafica di prossima generazione che non ha e non pretende di avere. La cura dei dettagli per i modelli e gli scenari è stata così maniacale, che la realizzazione di tutto quello che vedrai sullo sfondo e in primo piano, è stata fatta a mano! Sì, hai capito bene. Quella piccola stazione di servizio che si vede nella scena iniziale, salta subito all’occhio: troppo perfetta, troppo realistica per essere frutto di un rendering in 3D. Tutto quello che si vede in Truberbrook è un fantastico lavoro artigiano, ottenuto realizzando un vero e proprio set cinematografico in miniatura, nel quale sono stati posizionati tutti gli elementi passivi del gioco, mentre quelli attivi, sono ovviamente realizzati al computer, come gli oggetti da raccogliere o gli elementi con i quali interagire. Il risultato di questo incredibile lavoro è una scena reale, realmente esistente, ripresa con delle telecamere esterne, all’interno della quale si muovo i protagonisti del gioco.
Durante gli spostamenti dei personaggi sulla scena inoltre, la telecamera si posta lateralmente o ruota parzialmente intorno a essa, mostrando proprio la tridimensionalità degli scenari. Le ombre dei personaggi sono renderizzate, ma comunque coerenti con quelle dello scenario, che invece sono reali, poiché sono proiettate da luci vere presenti sul set, posizionate per simulare la luce del sole o per realizzare l’illuminazione degli ambienti in modo realistico. Per avere un’idea, devi immaginare che il tutto sia stato realizzato come in quegli spettacoli in TV, creati con la tecnica dello stop motion, dove i personaggi sono fatti con l’argilla e i loro movimenti sono il frutto di centinaia di scatti che riprendono le varie posizioni dei modelli, modificate, scatto dopo scatto, dagli operatori e dagli artisti che li hanno modellati. Truberbrook usa la stessa tecnica per gli ambienti, mentre i personaggi sono elementi 3D in computer grafica che si muovo all’interno di uno scenario reale.
I movimenti dei personaggi non sono certamente il massimo del realismo, ma il gioco non pretende di riprodurre la perfezione dei movimenti. Stai vivendo una favola, un racconto fantascientifico e le animazioni dei personaggi sono coerenti con la tipologia di gioco e con il risultato che gli sviluppatori vogliono dare. L’aspetto a metà strada tra pupazzo, modello 3D e cartone animato, si sposa perfettamente con gli sfondi e gli elementi reali, ed è proprio questo mix che dà quella sensazione di surreale tipica di questi giochi. D’altronde si parla di una storia Sci-Fi che racconta di fantasmi e dimensioni parallele, quindi: risultato grafico perfetto, ma col massimo della semplicità e bellezza estetica.
Musica, audio e doppiaggio
Tutto in Truberbrook ti ricorda che siamo nel 1967. La colonna sonora è una semplice base di strumenti che richiamano le note e i motivi dei gruppi degli anni 60-70. Una musica lenta, dolce, certamente nostalgica, ma perfettamente coerente con le scene che vivi. Mai noiosa perché non invadente, quindi la tua concentrazione rimane attiva sempre sul gioco, mentre il sonoro fa quello che deve fare, da sottofondo, senza mai distaccare la tua attenzione dalla storia. La musica accompagna alla perfezione i dialoghi ben strutturati e doppiati. Alcune frasi mancano di enfasi, anche se questo è da attribuire al carattere del personaggio, visto che è stato creato un backgroud di fondo per ognuno di loro, che è diverso dagli altri protagonisti, co-protagonisti e personaggi secondari. Ognuno di essi infatti, ha il proprio modo di reagire ai diversi eventi: Hans è molto flemmatico e pacato, ecco perché il suo doppiaggio non spicca per carisma e forse risulta più difficile interpretare un personaggio che nasconde le sue emozioni, piuttosto che un altro, come Gretchen, che prende tutto con entusiasmo e voglia di fare.
Un altro aspetto del doppiaggio che ha senso e fila, sono i forti accenti in base al paese d’origine: Hans è americano e la sua pronuncia è perfetta, mentre quella di Gretchen ha un forte accento germanico, così come la proprietaria dell’hotel, corpulenta donnona tedesca dalle gote rosse e riccioloni biondi con una forte R tipica della sua lingua e dal comportamento bislacco. I dialoghi, trattandosi di un’opera con una grandissima attenzione per la narrazione, non mancano di battute e siparietti molto divertenti che rendono gradevole lo scorrere della storia. Grande assente: sottotitoli e testi in italiano.
Gli effetti sonori infine sono il terzo elemento del comparto audio che non sminuiscono i primi due. Nella scena iniziale, quando Gretchen arriva alla stazione di servizio, si sente forte il rombo del motore della moto e lo scoppiettio della marmitta, suoni puliti, realistici e soprattutto esclusivi, che non si sono mai sentiti in altri giochi e questo significa che gli sviluppatori non hanno acquistato suoni pre-registrati, ma hanno raccolto e campionato i suoi utilizzando le loro attrezzature. Questo elemento arricchisce ancora di più l’esperienza del giocatore e la qualità del titolo.