Non è certo una sorpresa il fatto che Bethesda, dopo l’uscita di Fallout 4, abbia iniziato un lenta e inesorabile caduta qualitativa, realizzando titoli che oramai non sono più al passo con le ultime generazioni videoludiche.
Sicuramente ricorderemo tutti le emozioni che ci hanno regalato giochi come Fallout 3, New Vegas e i vari The Elder Scrolls, con l’uscita di Fallout 76 però, l’azienda statunitense sembra rimasta ancorata a una generazione tecnica videoludica risalente al massimo a fine del 2016, non incontrando gli standard qualitativi odierni che ci si aspetterebbe da una casa affermata come Bethesda.
Si potrebbe quasi affermare che la software house sia più impegnata a realizzare aggiornamenti ed edizioni speciali di vecchi giochi già esistenti piuttosto che cercare di evolvere il comparto tecnico che non riesce più a stare al passo con i tempi.
Come biasimarli però, dato lo spropositato guadagno che gli portano certi titoli, è chiaro che un azienda deve puntare anche a certi obiettivi che gli permettano di incassare per raggiungere un livello superiore.
Starfield come specchio di Bethesda
Questo livello superiore però, non è stato ancora raggiunto da Bethesda, che, dopo uno scricchiolante Fallout 76, ha raggiunto un vero e proprio stallo con Starfield. È proprio con l’uscita di quest’ultimo titolo che sono diventate chiare le carenze di cui soffre l’azienda ormai da anni. Starfield infatti è stato pompato per anni dallo stesso Todd Howard, il CEO dell’azienda, come il titolo che avrebbe cambiato il modo di vedere i videogiochi, che avrebbe creato dei nuovi standard videoludici.
All’uscita del tanto atteso Starfield però, i videogiocatori si sono subito resi conto che le promesse fatte da Howard non erano state mantenute e anzi, il gioco contiene vari problemi legati a vecchi titoli Bethesda che gli sviluppatori non hanno mai risolto. Per farla breve, quando giochi a Starfield hai l’impressione di giocare a un gioco vecchio, fine 2015, una specie di Fallout 4 nello spazio.
Le interazioni con gli NPC, le quest e soprattutto i caricamenti delle aree di gioco sono praticamente gli stessi dei vecchi titoli Bethesda, si deduce quindi che né il comparto tecnico né quello creativo si sono evoluti nel tempo, come hanno fatto invece altre grandi software house come Rockstar Games.
Alternative sempre più presenti
Così, mentre Bethesda arranca su se stessa, gli altri competitor hanno deciso di offrirci degli RPG di vario tipo che incontrassero i gusti e gli standard tecnici del tempo, producendo in alcun casi risultati eccezionali, ecco alcuni esempi:
- Rockstar Games: ovviamente quest’azienda non ha bisogno di presentazioni, con i suoi molteplici titoli ha contribuito a farsi un nome tra le software house migliori di sempre. Più che sugli ultimi GTA, volevo soffermarmi su un Open World RPG che ha segnato la storia videoludica: sto parlando di Red Dead Redemption 2.
Questo titolo, oltre che ad aver settato dei veri e propri standard grafici per i videogiochi futuri, ha una narrazione totalmente immersiva, complice la bellezza e la qualità del mondo di gioco che ti circonda. Possiamo dire senza esagerare che RDR2 è un titolo di altissimo livello: la personalizzazione del personaggio, la caratterizzazione degli NPC e la scelta data al giocatore in quasi ogni ambito permette al gioco di essere considerato uno dei titoli migliori mai creati. - CD Project Red: l’azienda polacca, inizialmente formata da pochi membri, deve il suo enorme successo alla saga di The Witcher, che gli ha permesso di espandersi esponenzialmente in pochi anni e a raggiungere, ad oggi, più di 1200 membri tra le fila degli sviluppatori. Il culmine del loro lavoro è stato The Witcher 3: Wild Hunt, un RPG immersivo con un ambientazione unica che gli ha permesso di vincere il GOTY nel 2017 e a raggiungere più di 50 milioni di giocatori.
Purtroppo sappiamo che l’azienda è diventata popolare anche per il disastroso lancio di Cyberpunk 2077, che gli è costata anni di sviluppo e risoluzione di problemi da cui solo ora l’azienda si sta lentamente riprendendo. Siamo comunque fiduciosi che l’azienda abbia imparato dai propri errori e aspettiamo con ansia l’uscita del nuovo capitolo della saga The Witcher.
- Avalanche Software: Malgrado lo scetticismo iniziale, questa software house ha saputo regalarci un titolo Action RPG di alta qualità, sto parlando di Hogwarts Legacy. Posso confermare che non bisogna essere fan della saga di Harry Potter per potersi godere al meglio questo gioco, anche qui: le scelte che può fare il protagonista, la profondità narrativa e dei personaggi e soprattutto l’ambientazione dinamica di Hogwarts e dei dintorni forniscono al titolo la magia di farti emozionare e farti prendere completamente dal gameplay che offre.
Sia chiaro: questo titolo non è perfetto, ho riscontrato personalmente alcune lacune come l’uso spropositato di Revelio e la pesantezza di certe sfide e interazioni, ciò non toglie che il gioco abbia raggiunto dei picchi di qualità che non si vedono spesso in questo ambiente. Ammetto che sono stato un po’ deluso dalla quasi totale assenza di Hogwarts Legacy ai GOTY 2023, ma sono molto curioso delle prossime uscite che annuncerà l’azienda. - Mundfish: Quest’azienda nasce nel 2017 proprio con lo scopo di creare dei giochi che raggiungessero gli stessi picchi raggiunti da aziende come Bethesda con i vecchi Fallout, e con l’ambizioso progetto di Atomic Heart, direi che hanno raggiunto il loro obiettivo. Il titolo ha un’ ambientazione russa post-guerra, lavorata nei minimi dettagli e che lascia senza fiato, soprattutto in alcuni momenti totalmente cinematografici.
L’idea distopica di un mondo corrotto dalla propaganda e dalla tecnologia che alla fine sfocia in una strage, è chiaramente un influenza della famosa saga Bethesda, ma Mundfish riesce a realizzarla ad opera d’arte. Questo Action RPG comprende un gameplay molto dinamico e divertente tra armi a distanza e corpo a corpo, ha una narrativa spessa con personaggi interessanti e mai banali, ma il punto forte sono sicuramente l’estetica dei robot e la narrazione implicita del mondo che accompagna il protagonista.
Sicuramente la negligenza di Bethesda degli ultimi anni ha permesso ad alcune software house di farsi un nome nell’ambiente, tuttavia, credo che dopo Starfield l’azienda abbia capito in che direzione deve proseguire se vuole tornare in auge tra i suoi competitor.
Non ci resta quindi che aspettare l’uscita di The Elder Scrolls 6 e sperare fiduciosi che sarà un titolo all’altezza delle ultime novità tecniche e creative.