Bethesda Game Studios ha sfornato l’ultimo esemplare della saga videoludica retro-futuristica Fallout nel 2015. Come ogni titolo tripla-A dell’ultimo lustro che si rispetti, Fallout 4 è stato fornito di un corposo supporto post-lancio e il suo seguito di giocatori è stato messo davanti alla fatidica scelta: comprare direttamente il Season Pass per essere certi di poter gustare ogni singolo contenuto aggiuntivo oppure no. Ebbene, in questo caso, neanche l’acquisto del summenzionato Season Pass sembrerebbe aver garantito il ‘totale accesso’ promesso. Questo ha trascinato Bethesda e la sua casa madre, ZeniMax Media Inc., in una battaglia legale che va avanti dal 2019.
A perseguire Bethesda c’è un’azione legale collettiva legata alla seguente dichiarazione riguardo ai contenuti del Season Pass: “Per ricompensare i nostri fan più leali, il Season Pass che offriremo vi garantirà ogni singolo DLC di Fallout 4 che produrremo a soli 30$ […] e se ne faremo ancora [in futuro], con il Season Pass avrete anche quelli.”
Il contenzioso è scattato con l’arrivo dei contenuti del Bethesda Creation Club, un iniziativa volta a portare ulteriori contenuti a Fallout 4 e The Elder Scrolls V: Skyrim creati sia da Bethesda stessa che da partner esterni, i quali tuttavia non erano inclusi nel Season Pass, risultando acquistabili solo separatamente. Questa serie di aggiunte ai due titoli Bethesda risale in realtà al 2017. Jacob Devine, uno dei giocatori querelanti, ha dichiarato di essere stato praticamente ingannato dalla casa videoludica statunitense, la quale, a detta sua, avrebbe praticamente imposto ai giocatori come lui di comprare un secondo Season Pass, contro le garanzie che il primo offriva.
A supportare la tesi di Devine ci sarebbe il fatto che la maggior parte dei contenuti proposti dal Bethesda Creation Club è in effetti creata da Bethesda stessa, con solo una minima parte opera di creator terzi, compresi ex-dipendenti. Il vicepresidente della software house, Pete Hines, avrebbe anch’egli coadiuvato le conclusioni dei querelanti definendo alcune feature del Bethesda Creation Club come veri e propri ‘mini-DLC’.
Nel corso della battaglia legale, le accuse mosse a Bethesda si sono fatte sempre più pesanti: si parla, tra le altre, di violazione contrattuale, arricchimento indebito e frode. Tutto questo potrebbe costare molto caro alla software house, e non si sa tutt’ora se anche Microsoft, divenuta di recente proprietaria di ZeniMax, uscirà lesa o meno da questo scontro milionario.