Pensando ai puzzle game i primi che vengono in mente sono giochi simili a Candy Crush, in cui anche i livelli più difficili possono essere superati con una serie di mosse casuali, aspettando che si generi casualmente uno schema favorevole e risolvibile.
Dimenticate questo scenario, con Biok le mosse che portano alla soluzione devono essere ponderate, calcolate, come in una partita a scacchi. Le soluzioni che portano al completamento del livello sono molteplici, ma tra queste solo una permette di ottenere il punteggio massimo. E voi vi accontentereste di un risultato mediocre?
Simpatici come i protagonisti di Monster & Co.
Le pedine sulla nostra scacchiera, per rimanere in tema con il paragone fatto in precedenza, sono dei simpatici mostriciattoli, ognuno con le sue peculiarità. I primi che conosceremo, e che ci introducono alle meccaniche del gioco, sono Brio e Larry, il monocolo rosso ed il fantasmino giallo. E’ arrivato il momento, scopriamole queste meccaniche.
Ma veniamo alla scacchiera vera e propria: ogni volta che effettuate un movimento tra quelli disponibili (in alto, in basso, a destra o a sinistra) si muoveranno in contemporanea tutti i mostriciattoli, per cui dovrete valutare bene le conseguenze di ogni mossa, chi va a sbattere contro chi e chi invece mangerà chi. Ve lo avevo detto, come negli scacchi qui bisogna pensare, valutare e programmare, per trovare quell’unica combinazione di movimenti che permetta di concludere lo schema con il massimo punteggio.
La Mostropedia: manuale d’uso dei mostri
Non esiste un tutorial che spieghi nel dettaglio le mosse da effettuare, ma i primi livelli sono relativamente semplici e altrettanto semplici sono le meccaniche, per cui non se ne sente la mancanza: si impara giocando. Ma se vogliamo capire qual è il comportamento delle nostre creature, abbiamo l’utilissima Mostropedia. Alcune creature ne mangiano altre, ci sono invece dei mostri che non si spostano e ce ne sono altri che… lo scoprirete con il tempo, perché la Mostropedia è anche una raccolta che sbloccherete raggiungendo determinati obiettivi, così da avere accesso a livelli sempre più complessi ed articolati. E’ grazie a questo manuale, ad esempio, che scopriamo che il piccolo Smush, a forma di uovo, non si muove proprio (1 vita, 0 mosse), e crea un ulteriore ostacolo contro cui andranno a sbattere le altre creature.
Biok accontenta un po’ tutti
Ben 60 livelli in difficoltà crescente sono una bella sfida per qualsiasi giocatore, soprattutto se costringono a ragionare ed a trovare la tattica giusta, soppesando ogni singola mossa. Un lungo gameplay assicurato per chi vuole raggiungere il massimo punteggio, a cui si aggiunge l’integrazione con il Game Center di Apple per il raggiungimento degli achievements. Sono invece 10 le creature disponibili, ognuna con le proprie caratteristiche ed abilità: due utilizzabili da subito, mentre le altre si “acquistano” con i Kiobs guadagnati nei vari livelli.
La grafica è ben curata e le animazioni sono fluide, accompagnate da una musica di sottofondo che ha qualche nota orientale e che, personalmente, dopo dieci minuti di gioco ho dovuto disattivare perché cominciava a diventare irritante. Ma è un gusto personale, ed è presente la comoda funzione di escludere musica ed effetti che ha risolto rapidamente il problema.
Il gioco è attualmente disponibile su iOS dal 19 luglio scorso, ma ne è prevista l’uscita anche per PC, tramite Steam, XboX One e Android, così come indicato nella pagina ufficiale del gioco. Se Biok vi è piaciuto, non perdetevi la recensione di Ermo, un’altro gioco mobile dello stesso sviluppatore.
Il mio consiglio? Il gioco merita, imparerete come me a odiarlo pur ritrovandovi ogni volta lì, a provare una nuova strategia per quel livello rimasto in sospeso dall’ultima volta.