Dopo poco più di un anno dal suo lancio originale su quella che adesso è la old gen, Biomutant si presenta sulle nuove console, in una versione che in verità oltre che a offrire diverse modalità prestazionali e un colpo d’occhio migliorato, non apporta altro al titolo base, trascinandosi anche i suoi precedenti limiti tecnici.
Questa “nuova” versione del gioco, offrirà tre diverse modalità grafiche: le prima andrà a favorire la qualità grafica, con prestazioni di 30 fps in 4K, la seconda sarà un bilanciamento di grafica e prestazione, con fino a 4K e 40+ fps con picchi di 60, mentre l’ultima andrà a favorire gli fps stabili sui 60, mentre sfavorirà la grafica, portandola a 1440p. Non ci resta che scegliere quella a noi più congeniale e lanciarci di nuovo o per la prima volta in questa avventura.
Biomutant e il mondo senza umani
La storia di Biomutant vede l’umanità ormai estinta, incapace di sopravvivere a se stessa e al suo continuo non preoccuparsi del domani. Da questo evento ne hanno tratto vantaggio tutti gli altri esseri viventi, soprattutto gli animali, i quali si sono adattati alla nuova condizione di vita, mutando anche per resistere a tutti i danni causati dall’uomo.
Il mondo si presenta così in uno stile post apocalittico, nel quale gli animali evoluti si sono riuniti in diversi clan, tutti sotto la salvaguardia dell’albero del mondo. Sfortunatamente però, quest’ultimo è minacciato dalla presenza dei Mangiamondo, degli esseri enormi che stanno pian piano consumando la vita nel pianeta.
Da questo incipit narrativo, Biomutant prende spunto per presentarci il suo editor del personaggio che andremo a controllare. Questo editor è diverso dal solito, in quanto andremo a modificare non l’aspetto, quello cambierà conseguentemente alle nostre scelte, ma il DNA del nostro personaggio.
Dopo aver selezionato la specie di appartenenza, muovendo il cursore verso le statistiche preferite, vedremo infatti oltre alla modifica del parametro, anche il cambiamento di aspetto del nostro personaggio. Oltre questo potremo anche scegliere la classe, le resistenze iniziali disponibili verso determinati elementi e alcuni dettagli estetici come il colore della pelliccia.
L’importanza delle scelte
Biomutant ci propone un sistema di luce e oscurità che ricorda moltissimo quello visto in altri titoli, come ad esempio Fable. Durante la nostra avventura, saremo chiamati a prendere diverse decisioni, scegliere con quale tribù allearci, e molti altri “bivi”, alcuni in apparenza totalmente superficiali, ma ognuno di essi andrà ad aumentare una delle due categorie dandoci accesso a delle abilità uniche, oltre che a condurci a uno dei diversi finali.
Oltre che aumentare il fattore rigiocabilità, questa scelta del team di sviluppo si rivela davvero ben fatta; avremo sempre la sensazione che le nostre scelte stiano cambiando il corso della storia, e il destino di questo meraviglioso mondo post apocalittico.
Purtroppo la narrazione di Biomutant soffre di una direzione cinematografica alquanto mediocre; capiterà più di una volta di assistere a momenti importantissimi della storia, realizzati davvero con scarsa cura, con delle cutscene che non riusciranno a farci vivere le sensazioni ed emozioni che quel momento dovrebbe trasmettere.
Questo va a inficiare e non poco il grande lavoro di world building fatto dallo sviluppatore Experiment 101, ma in questi casi è giusto ricordare che stiamo pur sempre parlando di un piccolo studio che per presentare un prodotto di questo tipo, è sicuramente dovuto scendere a compromessi.
Combattimento e sistema di creazione
Oltre che esplorare un mondo vasto e immersivo, Biomutant ci propone un combat system dinamico e divertente, composto da tantissime abilità di vario genere e diverse armi a nostra disposizione. Il nostro animaletto mutante sarà dotato di attacchi corpo a corpo e dalla distanza, i quali potranno essere concatenati fra di loro per dare il via a combo devastanti.
Svolgendo le missioni principali, secondarie e abbattendo nemici, saremo ricompensati con dei punti esperienza che ci garantiranno l’aumento di livello. Una volta ottenuto, potremo migliorare i parametri del nostro personaggio e sbloccare alcune abilità.
Queste ultime sono davvero numerose e divise in diversi alberi: combattimento, mutanti e psioniche. I punti per sbloccare queste abilità si otterranno in modo diverso per ogni categoria, e una volta che avremo accesso a un bel po’ di esse, potremo dare il via alle danze, riuscendo a compiere azioni appaganti e al contempo divertenti.
Purtroppo non è tutto oro ciò che luccica, e durante le ore trascorse nello stupendo mondo di Biomutant, mi sono reso conto che alcune abilità funzionano davvero molto meglio di altre, ritrovandomi a combattere sempre nella stessa maniera, utilizzando una ristretta selezione. Questo è davvero un peccato, perché vista la mole di abilità disponibili, sarebbero potute venire fuori davvero tante build interessanti. Questo non esclude però che volendo si possano utilizzare mosse più divertenti a discapito dell’efficacia maggiore.
Scarti di qualcuno, tesoro di altri
Ad aumentare l’ottima componente da GDR di Biomutant, ci pensa un sistema di creazione profondo e davvero molto vario. Durante l’avventura verremo in possesso di tantissimi oggetti all’apparenza inutili: si tratterà perlopiù di componenti malmessi, parti rotte di altri oggetti e rifiuti di ogni genere. Qui però torneranno utili gli insegnamenti appresi dal protagonista dai suoi genitori, che rivivremo anche tramite flashback. Uno di questi insegnamenti è quello di utilizzare gli scarti per rinforzare armature e armi, oppure crearne da zero.
Usare una chiave inglese come manico, attaccandone all’estremità un pezzo di ferro appuntito darà vita a una specie di lama, mentre utilizzando un materiale infetto potremo creare armi che infliggono danni nel tempo o altri malus. Le armature invece potranno essere rinforzate con piastre, molle e tantissime altre varianti, dando così vita a tantissima personalizzazione. Ovviamente sarà presente anche un livello di rarità di oggetti e materiali che andrà a influire sul risultato finale.
Tecnicamente
Il colpo d’occhio offerto da Biomutant era davvero buono anche sulla precedente generazione di console; esplorare il vasto mondo post apocalittico risultava immersivo e appagante. Adesso con l’upgrade next gen tutto questo si amplifica ancor di più, andando a migliorare uno dei punti di forza del gioco. La presenza poi delle tre modalità prestazionali, andrà in contro alle esigenze di tutti.
Un po’ anonimo il comparto sonoro, del quale non rimangono impresse le varie tracce, che risultano essere poco ispirate, al contrario del narratore, una voce fuoricampo che racconterà sempre quello che accade nel mondo e del quale potremo scegliere la frequenza di attivazione. Da segnalare la presenza dei sottotitoli e menù in lingua italiana.