Un gioco per avere successo deve rispettare vari criteri e uno di questi è una storia avvincente, tuttavia alcuni non apprezzano questo aspetto e sembra che lo studio BioWare sia stato uno di loro. Negli Stati Uniti attualmente c’è uno sciopero per chiedere alla Writers Guild of America di valorizzare di più il lavoro degli scrittori e dei sceneggiatori, durante una manifestazione lo sceneggiatore esperto David Gaider ha esposto questo problema e come si manifesti anche in uno degli studi più rinomati.
BioWare ed il problema con i sceneggiatori
“Nell’industria videoludica c’è una mentalità discriminatoria verso gli sceneggiatori, molte volte ho sentito cose tipo ‘Non ho nessuna capacità… Non so fare arte, non so programmare, allora penso che farò lo sceneggiatore? È meglio che fare il tester!’ Come se scrivere giochi non richiedesse nessuna competenza”. Gaider afferma che questi comportamenti sono frequenti anche in aziende come BioWare, la quale “si è fatta un nome con storie e personaggi di qualità” ma gradualmente è diventata un’azienda che trascura e svalutava gli sceneggiatori fino a considerarli un “peso” per l’azienda.
“Un giorno i dirigenti hanno notato la mancanza di buone sceneggiature e di colpo tutti si domandavano il perché, come se i licenziamenti non avessero influito sulla qualità delle storie”, ha commentato ironicamente lo sviluppatore. Gaider afferma di aver vissuto molte altre esperienze simili fino al suo abbandono nel 2016, dopo aver lavorato per 17 anni a giochi come Dragon Age: Origins, Dragon Age 2 e Dragon Age: Inquisition. Attualmente il creativo è sviluppatore esperto, co-fondatore e direttore creativo di Summerfall Games.
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