Black Mirror: Bandersnatch è ambientato nel 1985 e parla di Stefan, uno sviluppatore di videogiochi che sogna di creare un gioco d’avventura nel quale le decisioni del giocatore cambiano lo sviluppo degli eventi. La peculiarità è che questo film è interattivo, e quindi noi spettatori saremo saremo chiamati a prendere delle decisioni che cambieranno effettivamente come la storia proseguirà.
La durata del tutto è di circa 40 minuti, se si prosegue la storia senza indagare sulle altre possibili scelte da fare. Se invece ci vogliamo soffermare a scoprire tutte le possibili strade percorribili la durata del girato complessivo è di circa due ore.
Ci sono videogiochi più simili a film che a un gioco nel senso tradizionale del termine. Guardiamo ad esempio i titoli della Quantic Dream, casa produttrice di Heavy rain, Beyond two souls e il più recente Detroit become human. Tutti giochi in cui il gameplay è ridotto all’essenziale, in favore di una trama molto elaborata, che varia a seconda delle decisioni prese dal giocatore.
Quando è invece un film a fare un passo verso il mondo dei videogiochi cosa succede? Black Mirror: Bandersnatch può, forse, rispondere a questa domanda.
In un intervista con lo sceneggiatore Charlie Brooker e la co-produttrice esecutiva Annabel Jones per IGN, Brooker ha ammesso che i videogiochi hanno influenzato il loro operato e gli hanno offerto spunti di riflessione per il film.
Infatti, nonostante i molteplici impegni, Brooker afferma di essere un assiduo giocatore e che ultimamente si è appassionato a Red Dead Redemption 2. Proprio questo gli avrebbe fornito un spunto importante.
Per riassumere le parole di Brooker: “Dopo una scena carica di patos tra Arthur (il protagonista di RDR2) e la sua ex, sono salito in sella al mio cavallo, pronto a partire per la mia missione. Poco dopo ho incontrato un maiale, sono sceso da cavallo e ho picchiato il maiale a morte. Per farmi una risata. Allora ho pensato: che personaggio sto interpretando? Poco fa ero in una situazione carica di emozioni e adesso sto prendendo a calci un maiale.”
Questo ha contribuito a far capire allo sceneggiatore che una delle sfide da superare è quella di creare un sistema che permettesse a Stefan (protagonista del film) di essere un personaggio solido, anche dopo le migliaia di combinazioni di scelte possibili.
“inoltre” ha aggiunto Annabelle Jones “bisogna costantemente provare a prevedere quali strade altri spettatori/giocatori possono intraprendere. Allo scopo di dare stabilità alla storia e non farlo sembrare troppo eterogeneo.”
Black Mirror: Bandersnatch è un titolo interessante, che decide di percorrere un strada forse non nuova, ma sicuramente poco battuta. Sarà in grado di superare questa prova? questo sta a voi giudicarlo.