L’epoca d’oro degli arcade è sempre guardata con nostalgia dai molti che l’hanno vissuta e con curiosità da coloro che non hanno mai provato i grandi classici dei coin-op. Di recente, per fortuna, molti remake stanno riportando queste piccole perle alla ribalta, con versioni più adatte a un pubblico moderno.
Abbiamo visto le ottime versioni Recharged di Centipede e Missile Command, un imminente remake di Metal Slug è all’orizzonte e persino titoli come Battlezone sono tornati in veste nuova. Tra questi, si aggiunge anche Black Widow: Recharged, remake dell’omonimo titolo arcade. A differenza di quanto si possa pensare a un primo impatto, dopo il successo degli Avengers, la protagonista è una vedova nera vera e propria, che cerca di difendere la sua ragnatela.
Pur essendo meno conosciuto di altri titoli dell’epoca, Black Widow resta comunque interessante, grazie al gameplay dinamico e veloce, dove i nemici arrivano da tutte le direzioni. Vediamo se questa versione Recharged vale l’acquisto.
Storia? A che serve?
Proprio come da tradizione Arcade, Black Widow non ha una storia, ma si limita a proporre un semplice contesto. I coin-op, infatti, erano giochi pensati per partite brevi, dove una narrazione sarebbe stata solo d’intralcio.
Il titolo, però, riesce comunque a differenziarsi dalla massa, grazie a un contesto che si allontana dalla tipica invasione aliena, per portarci sulla ragnatela di una vedova nera intenta a difendersi da ogni tipo di insetto ostile. Per quanto la cosa possa sembrare assurda, a livello pratico funziona benissimo.
Come si gioca a Black Widow: Recharged?
Il gameplay è decisamente il piatto forte di Black Widow: Recharged, nonché l’unico motivo per cui valga la pena acquistare il gioco. Siamo di fronte a una classica struttura “run based” tipica dei giochi arcade, dove le partite durano pochi minuti e la morte è praticamente una costante. Inoltre, non c’é nessun sistema di progressione che possa potenziare il nostro personaggio ma, al contrario, è il giocatore che deve diventare più bravo.
Ogni partita si svolge in modo semplice: impersoniamo un ragno che deve difendere una ragnatela larga quanto l’intero schermo. Degli insetti arrivano da tutte le direzioni e, come in un classico shoot ’em up, dobbiamo eliminarne il più possibile. Ci sono diversi tipi di nemici e farsi toccare significa morire.
Da queste basi si aggiungono i diversi tipi di insetti, che danno un pizzico di varietà: troviamo insetti esplosivi, altri che depositano le uova (da buttare fuori dalla ragnatela) e altri ancora che appaiono nelle fasi più avanzate della partita. Come nel caso di Centipede: Recharged, poi, troviamo alcuni nemici che lasciano cadere dei power up quando vengono uccisi.
Questi sono una novità, perfetta per donare ulteriore varietà e profondità al gameplay generale del titolo. A questo contribuisce anche una sorta di “ultimate” – una grande ragnatela di forma conica, perfetta per ripulire buona parte dell’arena – che si ricarica raccogliendo dei dollari lasciati dai nemici uccisi. Essendo lunga da caricare, però, va utilizzata al momento giusto.
Partendo da queste basi, Black Widow: Recharged diventa progressivamente più difficile, con un numero crescente di nemici su schermo, affiancati da un progressivo aumento di velocità generale. Oggi come allora, il titolo sfrutta molto bene la schermata fissa, facendo arrivare minacce da ogni lato.
Tutta via, di nuovo oggi come allora, la struttura generale del gameplay punta tutto sulla prontezza di riflessi, sacrificando la profondità e il bilanciamento che contraddistinguono capolavori come Centipede. Il gioco resta quindi perfetto per partite veloci ma, nel lungo periodo, offre uno skill ceiling più basso rispetto a quello degli altri congeneri.
Anche in questo caso, comunque, tornano le sfide, che permettono di giocare partite con piccole variazioni nella struttura. Un’ottima aggiunta, la quale aumenta la longevità generale dell’esperienza. Ancora una volta, però, manca una modalità di stampo classico, da affiancare alla versione “riveduta e corretta” del gameplay.
In sintesi, Black Widow: Recharged si conferma un ottimo prodotto, che saprà soddisfare tutti gli appassionati di questo classico dimenticato e, più in generale, di giochi arcade. Tuttavia, va comunque ricordato che siamo davanti a un titolo adatto a una nicchia di giocatori specifica, visto il suo gameplay circoscritto e limitato dalla struttura tipica dei coin-op del passato.
Un remake al neon
Il comparto tecnico di Black Widow: Recharged si conferma ottimo, donando nuovo lustro a un gioco che, altrimenti, sarebbe invecchiato molto male. Ancora una volta troviamo un’estetica al neon, che ben si sposa con la natura arcade del titolo, creando un colpo d’occhio davvero piacevole.
Sono poi state aggiunte diverse animazioni, che rendono gli sprite e lo scenario stesso molto più convincenti e belli da vedere. Inoltre, il frame rate si mantiene stabile anche nelle situazioni più concitate, garantendo un’esperienza sempre fluida.
Il comparto audio è ottimo, grazie ai vari effetti sonori che accompagnano i power up, la morte dei nemici e l’utilizzo della ultimate. Infine, la colonna sonora è perfetta per l’estetica del titolo.