Nell’ultimo articolo da me scritto ho parlato del “picchiaduro” più vecchio da me giocato, ovvero Gladiator, ma come sono finito a provare un titolo simile? Mi piacerebbe dire perché sapevo del sequel e volevo avere l’esperienza completa, ma no. La realtà è che mio padre lo aveva già in magazzino, così come aveva questo Blandia.
Va bene, dal titolo non potresti mai dirlo, lo so, ma Blandia è il sequel di Gladiator. Giuro. D’altronde la vera ispirazione di questo picchiaduro, il cui nome è facile soggetto di battute per noi italiani, è evidente: Street Fighter II. Siamo negli anni 90 e le sale giochi straripavano di titoli che copiavano lo stile del famoso picchiaduro Capcom.
Ben pochi giochi si sono salvati da questo fiorire di cloni, la maggior parte anche troppo simile nell’aspetto al titolo originale, senza presentare minimamente la stessa profondità o elementi innovativi tali da giustificarne l’esistenza. Qualche piccola perla dimenticata è tuttavia uscita da questo strambo periodo, ma trovarle non è mai facile.
In quale dei due gruppi rientra Blandia? Beh, già il fatto che in pochi ne abbiano sentito parlare non è un bel segno, ma non tutti i migliori picchiaduro riescono a catturare l’attenzione alla loro uscita, vedi quanto successo con Garou: Mark of the Wolves o Street Fighter III. Vediamo quindi di capire che cosa è Blandia.
Blandia – Ritorno al Castello Dorato
Uscito nel 1992, sei anni dopo Gladiator, Blandia abbandona lo sviluppo in due fasi, obstacle e fight, per ancorarsi ad una più classica struttura arcade ad incontri al meglio dei tre round, quella che andava per la maggiore all’epoca. Nonostante ciò alcuni elementi del primo gioco rimangono anche in questo seguito.
Al di là dell’ambientazione, di alcuni nomi, dell’antagonista e del Castello Dorato, ancora adesso alcuni personaggi indossano un’armatura e possono essere danneggiati solo se questa viene distrutta. I personaggi senza armatura solitamente hanno invece altri vantaggi come magie o una portata superiore, almeno in teoria.
Anche il sistema di attacco è di base quello di Gladiator con tre tasti per attaccare a diverse altezze. Non torna tuttavia la possibilità di distruggere le armi, ma c’é l’interessante fattore che gli attacchi del personaggio variano in base alla distanza dall’avversario, cosa che rende lo zoning molto importante.
Il gioco ci vede scegliere un personaggio tra sei per affrontare i cinque esclusi e poi i quattro personaggi bonus, l’ultimo dei quali si trasformerà anche in una copia di noi stessi per un mirror match conclusivo. Ogni personaggio ha anche una ending specifica e ci sono vari elementi che approfondiscono la lore in modo indiretto.
Blandia – Storia e personaggi
La storia di Blandia ha luogo cinque anni dopo Gladiator e scopriamo finalmente che questo mondo è il Grande Continente dell’Eurasia. A quanto pare il nostro vecchio protagonista, Gurianos, non era solo un cavaliere assetato d’oro, ma nel primo gioco aveva sconfitto il male nella forma di Gildus, riportando pace in tutta la sua terra.
In cinque anni però, a quanto pare, ci si dimenticano tante cose e così Gildus è stato resuscitato e, con il simpatico nome di Re Dorato Pazzo, ha ripreso possesso del suo Castello Dorato per poi tornare in controllo del continente usando la sete d’oro dell’umanità. Ha tutto poco senso? Beh, non mi stupisce.
Vediamo quindi i nostri sei eroi:
- Gurianos: il protagonista di Gladiator e di questo gioco, l’eroe della giustizia, il paladino. Per assurdo assomiglia più qui ad una gladiatore che nel primo titolo. Possiede la magia della luce ed è il Ryu della situazione.
- Diokles: il Ken del gioco visto che è praticamente un palette swap di Gurianos con qualche minima differenza, tra cui un elmo che giustifichi il nome greco. E’ l’unico “cattivo” giocabile visto che è un guerriero nichilista che pensa solo a sé stesso. Possiede la magia del fuoco
- Irriana: dovrebbe essere la stessa Irene di Gladiator visto che le due hanno armature simili, ma capelli diversi. E’ la tipica combattente veloce che dovrebbe fare pochi danni, ma che in realtà fa gli stessi degli altri e che, possedendo la magia dell’esplosione, ha uno degli attacchi magici più devastanti del gioco.
- Retsu.Zen: perché il combattente giapponese del gioco abbia un nome con un puntino, è per me un mistero. E’ un samurai non morto che usa due spade ed ha una delle peggiori gittate del gioco. E’ molto veloce, ok, ma ti assicuro che usarlo è infernale. Usa la “magia orientale zen.” Ok, belli questi mumbo-jumbo anni 90.
- McGill: vogliamo Conan il Barbaro interpretato da Arnold Schwarzenegger, ma non abbiamo i soldi per permettercelo… quindi lo copiamo. Arnold, cioé, volevo dire McGill non ha armatura e non ha magia. Olé.
- Jurane: un’elfa combattente dalla grande portata e dai bassi danni, oltre che dalla bassa resistenza, visto che non indossa alcuna armatura. Per sopperire a ciò ha una quantità assurda di magie devastanti, tutte difficilissime da usare come giocatore (tranquillo, però, la CPU bara quando la usa).
Ecco invece i quattro personaggi che fanno da boss:
- Launa: un’elfa oscura con fattezze da satiro… o è un lui? Non l’ho capito. La sua velocità ed il piccolo hit box la rendono fastidiosissima, peccato che i programmatori si siano dimenticati di far sì che potesse parare. Di conseguenza massacrarla è una passeggiata.
- Xeldus: il secondo boss è letteralmente il personaggio più debole del gioco. I suoi attacchi in realtà fanno danni immani, ma non hanno priorità quindi puoi letteralmente contrattaccare tutto quello che fa. Per quel che si capisce, è un guerriero a cui Gildus ha fatto il lavaggio del cervello per spacciarlo per sé.
- Imageo: il terzo boss è il mago più potente del regno, un’elfa che di base dovrebbe essere Jurane sotto steroidi. Spaventoso, vero? Peccato che per qualche ragione il suo hit box sia colossale al punto che puoi colpirla attaccando dal lato opposto dello schermo!
- Gildus: il Re Dorato Pazzo in persona è il quarto boss ed è finalmente un avversario degno di questo nome. Veloce, resistente e capace di infliggere quantità assurde di danni. Non ha vere e proprie debolezze e causerà parecchie bestemmie ai giocatori. Ah, nota a margine, era il boss finale anche di Gladiator, ricordi?
Blandia – Un parere oggi
Al di là della storia e dell’aspetto, come è però rigiocare a Blandia oggi? Beh, se volessi fare una battuta direi blando, ma il problema è che non è neanche questo. E’ invece proprio frustrante. Può essere un giochino divertente con gli amici, ma affrontare l’AI di Blandia va dal buggoso all’irritante.
Se di molti bug abbiamo già parlato, tra hit box senza senso, gente che si dimentica di bloccare e priorità totalmente mancanti, c’é da dire che a volte la CPU entra proprio in loop e inizia a ripetere la stessa azione senza senso. Avversari che dovrebbero essere molto forti risultano così facilissimi per motivi non previsti.
C’é poi il fattore rabbia. La quantità di frustrazione che Blandia può generare in alcuni scontri è impensabile. Alcuni attacchi speciali sono, senza alcun motivo, estremamente difficili da eseguire, cosa che li rende totalmente inutili. La CPU li spammerà comunque in modo totalmente fraudolento contro noi poveri giocatori umani.
Un esempio su tutti: il pilastro di fuoco di Jurane richiede una carica di 4 secondi, ma il computer lo userà con una frequenza di uno al secondo rendendo lo scontro con la maga il secondo più difficile del gioco dopo quello con Gildus. Forse. Non ne sono del tutto sicuro. Ci sta che per qualcuno sia addirittura il peggiore.
Tolto questo fattore, comunque non insignificante, c’é anche da dire che Blandia ha poco da offrire: la colonna sonora è ripetitiva e gli sfondi, per quanto affascinanti per il 1992, sono oggi ben poco attraenti. L’unico vero fattore interessante lo si può trovare nelle meccaniche ereditate da Gladiator, ma ne vale davvero la pena?
Blandia – Un po’ di curiosità
Concludiamo, come di consueto, con qualche curiosità sparsa su questo strano gioco (giustamente) dimenticato. Per esempio, sapevi che, insieme a Time Killers, Blandia è uno dei primi picchiaduro 2D “armati”? Questo anticipa infatti di poco meno di un anno l’uscita del ben più famoso (e copiato) Samurai Shodown.
Blandia non è mai stato adattato a nessuna console in occidente, ma in Giappone è stato convertito sia per FM Towns, nel 1994, sotto il titolo di Blandia Plus, che per PC-98, nel 1995, con il titolo di Blandia 98. Le due versione sono molto fedeli all’originale, nel bene e nel male, ma applicano anche alcune modifiche.
La versione per FM Towns, per esempio, ha una colonna sonora molto migliore, ma in cambio sacrifica gran parte dello schermo e delle animazione, cosa che peggiora la godibilità del titolo. Alla fine Blandia 98 è probabilmente l’edizione migliore visto che migliora velocità, musica e resa grafica dei finali dei personaggi.
Puoi vedere un esempio proprio qua sopra: a sinistra c’é l’ending di Jurane nell’arcade ed a destra quella di Blandia 98. Una netta differenza, no? Dall’immagine qua sopra puoi notare anche un’altra cosa: la quantità di nudità femminile, compresa di seni scoperti a iosa, è abnorme. No, davvero, un mucchio di tette ovunque.
P.S.: di recente Blandia è uscito per Nintendo Switch come parte degli Arcade Archives!
The Fighters’ Legacy Index
#001 – Street Fighter VI La Storia fino ad ora
#002 – Mortal Kombat I La Storia fino ad ora parte 1
#003 – Mortal Kombat I La Storia fino ad ora parte 2
#004 – Mortal Kombat I La Storia fino ad ora parte 3
#005 – Tekken 8 La Storia fino ad ora
#006 – Soul Calibur La Storia fino ad ora
#007 – Gladiator Che cosa è?