I giochi spaziali, da sempre, vanno a braccetto con il mondo videoludico. Ogni console che si rispetti, ha la sua simulazione di navicella spaziale che spara raggi laser o pallette colorate per sconfiggere altri veicoli che ci vogliono fare la pelle.
Dal canto mio, ho sempre molto apprezzato questo tipo di titoli, in ogni sua forma: che questi siano bullet hell o smup trovo questi giochi ottimi per sconfiggere la noia e magari riempire il tempo quando non so cosa giocare. All’arrivo di questo Blastful, quindi, con molta aspettativa ho deciso di prenderlo e vedere di che cosa si trattava.
Sarà una versione migliorata di Asteroids? O forse una nuova rivisitazione di R-Type? Si e no. O meglio le astronavi e i combattimenti ci sono, ma sia tecnicamente, sia a livello di gameplay è un lavoro davvero disastroso, corto, ma soprattutto poco divertente.
Non c’è storia
Partiamo dal primo dei difetti che contraddistinguono Blastful, la totale assenza di una storia o di un pretesto del perché sto giocando. Il gioco si apre, una volta installato, con una schermata con il titolo del gioco scritto a caratteri cubitali. Premendo start verremo portati al menù di selezione del livello che, nel primo avvio, ci farà scegliere solo il primo stage.
Fatto questo saremo subito in game, senza nessun preambolo, nessuna spiegazione di quello che dovremo fare o del perché. Non è una mancanza gravissima, è vero, ma credo che fare anche solo due righe scritte che recitano: “Sarai Pinco Pallino, impegnato nella battaglia intergalattica contro il malvagio Tiziocaiosempreonio”, non debba prendere chissà quale impegno da parte dei programmatori. L’assenza di un qualsivoglia plot, mi dà l’impressione di forte pigrizia da parte dei programmatori.
Iniziando a giocare ci troveremo subito nel bel mezzo della mischia, senza nessun tutorial che ci spieghi i pochi, tasti da premere per distruggere le navicelle nemiche. I primi 5 minuti, quindi, verranno utilizzati per capire ciò che ci sarà da fare.
Un gameplay pessimo
Il gameplay di Blastful è, insieme alla grafica (ma di questo parleremo dopo), la nota più dolente di questo titolo. Un gioco che anche alla difficoltà massima sarà di una facilità esasperante. Per spostarci dovremo utilizzare lo stick analogico sinistro, per sparare il tasto R2 (configurazione di PlayStation 4) e con R1 potremo cambiare le armi del nostro arsenale. Ogni tanto avremo dei power up come: scudi, armi aggiuntive, munizioni o oggetti che ripristineranno la nostra barra della vita.
Lo scopo di Blastful sarà quello di arrivare indenni per ogni livello di gioco e alla fine distruggere una navicella più grossa. Ogni stage durerà dai 2 ai 4 minuti, ma non sarà per nulla necessario cercare di sconfiggere tutti i nemici su schermo, anzi, basterà arrivare indenni alla fine e solo il boss di fine livello sarà da buttare giù obbligatoriamente.
La semplicità di Blastful, come dicevo prima, è qualcosa di davvero disarmante e i nemici finali, che dovrebbero rappresentare una sfida più ostica, saranno addirittura più semplici di tutti quelli incontrati nei vari livelli.
Gli stage saranno venti in tutto, davvero troppo pochi per dare una longevità al titolo che superi un’ora dal suo avvio. Non scherzo, ho avviato Blastful e in 55 minuti ho platinato tutto il gioco, davvero troppo misero per un titolo in cui si investe una somma di denaro.
Non solo questo, il grado di rigiocabilità è pari allo zero, visto che l’unica cosa che cambierà, tra una partita e l’altra, saranno gli sfondi di gioco che ci proporranno dei pianeti diversi come background (tra l’altro immagini statiche, ma ne parleremo in maniera più approfondita nel paragrafo dedicato alla parte tecnica).
Concludo parlando dei power up di Blastful. Avremo degli oggetti da raccogliere, in maniera molto simile ad altri esponenti del settore, quindi tralasciando gli scudi e i medi-kit, mi voglio concentrare sulle armi.
Avremo, per la fine del gioco, 5 armi differenti (oltre quella base che è un laserino tanto misero, ma più che sufficiente per finire il gioco) le quali faranno meno danni che l’arma base. L’unica che ci darà un effettivo miglioramento sarà la mitragliatrice, la quale verrà sbloccata al secondo livello. Migliore semplicemente perché con una velocità superiore, rispetto al laser di base.
Graficamente orribile
Oltre al gameplay pessimo, Blastful sfoggia una grafica che non vedevo dai tempi della prima PlayStation. Ci sono alcuni titoli che fanno volontariamente l’uso di una grafica datata, per andare a stuzzicare i palati di tutti quei giocatori attempati che ricordano i bei vecchi tempi andati delle console a 16 e 32 bit.
Ben vengano questi giochi, ma in ogni caso queste visuali dovranno essere pulite. Qui sembra di essere di fronte ad una grafica pessima già nel 1995 con effetti di scia (effetto ghosting) estremamente marcati durante i nostri spostamenti con la navicella, ma soprattutto dei fondali così scandalosi e statici che non ci daranno l’impressione di muoverci, ma di stare sempre fermi nella stessa schermata.
Non solo questo, anche i colpi dei nemici si confonderanno con degli sfondi estremamente scuri. Infine spendiamo due parole sull’hub generale, ma soprattutto della mappa in basso a sinistra. Qual è la sua utilità? Che cosa me ne dovrei fare? A questo punto sarebbe stato più utile lasciarmi senza e tenere lo schermo pulito.
Da un punto di vista sonoro, le musiche sono estremamente ripetitive, ma danno quel tocco da rave party che non sentivo almeno dal 1997, se sei uno degli ultimi fan sopravvissuti alla techno-progressive anni ’90, forse, potresti apprezzarle, ma non aspettarti nulla di particolare.
Concludendo
Blastful è uno dei peggiori giochi indie usciti negli ultimi anni. Non è divertente, non è impegnativo, graficamente è orribile e te lo posso consigliare solo se sei un platinatore seriale, visto che potrai portarti a casa il tanto agognato premio in meno di un’ora. Davvero stagli alla larga, non merita nemmeno un minuto della tua attenzione. Di giochi indie validi il panorama videoludico è costellato, ma Blastful non è uno di quelli!