Sviluppato da TAMSOFT CORPORATION e pubblicato da Bandai Namco Entertainment, BLEACH Rebirth of Souls è un picchiaduro ad arena 1 vs 1 in 3D dedicato al mondo di Bleach, anime nato in Giappone nel 2001. Si tratta di un ritorno in grande stile e che si concentra moltissimo sulla storia del manga originale fino alla saga degli Arrancar (quindi non chiude l’intero arco della serie). Noi abbiamo vestito i panni di Ichigo Kurosaki su PlayStation 5 e questa è la nostra recensione. Pronto a diventare uno shinigami?
BLEACH Rebirth of Souls dall’ascesa fino a uno degli scontri più belli di sempre
Prima di affrontare la narrazione di BLEACH Rebirth of Souls è bene evidenziare alcune questioni prima di tutto quella che riguarda la serie stessa di Bleach. Nato nel 2001, Bleach ha visto la sua conclusione, per quanto riguarda il manga, nel 2016 mentre l’anime la nuova stagione dell’anime, che punta spedito alla sua conclusione, è stata pubblicata in italia lo scorso 2024. Parliamo quindi di un progetto ormai finito ma che in realtà ha ancora tanto, tanto potere attrattivo.
Il motivo è semplice: il carisma sia dei personaggi, il cui character design è di sicuro impatto, sia della narrazione che, infarcita da scontri praticamente continui e costanti, fatte di mosse assurde e scontri semplicemente scenici ed epici. Ecco, tale scenicità ed epicità è stata trasportata in modo incredibilmente appagante, specialmente per i fan di Ichigo e compagni, in BLEACH Rebirth of Souls che può essere definito tranquillamente come il titolo”definitivo”, o almeno più completo, inerente l’opera originale nata dalla mente creativa di Tite Kubo.
“Definitiva” ma incompleta in quanto, come anticipato, l’arco narrativo di BLEACH Rebirth of Souls non va a coinvolgere l’intero manga ma si ferma al suo apice, al momento clou a quello più riuscito per nemici e risvolti narrativi. Senza nulla togliere alle fasi finali del manga, ma l’arco degli Arrancar è paragonabile in potenza creativa e a coinvolgimento delle battaglie alla fase “Pain” di Naruto Shippuden. In termini quantitativi, vogliamo però rassicurare i fan, la modalità storia di BLEACH Rebirth of Souls è la modalità principale.

Il che è stravagante considerando la tipologia del titolo che, lo ricordiamo, è un picchiaduro anime 1 vs 1 dalla struttura abbastanza classica (ma che andremo ad approfondire nel rispettivo paragrafo). Abbiamo tra le mani una storia curiosamente longeva, ben costruita, in alcuni casi persino troppo verbosa ma che, peccando un po’ di superia, cerca di aggiungersi al manga e all’anime cercando di coprire in modo molto più fedele dei titoli di Bleach precedenti, quanto già raccontato altrove.
Questo rende BLEACH Rebirth of Souls un titolo particolarmente accessibile anche a chi della saga conosce molto poco. Piccola nota a margine, parliamo di un mondo mastodontico, pieno zeppo di personaggi a loro volta legati tra loro in strutture gerarchiche, soprattutto per quanto riguarda la Soul Society, molto ramificate e vaste. Per questo motivo, soprattutto per i personaggi minori, si può perdere qualche aggancio o informazione ma, per chi vive di pane e Bleach, si sentirà praticamente a casa grazie a una cura narrativa che ci ha convinti e sorpresi.

La storia di BLEACH Rebirth of Souls parte dalle origini, da quel liceale che si ritrova, suo malgrado, a risvegliare poteri sconosciuti ritrovandosi a occupare il ruolo di Shinigami temporaneo, sostituendo la Shinigami Rukia con cui farà squadra per almeno due mesi. Squadra in cosa? A cacciare Hollow, delle creature oscure divorate da sentimenti negativi e che, affamate di anime, irrompono nella realtà alla ricerca di innocenti da divorare. Ebbene, quella che inizia come una sorta di “salviamo il mondo dal male” va inevitabilmente a complicarsi quando irrompe la politica della Soul Society, luogo di residenza degli Shinigami che funge da aldilà.
Potremo parlare a lungo della trama di Bleach ma lasceremo a te il piacere di svelare la narrazione che, neanche a dirlo, si sviluppa in modo lineare, intervallata da episodi collegati tra loro in una sorta di mappa concettuale con tanto di ramificazioni. Ma BLEACH Rebirth of Souls non si ferma a seguire solo ed esclusivamente la narrazione del manga, approfittando dell’occasione per introdurre storie inedite ed extra, separate dalla campagna principale.
Per i più abili e fedeli, invece, in alcuni combattimenti sarà possibile sbloccare “momenti reali” legati alle trame principali e che, per attivarsi, richiedono determinate mosse da eseguire in battaglia. E che dire della modalità “missione” dove il titolo azzarda a sfidare direttamente noi, infrangendo la quarta parete e ritrovandoci faccia a faccia con quel birbante e iconico Mayuri Kurotsuchi. Insomma, il pacchetto single player dell’opera Bandai è decisamente generoso, pensato in particolar modo per tutti i fan di Bleach.

Come diventare il miglior Shinigami di tutti
BLEACH Rebirth of Souls è un picchiaduro ad arena 1 vs 1 in 3D dove, al comando di un unico guerriero, saremo chiamati a effettuare scontri serrati e fortemente scenici, in linea con quanto promosso dalla saga stessa di Bleach. La struttura apparentemente classica del titolo, racchiude una stratificazione di abilità e tecniche che sorprende e compiace oltre a incitare a scoprire e provare tutti i guerrieri del generoso roster messo a disposizione dal titolo.
Ad attacchi semplici e potenti, si sommano schivate, posizioni difensive, un attacco per rompere la difesa (sempre in stile carta, sasso e forbice), abilità speciali che succhiano energia dalla rispettiva barra che si ricarica nel tempo man mano che si combatte e ulteriori colpi di grazia devastanti e scenici. A cambiare, però, è la barra di energia vitale che qui porta il nome di Reishi a sua volta legato al Konpaku. Quest’ultimo ha il ruolo di determinare il K.O. di un lottatore. Ogni guerriero ha un determinato numero di Konpaku che possono essere ridotti solo quando la Reishi cala a zero o entra nel limite “rosso”.

Per mirare al Konpaku dovrai quindi azzerare l’energia vitale per poi mettere a segno una spettacolare mossa “finale” denominata Kikon. Mossa che dovrai però eseguire più volte in base al numero di Konpaku rimasti all’avversario. Ma non finisce qui, nelle fasi più avanzate apprenderai il segreto, ancor più scenico, del “Risveglio” che vede gli Shinigami attivare il proprio Bankai e gli Arrancar (fazione che ti lasciamo il piacere di scoprire in game) utilizzare le loro trasformazioni denominate Resurrecciòn.
Sopravvivere a uno scontro richiede quindi uno studio attento delle mosse del nemico cercando al contempo di infrangere le sue difese mentre si ha cura delle proprie. gli scenari, in minima parte distruttibili, fungono da mero elemento scenico senza offrire vantaggi ludici. Presenti, nel roster, personaggi molto più particolari di altri come alcuni specializzati in attacchi a distanza mentre altri, complice anche il loro ruolo nelle trame e nelle gerarchie prestabilite, risultano meno potenti di altri.

Ma BLEACH Rebirth of Souls non è un titolo pensato al multiplayer competitivo e lo dimostra la scarsa attenzione offerta, almeno al momento, al multiplayer dove manca persino la modalità classificata, con molto più spazio e cura per le sezioni in singolo. E in merito a queste ultime, abbiamo elogiato la cura narrativa dei contenuti offerti dal titolo ma com’è la loro messa in scena? Parliamo di eventi particolarmente verbosi, al limite di una visual novel, dove al posto di artwork 2D statistici si è scelto di usare i modelli 3D dei combattenti in gioco.
Questo si traduce in brevi scene intervallate da continui “tagli” che provano a ravvivare momenti particolarmente statici su schermo. Un peccato considerando che gran parte del racconto richiede invece una certa frenesia quasi al pari di quella che esplode una volta scesi in battaglia. Rimane comunque una mole di contenuti generosa e potenziata da sfide opzionali per ogni singola battaglia che andremo ad affrontare e che, come premi, offre “valuta” in game, personalizzabili (titoli, avatar, ecc.) e talismani. Questi ultimi sono oggetti opzionali da equipaggiare per avere bonus temporanei durante gli scontri.
C’è un ulteriore elemento di cui tenere conto, ossia che BLEACH Rebirth of Souls è un titolo in divenire con tanto di Season Pass (acquistabile a parte), costumi nuovi da acquistare, personaggi ulteriori in dirittura di arriva e, chissà, magari anche l’ultimo arco narrativo a rendere così il titolo veramente definitivo e completo.

Grafica e sonoro
Graficamente parlando, BLEACH Rebirth of Souls è una gioia per gli occhi. Le battaglie sono fedeli all’anime e creano quell’effetto scenico già più volte evidenziato ed elogiato. Il 3D scelto per i personaggi non ha depotenziato le loro caratteristiche originali e sinceramente abbiamo apprezzato anche le animazioni. Queste ultime, purtroppo, vengono brutalmente ridotte nelle innumerevoli cut-scene della storia che viene quindi inspiegabilmente impoverita. In compenso, gli scenari riprodotti, seppur non moltissimi, donano la giusta e credibile atmosfera offerta dal titolo su altri supporti.
Anche il sonoro è più che positivo. Che siano le tracce audio o il doppiaggio (incluso quello inglese), tutto funziona in modo coerente e abbastanza fedele a quanto già promosso dalla saga. Siamo rimasti sinceramente sorpresi dal doppiaggio completo di una storia che supera facilmente le 20 ore. In un picchiaduro non è cosa comune. Infine, ma non per importanza, da apprezzare la presenza dei sottotitoli in lingua italiana che aiutano non poco a vivere al meglio un titolo fin troppo verboso.