Ormai il sottogenere dei Souls-like è in continua espansione, grazie al successo dei titoli From Software, da Dark Souls al più recente Elden Ring. Negli anni, molte software house hanno cercato di replicare il successo di questi titoli, senza riuscirci né a livello di numeri né di qualità. Tuttavia, alcune sono riuscite a creare una propria visione, producendo dei buoni titoli.
L’attuale corsa verso questo sottogenere ha portato alla nascita di diversi progetti. Oggi parliamo di uno di questi progetti, sviluppato dal team Archangel Studios che porta su PlayStation 5 Bleak Faith Forsaken, un action RPG dall’atmosfera opprimente e oscura, ambientato in un mondo che fonde elementi medievali ed elementi fantascientifici virati verso un ambientazione horror, con strutture imponenti.
Bleak Faith Forsaken, narrazione fin troppo ai margini
La narrativa in questo sottogenere dei souls-like è sempre peculiare. Dai titoli di From Software ad altri giochi simili, la narrativa tende ad essere meno cinematografica e più silenziosa, sfruttando l’ambiente per raccontare il mondo attraverso i suoi elementi. Alcuni titoli lo fanno in maniera più efficace di altri, ma generalmente seguono questo approccio. Anche Bleak Faith: Forsaken adotta questo stile di narrazione per raccontare l’Omnistruttura, l’ambientazione centrale del gioco. Sebbene chiaramente ispirato ai giochi di From Software, Bleak Faith Forsaken non riesce nel suo intento.
Purtroppo, la narrativa sembra essere inserita solo per fornire un contesto e giustificare i movimenti del personaggio nelle varie zone. Gli NPC, che siano venditori, fabbri o altri, attraverso i loro dialoghi e le varie note che troviamo o che verranno sbloccate parlando con loro, non riescono a mantenere l’interesse e la curiosità del giocatore.
Questo è un vero peccato, poiché l’ambientazione affascinante spinge comunque il giocatore a esplorare il mondo. Una maggiore cura su questo aspetto avrebbe giovato enormemente, aumentando l’interesse per un’ambientazione che è già di per sé affascinante e interessante.
Un gemma ancora grezza
Se parliamo di un action GDR, non possiamo assolutamente trascurare la parte ludica. Bleak Faith Forsaken offre una crescita del personaggio attraverso alcune caratteristiche che possiamo potenziare accumulando punti esperienza, ottenuti sconfiggendo nemici o esplorando determinate zone e incontrando personaggi. Tuttavia, se vi aspettate la classica meccanica dei souls-like, dove i punti esperienza acquisiti possono essere persi alla morte e recuperati nel punto in cui siete morti, rimarrete delusi. Bleak Faith Forsaken si distingue da questo modello.
Infatti, potete accumulare punti esperienza senza preoccupazioni e, una volta completata la barra, salirete di livello, sbloccando punti da investire nelle caratteristiche del personaggio e non solo. Inoltre, minore sarà il numero di morti e più facile sarà salire di livello. Avrete una barra della vita e una della stamina, che risulta facilmente esauribile e lenta a ricaricarsi quando è azzerata, richiedendo una gestione attenta.
Sebbene le caratteristiche siano solo quattro, esistono abilità e perk che si possono sbloccare, offrendo una buona varietà di build a seconda delle scelte fatte. Durante l’avventura, è possibile trovare un buon numero di armi molto varie tra loro, con moveset che saranno familiari a chi ha giocato molti souls-like. Lo stesso vale per i pezzi di armatura, che sono numerosi e vari. Armi ed equipaggiamenti, oltre a poter essere potenziati, possono essere migliorati con oggetti che conferiscono abilità passive.
Il combattimento, uno dei focus principali di Bleak Faith Forsaken, mostra un grosso potenziale e risulta complessivamente gradevole dopo un po’ di pratica. Tuttavia, risulta acerbo e grezzo. Le movenze del personaggio non sono ottimali a causa di animazioni legnose, e le hitbox sia dei nostri colpi sia di quelli dei nemici non sono del tutto perfette. Durante la nostra prova, è capitato che alcuni colpi non colpissero il nemico, e lo stesso accadeva per i colpi o le prese dei nemici.
Il sistema di parata e deviazione di Bleak Faith Forsaken, sebbene abbia una buona finestra di frame, a volte non funziona come dovrebbe. La schivata, sia quella tramite rotolamento sia quella laterale o in avanti, permette di eludere i nemici con troppa facilità, specialmente quella del roll.
Boss e problematiche
Un problema significativo è rappresentato dall’intelligenza artificiale dei nemici. Sebbene mostrino un aggro significativo e seguano il giocatore per lunghe distanze, i loro pattern di attacco risultano troppo semplicistici e prevedibili, diventando noiosi dopo poche ore di gioco. Questo difetto si ripercuote su quasi tutti i nemici, compresi quelli più ostici, che richiedono solo pazienza a causa della loro alta resistenza.
I boss offrono una leggera soddisfazione in più e una lieve varietà di mosse, ma non abbastanza da cambiare radicalmente l’esperienza. È possibile scalare alcuni nemici grandi dopo averli danneggiati pesantemente, ma le animazioni poco fluide rovinano l’epicità di queste azioni. Tuttavia, Bleak Faith Forsaken si lascia giocare nonostante alcune problematiche. Vi è anche la possibilità di accovacciarsi per muoversi in modalità stealth, ma data la difficoltà non particolarmente alta, questa funzione verrà utilizzata poco. Invece, la possibilità di saltare è utile, poiché alcuni nemici, soprattutto i boss, hanno attacchi che possono essere evitati saltando. Inoltre, il salto consente anche un po’ di platforming, anche se non proprio preciso.
Un mondo davvero affascinante da esplorare
Nonostante il combattimento presenti delle potenzialità, ma con delle problematiche. L’esplorazione, invece, è stata ben curata dal team di sviluppo, grazie a un’ambientazione che spinge a esplorare ogni parte della mappa. Alcune mappe sono molto labirintiche e claustrofobiche, presentando un buon livello di design che incoraggia la scoperta, grazie alla buona stratificazione di esse. In alcune aree è possibile anche nuotare ed esplorare zone acquatiche. Esplorando, si possono trovare molte zone segrete, invogliando ancora di più quel senso esplorativo all’interno del titolo.
I checkpoint in Bleak Faith Forsaken , simili ai falò dei giochi souls-like, permettono di riposare e di tornare in gioco dopo la morte. Questi checkpoint, chiamati Homunculus nel gioco, non sono molto diffusi, ma non rappresentano un problema grazie a un buon design delle mappe che apre nuove strade. È anche possibile piazzare uno di questi checkpoint liberamente, in assenza di nemici.
L’esplorazione è accompagnata da una buona quantità di oggetti e nemici sulla mappa, forse troppi, il che può ridurre il piacere di godersi l’ambientazione in alcune zone. Le numerose risorse trovate nella mappa o ottenute dai nemici possono essere utilizzate per craftare oggetti. Bleak Faith Forsaken include infatti un elemento survival, permettendo di creare pozioni e vari oggetti utili per l’avventura. Le risorse sono abbondanti, rendendo difficile rimanere senza materiali. La run è durata più di 30 ore, ma potrebbe durare qualche ora in più
Un mondo ispirato, ma problematico
A livello visivo, Bleak Faith Forsaken presenta due facce molto diverse.. Da un lato, il titolo riflette la poca esperienza e il basso budget del team di sviluppo, offrendo un’esperienza tecnica non all’altezza. Gli asset non sono in alta definizione e la resa visiva non si avvicina nemmeno ai titoli per PlayStation 5, e neanche ad alcuni giochi per PlayStation 4. Alcuni elementi ambientali sono di qualità scadente e il frame rate, sebbene instabile e soggetto a cali, rendono l’esperienza non proprio buona.
Tuttavia, sono presenti alcuni bug che, pur non compromettendo il gioco, indicano una certa mancanza di rifinitura generale. Tra questi, ci sono nemici che si compenetrano con altri elementi del gioco, una telecamera a volte instabile in zone molto chiuse e situazioni in cui il personaggio si incastra in qualche struttura architettonica.
I caricamenti di Bleak Faith Forsaken, sebbene non siano veloci, non sono nemmeno così lenti da rendere l’esperienza frustrante, anche se ci saremo aspettati di più visto che il titolo gira su PlayStation 5. Una nota positiva è l’interfaccia di gioco, che è molto minimale per quanto riguarda vita e stamina e in generale non troppo oppressiva, anche se si segnala un’eccessiva piccolezza dei testi degli oggetti droppati o che raccogliamo per la mappa.
Dall’altro lato, Bleak Faith Forsaken brilla per il suo comparto artistico. La direzione artistica è ispirata, presentando una versione dark fantasy con uno stile che combina elementi medievali e alcuni fantascientifici, in particolare nelle Omnistrutture che si palesano alla vista come enormi e affascinanti. Ricordando alla lontana su alcune strutture della mappa, al manga di Blame di Tsutomu Nihei
Questa commistione crea un’atmosfera interessante e coinvolgente, anche se penalizzata dal comparto tecnico non all’altezza. Il design dei nemici è vario, presentando un design davvero in linea con lo stile e alquanto accattivante e spaventoso . Il lato artistico di Bleak Faith Forsaken è ben riuscito, anche se la palette cromatica poteva essere più varia, poiché predominano forse eccessivamente colori scuri e grigi.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, ci troviamo su livelli normali. Gli effetti sonori sono adeguati, anche se a volte si verificano bug audio che silenziano i suoni dei nemici. La colonna sonora è orecchiabile in linea con l’ambientazione, seppur mancano quei brani memorabili. Bleak Faith Forsaken ha disponibile solo la lingua inglese, ma tutto sommato è abbastanza comprensibile e di facile lettura.